Una laurea per la Salamandra di Oreste Del Buono

Una laurea perla Salamandra LA ZOOLOGIA FANTASTICA ALLA CONQUISTA DEL MONDO MODERNO Una laurea perla Salamandra Il mitico animale che nasce e vive nel fuoco è sopravvissuto ai roghi della magia pagana come a quelli della fede cristiana - Alle soglie del Duemila, si è conquistato un posto nelle tesi universitarie - Le ipotesi di filosofi (o di scienziati) e quelle di poeti (o di amanti) si aggiornano: la Salamandra ora diventa simbolo di alcuni stress e turbe psicofìsiche di soggetti appassionati Le salamandre che conosciamo sono un genere di anfibi urodeli diffusi nelle regioni temperate del nostro pianeta. Anfibi, come si sa, è detto di animali che possono vivere sia in terra sia in acqua. Urodeli significa che hanno corpo lacertiforme, coda e quattro arti di lunghesso, uguale che permettono loro di camminare. Ce ne sono di varie misure, di salamandre, dai 17 al 24 centimetri. E di vari tipi salamandra atra, tutta nera, salamandra salamandra dorso nero a macchie gialle, salamandrlna terdigitata, dorso,scuro, ventre chiaro, macchie rosse nella eona coda, eccetera. La salamandra giallonera, comune in tutta Europa, è fornita di ghiandole cutanee a secrezione velenosa. Tutto naturale, ma cosa c'entra una di queste salamandre con la Salamandra di cut ho sentito parlare al convegno di teratologia di Cattolica II giovane studioso Duccio Canestrini? Se una di queste salamandre finisce nel fuoco, prima o poi va arrosto, e, invece, la leggendaria Salamandra è incombustibile. E questa è la sua forea, la forza della sua diversità. Canestrini è un bel ragazzo con tanti riccetti e occhi che Irradiano fuoco e fiamme quando parla della Salamandra con la esse maiuscola. Ha Incantato tutti, pur avendo cominciato un poco difficile: •L'animale simbolico protagonista e strumento di questa "messa a fuoco" della problematica condizione dell'amante (letterato), è la Salamandra. Mentre la paradossologia termodinamica di carattere erotico può a ragion veduta venir considerata universale, e si vedrà sulla base di quali considerazioni antropologiche, il simbolismo della Salamandra sembra catalizzarne, storicamente un "aspetto letterario, cris tali (zzandosi in. autentico topos. Tale simbolismo è sostanzialmente giocato sul mitopoletico motivo dell'incombustibilità. Ma la leggendaria Salamandra ha una natura ben contraddittoria e una storia che potrà forse esemplificare concretamente quella che, ormai con espressione trita, passa per intima "ambiguità del simbolo"...». Poi è andata meglio, comunque, nel migliore dei modi; grazie al suo sacerdote la Salamandra si è conquistata un posto di tutto rispetto tra l'Unicorno e il Cyborg. Animale simbolico die non è mai stato unant- memente identificato, ma che è detto di ghiaccio e fuoco, da mttemt e da registri simbolici è sognato nascere, riprodursi, godere nel fuoco, e magari estinguerlo. Da Aristotele Alternativamente, perché la Salamandra o è troppo frigida o, al cqntrario, è troppo ardente, troppo connaturata al fuoco. Un mucchio di orove persone hanno cominciato a occuparsi per tempo della sua incombustibilità: Aristotele, Teofrastó, Antigono di Caristo, Nicandro di Colofone, Dioscoride, Celso, Galeno, Ezio, Cicerone, Seneca e persino Sant'Àgqsflim, ilm&r glio, insomma, dfì,.j.fttologi :di—alÌoraiL '-.Naturalmente, ognuno con le sue idee e le sue mire. Secondo Canestrini, che si è laureato a Siena nel 1982 con una tesi Intitolata, appunto. La Salamandra; storia, strutture antropologiche e necessità filosofica di un simbolo, le attestazioni più antitetiche sono probabilmente quelle di Plinio ti Vecchio (che paragona l'effetto della Salamandra sulle fiamme a quello dei ghiaccio) e di Gregorio di Nlssa (che spiega la generazione della Salamandra come risultato di un processo di concentrazione dello stesso fuoco). 'La' iappresentazione \ dell'animale del fuoco era, comunque, incerta, e ce ne sono offerte anche descrizioni come volatile rassomigliante tanto, ma tanto, alla fenice, ti leggendario uccello del deserti d'Arabia tenuto ogni mezzo millennio a buttarsi in un rogo per rinascer dalle proprie ceneri. La confusione, forse, verri dall'etimologia Incerta. Salamandra viene, ovviamente, dal latino salamandra, voce omofona a quella greca derivabile dal termine composto arabopersiano samandar, ove sam ha la doppia valenza: fuoco e veleno e andar significa: sta in. E questo è l'argomento di un'altra tesi .di laurea o Qualcosa del genere ^pubblivaia nel 1978 a Pisa negli AnLnali .tàf&tffamalei superiore, |^rbbiemi>'aì'ride^rmlnazlò^' ne segnlca nel topos della Salamandra a firma Salvaneschl. Dunque samandar vuol dire: sta (vive) dentro al fuoco/veleno. Fenice, in arabopersiano, suona presso a poco lo stesso, ma la Salamandra non accenna a morire nel fuoco neppure per rinascervi: vi nasce. Invece, e vi vive e divampa, consumando, caso mal, lo stesso