Il giudice degli sprechi statali di Marco Tosatti

Il giudice degli sprechi statali CORTE DEI CONTI ■ Chi sono e come lavorano i 540 magistrati che controllano la spesa pubblica Il giudice degli sprechi statali Esaminati milioni di atti del governo e degli enti pubblici - Aumenta il prestigio di quest'organo che denuncia al Parlamento, nella relazione annuale, le «pecche» del bilancio dello Stato - Le sentenze sui ricorsi (migliaia quelli relativi alle pensioni) - Più trasparenti ora i conti delle Usi ROMA — I Parsifal, Galahad e Lancillotto che combattono contro 1 «draghi» dell'amministrazione pubblijca e della pubblica finanza — controllando leggi, bilanci, .delibere — lavorano in viale ! Mazzini, a Roma, In un grande edificio quadrato di stile littorio: molti marmi, lunghi corridoi, soffitti alti, aria austera, come si addice all'ente ospitato, la Corte del conti, 11 massimo organo di controllo amministrativo dello, stato. E' 11 che poco più di cinquecento magistrati speciali, protagonisti di una carriera particolare e selettiva, cercano di tenere d'occhio tutto quello che riguarda il denaro e 11 «bene» pubblico. Fra resistenze e difficoltà non facili da superare. Per esempio, non tutti, nei partiti, vedono di buon occhio la possibilità che la Corte amplii i propri poteri di controllo sugli enti locali. Anche se l'esperienza dell'Intervento della Corte nelle Usi ha portato benefici notevoli, se non altro di conoscenza: prima dell'allargamento dei poteri della Corte alle tesorerie delle Unita sanitarie locali la «lettura» amministrativa di questi organismi non era cosi trasparente. I «draghi» contro cui combattono i 540 magistrati sono tanti, e diversi. L'elenco più recente è del 1983. E parla di 949 atti del governo, 430.361 decreti di spesa, 1.520.191 atti amministrativi della gestione statale, 1.037.176 documenti relativi a «spese fisse», 97.335 rendiconti di tesorieri e re-' sponsablll vari. E la Usta potrebbe continuare ancora. Tutti questi documenti vanno letti, controllati, approvati (o non approvati), in un raggio di interventi che va dall'omologazione tecnica delle procedure seguite dal singoli responsabili all'inchiesta. Per appurare se in qualche azione c'è stato danno per lo Stato, o per ottenere una «rivalsa» da parte dei dipendenti pubblici responsabili. Anche qui, con uno spettro di azione molto ampio. Di recente la Corte del conti, che agisce come un vero e proprio tribunale amministrativo, ha giudicato venti dipendenti dell'ufficio Iva di Pavia, che, dietro pagamento, facevano degli «sconti» ai contribuenti. La Corte li ha condannati a rifondere il mancato introito per lo Stato. E nello stesso modo, potrebbe partire, a seguito delle inchieste sulle Usi, un'azione di rivalsa verso gli amministratori delle Unità sanitarie locali di cui sia stabilito che hanno mal utilizzato 11 denaro pubblico. Entrare alla Corte del conti non è facile. Per partecipare al concorso di ammissione non basta, come nella magistratura primaria, la laurea. E' necessario avere già un grado nell'amministrazione dello Stato, e almeno cinque anni di attività in quell'incarico. Va da sé che gli aspiranti possono vantare un'esperienza notevole di amministrazione statale. I posti non sono mal molto numerosi: sette, otto, dieci; ed è con una punta di orgoglio che fanno notare nel palazzo di viale Mazzini come di rado 1 posti disponibili vengano tutti coperti. personale molto preparato, e l'estrema severità del concorsi ne è una garanzia-. Una volta — dicono — i col- leghi del penale e del civile' avevano la tendenza a guardare dall'alto in basso 1 magistrati amministrativi. Una tentazione che è scomparsa, di pari passo con la crescita