«Un'Europa salverà la Polonia»

 BJ| mm m M mm atk, Un'Europa salverà la Polonia » Parla lo storico dissidente polacco Geremek nel quinto anniversario dell'estate di Danzica BJ| mm m M mm atk, Un'Europa salverà la Polonia » «L'Urss non accetterà mai un cambiamento a Varsavia sotto pressione americana» • «Sono convinto che potremo ottenere uno statuto diverso nel quadro di una soluzione europea» • «Il Continente deve avere una sua politica che includa il problema dell'Est» - «H nostro Paese è diverso per motivi storici, Mosca è già dovuta scendere a patti» - «fi futuro di Solidarnosc è nella non-violenza» . NOSTRO SERVIZIO I NOSTRO SERVIZIO Bronislaw Geremek, storico polacco di fama internazionale, consigliere di Walesa sin dalla nascita di Solidarnosc, arrestato due volte dopo l'imposizione della legge marziale e poi licenziato dall'Istituto di Storia dell'Accademia delle Scienze, ha concesso questa intervista a un giornalista che desidera mantenere l'anonimato. VARSAVIA — Nel popolo polacco c'è un senso di frustrazione dovuto al deterioramento della situazione economica e dal rifiuto di ogni compromesso con la società da parte del governo. C'è chi crede che questa situazione possa portare a una violenta esplosione sociale. Quale la sua opinione? Indubbiamente il rischio c'è, e spero che riusciremo a evitarlo. Direi che slamo in una situazione piuttosto drammatica sotto vari aspetti. Da un lato, 11 deterioramento delle condizioni di vita della gente si è accelerato; dall'altro, l'economia polacca è molto malata. Purtroppo, sembra che per il momento nessuna delle due parti, potere e società, comprendano la gravità di questa situazione. Non credo che il conflitto politico si sia spento in Polonia: siamo in un momento in cui 11 conflitto è latente; la sua evoluzione è assolutamente imprevedibile. Solidarnosc ha praticamente il dominio di quello che potrei definire lo «Stato Spirituale» della nazione ; la Chiesa ha un'autorità morale senza confronti. Ma se si verificherà, un'esplosione sociale rischia di essere Incontrollabile. Ed è proprio la mancanza di una soluzione politica all'orizzonte a rendere questo pericolo molto reale. Dicendo: «Dobbiamo muoverci alla Gandhi*, Walesa ha espresso una sua convinzione personale, o la linea strategica di fondo di Solidarnosc? Sono convinto che questa frase di Walesa sia importante per Walesa stesso quanto per la filosofia d'azione di Solidarietà. Walesa è cristiano, e 11 suo concetto di azione ha profonde radici negli insegnamenti della Chiesa. Dall'agosto del 1980, è convinto che Solidarnosc debba propugnare certi valori morali; e in questo vedrei 11 suo riferimento a Gandhi. Ma il problema della nonviolenza riguarda l'intero movimento sociale in Polonia. Un movimento che ha deciso, nella stragrande maggioranza, di non ricorrere a mezzi violenti per raggiungere i suol obiettivi. Ci si può domandare se tutti gli scioperi organizzati da Solidarnosc non siano stati di fatto lotte basate sulla nonviolenza. Questo movimento poteva restare nonviolento dopo il 13 dicembre (1981, data dell'imposizione dello stato d'assedio, ndr)? Alcuni gruppi attivisti pensano che la società avrebbe dovuto ricorrere alla violenza per Impedire che 11 13 dicembre passasse in modo cosi «morbido». E si sente anche dire che questo atteggiamento nonviolento non soltanto ha agevolato l'opera di distruzione avviata il 13 dicembre, ma ha anche consentito a quell'opera di andare ben lontano. Sono però convinto che la stragrande maggioranza del popolo polacco senta che abbiamo fatto bene ad agire cosi: a lungo termine, questa filosofia d'azione è la piti efficace, è quella che paga di più. Mi pare che, trovandoci di fronte a un regime autoritario, dobbiamo contrapporgli del valori morali. Ed è quello che al regime dà più fastidio. Non le sembra che 11 popolo debba adottare una vera strategia nonviolenta? E' un tema estremamente Importante per il futuro di Solidarnosc. Ma sinora questo tipo di proposta non ha avuto seguito. Consideriamo però quanto è accaduto durante la manifestazione del 1° maggio scorso a Varsavia: una folla di 15-20 mila persone era circondata dalla polizia; era una folla allegra, la gente era contenta di essere insieme. Non appena s'intravedeva un gesto di violenza — qualcuno, per esempio, voleva calpestare una bandiera — subito qualcun altro si metteva in mezzo: «Non fatelo: