Palermo replica alla Cassazione « lo non ho le manette facili » di Guido Rampoldi

Palermo replica alla Cassazione « lo non ho le manette facili » Reazione del giudice alla sentenza che ha annullato i mandati contro i Rendo Palermo replica alla Cassazione « lo non ho le manette facili » «Quei provvedimenti sono stati firmati da altri magistrati e dal procuratore di Trapani» - «Avevamo esaminato la questione della competenza e il tribunale della libertà ci aveva dato ragione» ROMA — 'No, non mi ritengo assolutamente un giudice dalle manette facili. Lo dico nel modo più categorico tenendo presenti i provvedimenti d'arresto che finora ho emesso e quanti tra essi sono stati revocati o modificati-. Nel suo ufficio al terzo piano del palazzo di giustizia di Trapani, 11 sostituto procuratore Carlo Palermo si assolve. Quegli ordini di cattura con i quali in aprile fece arrestare l'imprenditoria catanese che conta, li firmerebbe di nuovo. Anche se due giorni fa la Cassazione 11 ha annullati ritenendoli illegittimi. Anche se r.Avanti!, di ieri 11 definiva «una vergogna per la giustizia e per il Paese: Ohe risponde, giudice? • Una cosa la voglio precisare. Quegli ordini di cattura non li ho emessi da solo. In calce recano altre tre firme, oltre la mìa, e c'è anche quella del procuratore. Aggiungo che i tre magistrati del tribunale della libertà hanno convalidato i provvedimenti, e infine che il giudice istruttore, respingendo le istanze di scarcerazione, di fatto ha concordato con noi. Dunque siamo stati in otto, otto magistrati che ritenevano di essere nel giusto agendo in quel modo. Se adesso l'Avanti mette avanti solo il mio nome avrà i suoi motivi. Ma a questo genere di cose sono abituato-. Questo accenno alle accuse che a suo tempo gli vennero dal psl, quando ritenne di indagare sul presidente del Consiglio (senza legittimità, ha decretato il Csm) è l'unica concessione alla polemica, e agli umori che devono bollirgli dentro. La sentenza della Cassazione suona come censura di un abuso. Gli ordini di cattura emessi a Trapani cinque mesi fa sarebbero innanzitutto un'arbitraria Ingerenza nella giurisdizione di un altro ufficio, Catania, che già procedeva per gli stessi reati. E in secondo luogo sarebbero carenti nella motivazione in ordine ai tre parametri che anche singolarmente devono fondare un provvedimento d'arresto: pericolo di inquinamento delle prove, rischio di fuga dell'Imputato, sua pericolosità sociale. Ma Palermo ribatte: 'Non ricordo esattamente, ma posso dire con certezza che gli ordini di cattura erano ampia¬ mente motivati sotto tutti i punti di vista. Quanto alla, competenza, avevamo esaminato la questione anche sotto quel profilo, e il tribunale della libertà ci aveva dato ragione. All'origine dell'inchiesta non erano le stesse vicende per cui procedeva Catania, ma altri episodi, avvenuti nel Trapanese. Se mi attendevo una sentenza come quella decisa dalla Cassazione? Per favore, niente domande di questo genere'. Sarà proprio la Cassazione, tra qualche tempo, a esaminare il ricorso di Carlo Palermo contro 11 verdetto del Consiglio superiore della magistratura, che 11 27 giugno gli ha decurtato sei mesi di anzianità riconoscendolo colpevole di abusi: nel condurre a Trento la delicatissima indagine sul traffico di armi e di droga, il magistrato avrebbe commesso irregolarità plateali. Nell'obiettivo di metterlo alla gogna come simbolo del protagonismo giudiziario e della magistratura incapace, un quotidiano calcolò gli anni di carcere preventivo cui Palermo avrebbe «condannato» Imputati poi prosciolti. •Quelle tabelline erano alterate, anzi direi artefatte', replica lui tornando a ombreggiare tra le righe motivazioni •politiche», e delle peggiori. Quale che sia la molla, nessuna comunque mette in dubbio la sua determinazione, che, al di là dei risultati, alcuni chiamano coraggio. A suo modo ne è prova la bomba che il 2 aprile scorso doveva far saltare in aria lui e la sua scorta. Palermo si salvò per miracolo, ma nell'attentato morirono, quasi disintegrati, una donna e i due figli. Ora per proteggerlo, conferma egli stesso, 'Sono state adottate tutte le misure possibili. D'altra parte più di stare chiuso dentro questo palazzo, non vedo cos'altro si può fare.. Quando arrivò a Trapani, non mancarono segnali di ostilità. Parole a mezza bocca, di avvocati e avvoca ticchi, locali, furono il prologo dell'attentato. 'Segnali del genere — dice — non ne ho ricevuti più, almeno apparentemente. Avranno accettato la mia presenza, per adesso-. E adesso le censure, e le manifestazioni di sfiducia, che gli vengono da organismi giudiziari (è anche imputato, di presunti abusi relativi all'inchiesta di Trento): ha mal pensato di abbandonare? 'Non ci penso nemmeno-. Guido Rampoldi Carlo Palermo

Persone citate: Carlo Palermo, Rendo