I tre della Cee parlano con Botha ma salta l'incontro coi leader neri di Alfredo Venturi

I tre della Cee padano con Botha ma salta l'incontro coi leader neri Oggi il presidente sudafricano spiega in un documento il suo programma I tre della Cee padano con Botha ma salta l'incontro coi leader neri Due versioni sul mancato colloquio con i dirigenti anti-apartheid: ostacoli frapposti dalla polizia oppure protesta contro i ministri europei ritenuti troppo tiepidi sul caso Mandela DAL NOSTRO INVIATO CITTA' DEL CAPO — Sotto un prezioso arazzo del Seicento, che raffigura l'Europa dialogante con l'Africa, 11 faticoso confronto euro-sudafricano ha affrontato ieri la sua prova più ardua. In quella sala dal riferimenti cosi Incoraggianti, nell'elegante residenza di Oroote Schuur che domina Città del Capo, Pieter Botha ha spiegato 11 suo riformismo al tre Inviati della Comunità. Il lussemburghese Jacques Poos, capo della delegazione, lo aveva detto alla viglila: si trattava di chiedere a Botha un'interpretazione autentica del discorso di Durban del 15 agosto. Un discorso, una enunciazione di programmi e linee di tendenza, che 11 mondo ha accolto con molta delusione, ma che 11 governo di Pretoria presenta, come fortemente innovativo. Per questo, per sapere quali siano 1 limiti del riformismo di Botha, quali gli eventuali programmi non ancora espressi, o che non si vogliono pubblici sotto la pressione della piazza, 1 tre ministri sono venuti al Capo. A Oroote Schuur, nella grazia coloniale di questa casa Immersa In un giardino lussureggiante al piedi del Monte della Tavola. Una dimora che riassume la storia di questo Paese. Sulla facciata c'è un rilievo bronzeo con la scena dello sbarco al Capo, nel 1652, del primi coloni olandesi. Ma fra gli abitatori di questo splendido luogo c'è anche Cedi Rhodes, l'alfiere del colonialismo britannico. CI sarà, un giorno, un presidente nero? Cominciato con un tè nella tarda mattinata, l'Incontro è proseguito a colazione. Poi è stato sospeso, per riprendersi a metà pomeriggio. Nel frattempo 1 tre ministri avevano In agenda un altro colloquio nella sede del consolato olandese. Dovevano ricevere alcuni dirigenti dell'Udf, il Fronte democratico unito, che raccoglie alcune centinaia di organizzazioni antl-apartheld, Ma 1 capi dell'Udf non si sono fatti vedere: limitandosi a comunicare che .attività di polizia ci impediscono di venire', e che condenseranno in un documento 1 loro punti di vista sulla crisi sudafricana. Secondo un'altra versione, l'Udf avrebbe rifiutato di vedere gli europei per protesta contro la mancata insistenza di costoro sul¬ la richiesta d'incontrare Mandela. Cosi, se la giornata di venerdì a Pretoria 1 tre l'avevano dedicata prevalentemente a sentire la voce dell'opposizione, Ieri al Capo hanno ascoltato la voce del potere. C'è stretto riserbo sul conte-' nuto delle enunciazioni di Botha. SI sa che 11 presidente ha Illustrato 1 punti del suo programma di riforme: 11 negoziato con 1 rappresentanti di tutte le comunità per una partecipazione di tutti al potere, le riforme di struttura, la modificazione dei controlli sulla mobilità del neri. Oggi, prima della partenza da Johannesburg, la delegazione europea riceverà dal governo sudafricano un documento riservato: una nota destinata alla riunione ministeriale di coope razione politica in programma 11 10 settembre a Lussemburgo. VI saranno riassunti gli orientamenti governativi, le risposte al chiarimenti richiesti. Con 11 presidente, hanno partecipato agli Incontri di Ieri 11 ministro degli Esteri Plk Botha, e Chris Heunls, che come ministro dello sviluppo costituzionale ha l'incarico di coordinare la reallz-, zazione delle riforme. Già la sera di venerdì Plk Botha aveva dettagliatamente Illustrato la posizione del suo governo. In serata, 1 ministri europei sono tornati a Pretoria, dove oggi avranno altri colloqui: con gli Industriali, con 11 capo dell'opposizione parlamentare progressista Slabbert, con altri esponenti religiosi e ministri, Poi ripartiranno verso l'Europa. Con quali risultati? Negli ambienti della delegazione non si nasconde la fiducia In un gesto distensivo del governo sudafricano. Un gesto che potrebbe consistere nell'annuncio di riforme un po' più vigorose, magari contenuto nella nota che oggi sarà consegnata alla delegazione. Secondo l'ipotesi più ottimistica, forse troppo, il gesto pacificante potrebbe consistere nella revoca dello stato di emergenza. Per un segnale di questo tipo c'è una scadenza appropriata, si fa notare: è il 10 settembre. Quel giorno, a Lussemburgo, 1 tre riferiranno agli altri ministri della Comunità, e faranno le loro raccomandazioni. Poi l'Europa dovrà decidersi: sanzioni, come chiedono Francia e Olanda, o una sorta di Impegno costruttivo all'americana, come propongono Gran Bretagna e Germania. Alfredo Venturi