fuoco. E cosi sopravvive ai roghi della magia pagana come a quelli della fede cristiana e si conquista un capitoletto dei quarantotto del Fisiologo, il testo capostipite della lette¬ ratura zoologica a significato simbolico, pervenutoci in lingua copta, araba, etiopica, siriaca, greca e latina, ma composto probabilmente prima in greco, tra la seconda metà del secondo secolo e i decenni iniziali del terzo dopo Cristo. Con le sue descrizioni fisiche di animali reali o mitici oltre che di piante e minerali, con le sue moralizzanti spiegazioni in chiave allegorica, il Fisiologo sarà pur considerato profano ed eretico, ma continuerà a perpetuare nei tanti Bestiari che ne discenderanno nel Medioevo e soprattutto tra il dodicesimo e II quattordicesimo secolo, l'incombustibilità della salamandra come la doppiezza dellX)nocentauro o l'ipocrisia del Coccodrillo ola prudenza del Serpente o la lussuria della Sirena. Tremenda •E tanto tremenda è la Salamandra che nessuna fiamma le può nuocere: si dice che possa vivere nel fuoco come i pesci nell'acqua», afferma il Liber monstrorum de dlversls generlbus, attribuibile forse a un anglosassone dell'ottavo secolo, e pare una definizione di confine tra la Salamandra dei filosofi (o degli scienziati) e la Salamandra dei poeti (o degli amanti). La scuola toscana e stilnovista, la Urica siciliana e provenzale adottano la Salamandra che sta dentro al fuoco come simbolo del letterato che cede alla passione. Chi cede alla passione diventa Salamandra, li fuoco dovrebbe bruciare, uccidere, consumare, com'è possibtle che nutra, addirittura? Inutilmente, Marco Polo, dettando alla fine del tredicesimo secolo Il futuro Milione al suo compagno di cella nel carcere di Genova Rusttchello da Pisa, gran manipolatore in francoveneto di materiali cavallereschi del ciclo bretone, cercò di smentire l'esistenza della Salamandra, dicendo quel che gli rlsultaj va da un'esperienza^ fatta a l'Ó/flhjftiflùY(farsela regione di Besbaliq nel Turkestan orientate). «Cà fcalàiriànara non è bestia, come si dice che vive nel fuoco, che neuno animale puote vivere nel fuoco; ma curò vi come si fa la salamandra. Uno mio compagno ch'à nome Zuficar — èe un Tu renio — istede in quella contrada per lo Grande Kane signore 3 anni e face a fare queste salamandre...» si può leggere nel bel Milione toscano. La Salamandra, insomma, per Marco Polo, è una salamandra con la esse minuscola, e non e bestia, è sostanza, credo l'amianto. Ma poteva accettarlo un poeta? Lo stesso Canestrini al convegno di teratologia ha appena accennato a Marco Polo, per passar d'urgenza ai ' poeti che, evidentemente, gli stanno più a cuore dei prosatori. Ma, tanto, anche i poeti, non parlan ptii di un animale sia pur simbolico, ma di una temperie di se stessi Innamorati appassionati. Nel quattordicesimo secolo è Francesco Petrarca a riconoscersi Salamandra: «DI mia morte mi pasco e vivo in fiamme:/ stranio cibo e miratili salamandra! Non è che sta l'unico a sentirsi ardentemente condannato. Prima o dopo di lui ce n'è un sacco e una sporta, con varianti: a esemplo, ti siciliano Jacopo da Lenttnl (tredicesimo secolo) che è più che altro perplesso e curioso: •Foco aio, non credo mai si stlngua; / anti, si pur s'alluma, perché non mi consuma? / La salamandra audivi / ca'n fra lo foco vivi — stando sana; / Cosi fo per long'uso: vivo in foco amoruso..... O, a esempio, il fran\cese Pierre de Ronsard (sedicesimo secolo) che si conosce senz'altro più acutamente: •Je suis la salemandre, et Je ne suis à mon alse / si mon coeur n'est toujours au milieu d'un bralse: / Le feu de vos beaux yeux tant seulement me plalt, / et mon coeur en brulant se nourrit et se pai t Petrarca, comunque, resta ti preferito per il nostro sacerdote delia leggendaria Salamandra che ammette di aver ricevuto II primo impulso per la sua indagine proprio dalla lettura di un saggio sui tardo petrarchismo europeo The Icy Fire di Forster (Cambridge University Press, Cambridge, 1969). Il fuoco ghiacciato: la Salamandra, con la sua paradossale termodinamica esistenziale rispecchia la sintomatologia di alcuni stress emoLfli^p^r^.psiCQ/tsicfte, del ,n soggetto appassionato. .. | Ljaumeiito£efcpulsazlonU,,ì cardiache è U languore viscerale conseguenti a una forte impressione emotiva generano una sensazione di calore interiore, provocano un maggiore afflusso di sangue alla faccia, ma contemporaneamente le estremità si raffreddano e l'eccessivo sudore della fronte, evaporando, fornisce una sensazione di freddezza epidermica. La mano di Canestrini, nel congedo, è fredda al tatto, ma urtteante per un fuoco latente. Forse, al convegno di teratologia, non è Intervenuto il suo sacerdote, ma la leggendaria Salamandra stessa, di persona. Oreste del Buono Una salamandra tra i fiori: particolare di «Ortensie», un'acquaforte di Mario Calandri (1971)

Luoghi citati: Arabia, Cambridge, Europa, Genova, Pisa, Siena