di importanza del temi trattati dalla Corte, e con 11 maggiore «ascolto» da parte del governo, del Parlamento e dell'opinione pubblica. «Ci si sta rendendo conto del valore tecnico del referti della Corte dei conti, specie per quanto riguarda la spesa pubblica: Ripercussioni «interne»: una coscienza del proprio ruolo e della propria «vocazione» più forte, un'immagine migliore e più appetibile. E molto lavoro in più. I 540 magistrati (referendari, primi referendari, consiglieri, presidenti di sezione, fino al procuratore generale e al presidente) hanno un'infinità di incarichi. Due sezioni «giurisdizionali» e la procura funzionano come un vero e proprio tribunale. Con inchiesta, processo, sentenza. La vigilanza si estende su tutti coloro che nello Stato, nei Comuni, nelle Usi maneggiano denaro pubblico, sia in entrata che in uscita. In primo luogo bisogna controllare che il «maneggio» avvenga secondo le procedure, correttamente. •L'orientamento che si è accentuato è quello di sindacare la buona ammlnistraeione: non solo verificare se i timbri sui documenti sono a posto, ma anche vedere se la gestione è buona o no». Per questo c'è chi ha parlato, forse in maniera imprudente, di «interventismo» della Corte. Ma questo sistema, applicato — facciamo 11 caso più recente — alle Usi, ha reso trasparenti bilanci con spese di miliardi che prima, cioè fino a tre*-quattro anni fa, erano conglobati nel bilanci regionali, e quindi sfuggivano in larga parte a questo controllo. Sempre per fare un esemplo, ogni tesoriere di Unità sanitaria deve mandare la propria relazione dettagliata alla Corte dei Conti. .Risalendo dal rigagnoli di spesa al fiume, è possibile sia ricostruire in profonditi l'uso del denaro pubblico che verificare la qualità della gestione; dicono In viale Mazzini. Poi ci sono le pensioni: 1 ricorsi per le pensioni di guerra, per la reversibilità, pei* gli «aggravamenti» quando 6 stata riconosciuta originariamente un'invalidità. Un mare di contenzioso (si parla di duecentomila ricorsi giacenti), procedure di necessità lente, con collegi medici legali, visite fiscali. Nell'83 sono stati chiusi 42.969 casi, dalle sette sezioni. Oltre alla branca giurisdizionale, 11 secondo grande ramo di competenza è quello del «controllo» sulla gestione finanziaria degli enti pubblici, dal più grande al più piccolo: sulle leggi dello Stato come sul provvedimento di aspettativa dell'impiegata statale in congedo di mater¬ nità. Alcuni procedimenti sono legali, validi, solo se c'è il «visto» della Corte. Un dipendente dello Stato In missione non può ricevere il rimborso se manca l'imprimatur di viale Mazzini. Ogni magistrato ha più incarichi: 11 magistrato che si occupa dei bilanci del Comuni del Lazio controlla anche 1 conti delle Usi di Roma, ciascuna delle quali «maneggia» decine di miliardi. .Eppure esiste ancora una grossa fetta di trasferimenti delio Stato, entrate e uscite, sui quali non è possibile un controllo: Nelle Regioni, ad esemplo. Non c'è da stupirsi se le richieste di audizione di magistrati amministrativi, da parte delle Camere, siano aumentate. Anche In conseguenza del prestigio sempre maggiore che circonda, ogni anno, la relazione sul bilancio dello Stato che la Corte del conti presenta al Parlamento: un lavoro ponderoso, di migliaia di pagine, preceduto da una solenne «udienza di parificazione», In cui un magistrato illustra la. relazione e 11 procuratore generale compie le sue osservazioni sulla «patologia del documento», E il ministro del Tesoro si trova, teoricamente, nella posizione di un qualsiasi altro «tesoriere» di ente pubblico. Marco Tosatti

Persone citate: Mazzini, Parsifal

Luoghi citati: Lazio, Pavia, Roma