Traditori-patrioti nella Germania divisa di Frane Barbieri

Il «buco» delle spie Traditori-patrioti nella Germania divisa Il «buco» delle spie Come mai tante spie fra i tedeschi? Dopo il calcio, lo spionaggio sembra diventato lo sport nazionale. Eppure i tedeschi parevano gli. ultimi capaci di fare la spia, di tradire la patria. Prima della guerra, quando imperversava l'euforìa collettiva del nazismo, si usava dire, è vero, che ogni tedesco all'estero faceva l'agente del Terzo Reich. Ma era anche quello un connotato dell'esagerazione patriottica, della partecipazione alla spinta verso un nuovo «Lebensraum» nazionale. Oggi, però, quale potrebbe essere lo «spazio vitale» alla cui ricerca i tedeschi dovrebbero consacrarsi e sacrificarsi? Gli aneliti nazionali possono semmai essere diretti dall'Occidente verso l'Oriente, verso il riscatto dell'altra Germania, soggiogata da un sistema non voluto e anzitutto poco nazionale. Le spie invece crescono come funghi da questa parte, nella Germania Federale, quasi a invertire la logica e la stessa storia. Di fronte al paradosso si è portati a ricorrere ad interpretazioni più sociologiche che politiche: la piaga della corruzione sarebbe arrivata assieme al benessere occidentale e anche, perché no, assieme alla democrazia; le nevrosi della civiltà moderna avrebbero indotto i funzionari e le loro segretarie a vendersi, a prostituirsi politicamente. La verità scovata sul fondo del bicchiere di Joachim Tiedge, però, non convince. Troppo ramificata la rete delle defezioni, improntate più a scelte ideali che ' a quelle di lucro, per fermarsi ad interpretazioni da manuale psichiatrico. Non sembrano affatto isolati casi di sbandamento: altrettanto clamorosi avvenivano durante l'euforia della Ostpolitik di Willy Brandt. Resta la grande meraviglia di fronte alla scoperta del popolo più patriottico del continente intriso di spie traditrici. E se la giusta interpretazione del fenomeno si trovasse proprio sulla scia del nazionalismo? Guenter Grass parla di «un buco nella coscienza nazionale», scaturito dalla disfatta bellica. L'inclinazione allo spionaggio può venire appunto dal tentativo, o dalla tentazione, di colmare quel buco, tanto più quando il presunto tradimento non si rivolge ad uno Stato straniero, ma si esplicita invece a favore di un'altra Germania. Il motore dev'essere ricercato in quel che diagnosticava un altro scrittore emblematico, Heinrich Boell: e Noi tedeschi abbiamo una carica storica speciale». Una carica che nella «difficoltà storica di essere tedeschi» (Boell) non aveva mai indotto gli occidentali a considerare quelli orientali meno tedeschi di loro, né quelli comunisti a considerare la Repubblica Federale più tedesca della Repubblica Democratica. Sconfitti e disarmati da ambedue le parti, come diceva ancora Grass, per la maggior parte i tedeschi si sentono portati alla ricerca dell'«ora zero», quando, gettando questa volta una ad una volontariamente le armi, si vedrà aperta la prospettiva storica della riunificazione. Il modo di colmare il buco nella coscienza nazionale e la carica storica speciale possono risultare anche male indirizzati, anzitutto nei giudizi dei non tedeschi. Tuttavia non c'è di che meravigliarsi se in un grande popolo sconfitto e diviso, frustrato a causa delle sue colpe e dei suoi meriti, si vede nascere la tendenza a considerare la sovranità nazionale, presa nel suo insieme, come una sovranità limitata. Partendo da una simile sindrome, lo spionaggio a favore della Germania dell'Est diventa un'operazione con motivi patriottici: allenta i legami e la sudditanza verso l'Alleanza atlantica, contribuisce a diminuire il gap tecnologico e civile che distanzia le due patrie, aiuta la conquista degli spazi autonomi per la futura Germania. Anzitutto se si accompagna alla convinzione che l'Urss sia più interessata degli Usa ad una riunificazione delle due Germanie, al prezzo della neutralizzazione, dato che la separazione della Germania compor¬ terebbe in pratica lo sgretolamento dell'Alleanza occidentale e della Comunità europea. Uno sgretolamento a cui si prestano già le spie tedesche, ispirate alla buona causa pantedesca. Non si tratta della scelta di un altro blocco o di un'altra ideologia, è una scelta che nella visione di una grande e superiore Germania va al di là dei blocchi e delle ideologie che la tengono divisa e assoggettata. Il fenomeno dello spionaggio tedesco, per le sue motivazioni, richiama le famose spie atomiche, anch'esse a suo tempo sconcertanti. Scienziati illustri e funzionari immacolati passavano i segreti, spesso passando anch'essi fisicamente, all'Unione Sovietica, convinti che un equilibrio delle conoscenze scientifiche avrebbe portato all'equilibrio degli armamenti nucleari indispensabile per' scongiurare una guerra. Secondo i vari punti di vista la storia ha dato ai transfughi nucleari torto e ragione: hanno scongiurato la deflagrazione ma le armi atomiche non sono riusciti ad eliminarle e nemmeno a contenerle. A differenza delle bombe nucleari, nel caso della Germania e delle sue spie si aggiunge una nuova incognita: la Germania scoppia unita o divisa? Frane Barbieri

Persone citate: Boell, Grass, Guenter Grass, Heinrich Boell, Joachim Tiedge, Willy Brandt