«I rapinatori mi hanno ucciso padre e zio io ho paura, ma farò sempre l'orefice»
«I rapinatori mi hanno ucciso padre e zio io ho paura, ma farò sempre l'orefice» A Firenze i banditi perseguitano una famiglia di gioiellieri, 7 assalti in poco tempo «I rapinatori mi hanno ucciso padre e zio io ho paura, ma farò sempre l'orefice» FIRENZE — .11 lavoro è bellissimo, ma siamo nell'oc-' chio del ciclone, la paura i tanta e i sistemi di sicurezza servono a poco.. E' questo l'amaro sfogo di Sandro Grassi, 30 anni, orefice come suo padre Vittorio, ucciso in negozio da tre banditi il 4 maggio 1982, orefice come lo zio Franco, ucciso dai rapinatori il 12 febbraio 1980. Contro la famiglia Grassi il destino sembra essersi accanito in modo particolare, per sette volte i loro negozi sono stati assaltati da bande di rapinatori. Per la signora Dina Grassi, vedova di Franco e zia di Sandro, venerdì e stata la quarta volta. .Dopo la morte del marito — spiega Sandro Grassi — * ?,tolto cambiata, è diventata una donna dal carattere forte che però tende a reagire di nervi.. In occasione di una rapina subita nel novembre dell'84, Dina Grassi, esasperata, si lanciò contro 1 due banditi che le stavano puntando la pistola mentre arraffavano 1 gioielli, gridando: .Uccidetemi, uccidete anche me.'.. Venerdì ha avuto una reazione analoga, anzi ancor più di sfida. Incurante della minaccia dei banditi. 'Stia ferma o spariamo., ha premuto il bottone dell'allarme collegato alla stazione delle guardie giurate gridando in faccia ai rapinatori: .Fate, fate, tanto tra poco arrivano e vi arrestano.. Una mossa che ha sconcertato 1 malviventi che sono scappati portando via anelli per un valore di cento milioni, ma lasciando sul banco rotoli di preziose collane. . mi nostri due negozi di Firenze sono presi cosi di mira perché via bocchi e via Da tini sono due strade larghe e scorrevoli, dalle quali si pub scappare in fretta — dice Sandro Grassi —. D'altronde cosa possiamo fare? Siamo orefici da generazioni. Io so fare solo questo mestiere. Il signor Grassi è sposato e ha due bambine: Deborah, di 11 anni, ed Elisa, di 3. «Vede — continua — anche Deborah ormai comincia a stare in negozio. Anche lei da grande farà questo mestiere.. Ma la bambina scuote la testa, .No, è troppo pericoloso — mormora —: voglio fare la maestra.. La stessa considerazione che ha fatto Ugo Grassi, fratello del due morti ammazzati, che da qualche anno ha chiuso 11 suo negozio di oreficeria di Borgo Santa Croce. Sandro Grassi, sua zia Dina, sua cugina Paola che ha negozio a Iolo di Prato che ha già subito anch'esso una rapina, sono invece decisi ad andare avanti. Con la paura s'Impara evidentemente a convivere. «So che in qualsiasi momento del rapinatori potrebbero entrare nel mio negozio — afferma Sandro Grassi —: per questo vado in palestra e curo la mia preparazione fisica e psichica. Se dovesse accadere voglio essere in grado di restare calmo e non reagire fino a quando sono dentro il negozio, ma poi mi lancerei all'inseguimento. Come si pub sopportare che un delinquente ti porti via il frutto del tuo lavoro?'. Fu proprio un tentativo di reazione con la pistola che probabilmente costo la vita a suo padre, Vittorio, caduto sotto i colpi di una «44 Magnum» dopo essere riuscito a ferire uno dei banditi. Sul muro dell'oreficeria di Sandro Grassi ci sono ancora 1 fori dei proiettili a ricordare quella drammatica giornata. Francesco Matteini
Persone citate: Dina Grassi, Francesco Matteini, Sandro Grassi, Ugo Grassi
Luoghi citati: Borgo Santa Croce, Firenze, Prato
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