Al momento del confronto con la polizia, la folla ha deciso di sedersi per terra, bloccando la strada. Non è, si sa, la prima esperienza di questo genere nella storia del movimenti sociali. Ma per quella folla è stata una scoperta. E' avvenuta qui, sul selciato di Varsavia, 11 1* maggio 1985. Credo che elaboreremo la pratica della strategia nonviolenta attraverso simili scoperte. C'è chi parla di contraddizioni Interne nel regime polacco che potrebbero precipitare una crisi politica. E' evidente che si possono individuare divisioni all'interno dell'apparato dirigente. Non dirò che queste divisioni sono secondarle, perché in un qualche modo da esse dipende 11 futuro del Paese. Ma non mi sembrano destinate ad avere un ruolo determinante nell'evoluzione della situazione: in primo luogo, perché gli stessi polacchi non credono più nella possibilità di realizzare le loro aspirazioni di fondo sostituendo un gruppo dirigente con un altro; poi, perché in Polonia il gioco politico non sembra determinato dai rapporti fra il potere polacco e la società, ma da quelli tra la Polonia e 11 «Grande fratello». A questo proposito, lei continua a credere che l'Urss accetterebbe una certa liberalizzazione in Polonia purché non rimettesse In questione le linee di fondo? Ne sono assolutamente convinto. La storia della Polonia lo dice, e ha portato questo Paese ad avere, oggi, una posizione diversa nell'Est. Il ruolo notevole della Chiesa, l'esistenza di un'agricoltura privata concorrono a far si che per forza di cose la società polacca sia già pluralistica. Questi dati di fatto di¬ mostrano che Mosca è stata costretta a scendere a patti con le aspirazioni di fondo del polacchi, che quelle aspirazioni vanno considerate In una valutazione realistica della situazione. D'altra parte, credo che 1 dirigenti polacchi abbiano un margine di manovra molto piti ampio di quanto dicano. Nel 1980, la creazione di un sindacato indipendente sembrava assolutamente inaccettabile; eppure l'hanno accettata, volenti o nolenti. Sono contrarlo alla posizione fatalista secondo la quale in Polonia nulla è ormai possibile, perché 11 destino del Paese è stato decretato a Yalta. L'esperienza dimostra che c'è stata un'evoluzione in Polonia, e che sino ad oggi vi ,™„ nAulhlllt. l„PSnlnr, sono possibilità Inesplorate. A mio avviso, nell'attuale situazione internazionale ci sarebbero possibilità se l'Europa avesse una sua politica, una politica europea che includesse il problema dell'Est. L'Urss non accetterà mai un cambiamento della situazione politica polacca- sotto la pressione del grande partner americano, o a suo vantaggio. Sono invece convinto che la Polonia possa ottenere uno statuto politico diverso nell'ambito di una soluzione europea. Vorrei non essere frainteso. A breve termine, non credo assolutamente nella possibilità di un cambiamento radicale della situazione politica e internazionale nel Paesi del blocco dell'Est. Credo invece che all'Interno di questo sistema la Polonia possa in-, ventare un diverso modello di potere, di gestione economica, di rapporti fra potere e società. Come tutte le soluzioni politiche, questo statuto particolare dev'essere 11 risultato di un compromesso: fra 11 monopollo del potere e le aspirazioni democratiche del popolo. L'esperienza dell'agosto 1980 dimostra che si può intravedere una soluzione di questo tipo. Oli operai accettavano il •monopolio del partito nello Stato: Questa formula, che è molto Importante, non è stata sempre compresa; significa che si pone al di fuori dello Stato tutto ciò che non riguarda 11 potere puro, cioè l'economia, la cultura, le possibilità di pubblica espressione. E perché 11 potere dovrebbe accettare una soluzione simile? Semplicemente perché 11 monopolio assoluto esercitato sinora si è rivelato Inefficiente non soltanto nella gestione dell'economia, ma anche dell'uomo. Ma l'esperienza, adesso, dimostra che U potere non In-' tende cambiare nulla. E' vero che negli ultimi tempi la società ha ottenuto poco. Ma mi creda, la breccia aperta nell'80 non si è richiusa. Nel nostro sistema, l'avvento di un movimento sindacale indipendente ha determinato una specie di contagio della libertà. Copyright «U Monde, c per rifatta «La Stampa» Varsavia. Bronislaw Geremek (a sin.) in un'immagine del luglio 1983, quando fu scarcerato

Persone citate: Bronislaw Geremek, Gandhi, Geremek, Walesa