Frau Masina tra le piume di Lietta Tornabuoni

Frau Masino tra le piume PÈRSONE di Lietta Tornabuoni Frau Masino tra le piume DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Terribili le fatiche di Giulietta Masina per recitare nella fiaba cecoslovacca «Frau Holle» il personaggio del titolo, un deus ex machina con cuffietta di pizzo bianco e moltissime sottane sovrapposte («Pare che pesi sessanta chili invece di quarantasei, e nel primo tempo non è che stia molto bene, così infagottata: sembro il nano Bagonchi»), una magica Regina del Tempo atmosferico che provoca la neve, la pioggia, la grandine, e quando ha voglia di scherzare fa nevicare sul deserto. Il racconto dell'attrice è impressionante: «Appena arrivata a Bratislava mi chiedono: Lei soffre di cuore? Veramente no, rispondo allarmata, ma perché? Perché giriamo a grandi altezze, sui Monti Taira, quelli dove andava a sciare il Papa. Va bene. Nessuno mi ha però chiesto se soffrivo di claustrofobla. Ne soffro, e mi son trovata davanti a una porticina, a dover percorrere un corridoio lungo, lungo, lungo, a scendere verso il cuore della terra (e poi a risalire, si capisce) per trecentocinquanta gradini, ad arrivare ad una sotterranea grotta di ghiaccio, un paesaggio che pareva quelli incisi da Dorè per la Divina Commedia. Avevo i sudori freddi. Non ho voluto fare scene isteriche, mi sono i controllata: ma certo anche stare quattro giorni seduti sui i ghiaccioli è stato duro», . j Altro , che, Érpolc, ->ltrfi che Conan, altro che Mad Max. Non era finita: «E avere addosso centoventi colombe, che la notte mi fanno da coperta? E rimbalzare su un telaio elastico con salti di un metro, mentre un ventilatore mi faceva vorticare intorno quaranta chili di piccole piume di piccione? Alla sera ci voleva un medico per estrarle da dove s'erano cacciate, e per due mesi, tornata a Roma dopo la fine del film, continuavo a ritrovarmi dappertutto queste maledette piume. A un certo punto ho fatto un salto d'un metro e mezzo e sono piombata di schianto col sedere su una trave che mi ha colpito l'osso sacro: miracolo se non mi sono rotta la spina dorsale». Valeva la pena? «La storia ampliata del film è molto più carina della fiaba: a me le favole piacciono tutte tantissimo, ma a rileggerla questa mi pareva una delle più brevi e meno belle dei fratelli Grimm, e Frau Molle mi pareva antipaticuccia. Jakublsko è stato bravissimo: certo come recitazione le fiabe offrono poco, esigono icone, simboli. Non è che con la strega di Biancaneve o con la Fata Turchina di Pinocchio si possano fare grandi interpretazioni». Ma Giulietta Masina l'ha fatta, dice il regista: «E' stata incredibile, straordinaria. Ha lavorato anche la domenica. Jopensavo: viene dall'Italia, la sua religione non le permetterà di lavorare il giorno di festa religiosa. Invece lei mi ha detto: la miglior preghiera è il lavoro». Il regista slovacco («Jakubisko, non capisco», è il saluto italiano, dato che parla soltanto la propria lingua) porta un brillante cappellino a righe bianche e rosse. Mostra subito le Polaroid della sua nuova moglie ventottenne, Deanna («La prima moglie mi ha lasciato. Per girare "L'Ape Millenaria" non sono tornato a casa durante tutto un anno, e lei s'è trovato uno che aveva più tempo di me»); mostra le fotografie del figlio nato da poco: «I/ho chianialq Yorick, come il teschio di Amieto». E' davvero molto bravo e adesso, dopo «L'Ape Millenaria», saga inizio-secolo di una famiglia contadina simbolicamente simile a un alveare, farà il seguito: «Im Formica Millenaria», dalla fine della prima guerra mondiale alla nascita della Repubblica, epopea della genesi di una società moderna simbolicamente simile a un formicaio. «Ma non rinuncerò alla componente fantastica della natura. Le formiche avranno le ali, la capacità di volare». Giulietta Masina, maga nel film di Jakubisko

Persone citate: Dorè, Formica Millenaria, Giulietta Masina, Grimm, Jakubisko, Mad Max, Masino

Luoghi citati: Bratislava, Italia, Roma, Venezia