Per avere un futuro non basta chiudersi in sé

Lasch critica la «cultura del narcisismo» Lasch critica la «cultura del narcisismo» Per avere un futur non basta chiudersi In sé T^RA gli esponenti attuali della, «critica della cultura», Christopher Lasch si distingue da lustri sia per la capacità di collegare fra loro eventi e settori affatto disparati della vita sociale, mostrando come nella realta essi concorrano a modificare in un sol senso la struttura della personalità del nostro tempo, sia per la sua preparazione pslcoanalitica. che fa apparire inconsistenti molti ■altri lavori sulla stessa tematica affidali, anziché ad una solida conoscenza dei meccanismi della psiche, all'intuizione. Tali doti spiccano con rinnovata vivezza ne 17o minimo, in cui Lasch prosegue la sua avvincente analisi, iniziata con La cultura del narcisismo, delle strategie che la psiche adotta per sopravvivere nella società contemporanea. •In un'epoca di turbamenti — esordisce Lasch — la vita quotidiana diventa un esercizio di sopravvivenza... In stato d'assedio l'io si contrae, si riduce a un nucleo difensivo armato contro le avversità. L'equilibrio emotivo richiede un io minimo, non l'io sovrano di ieri». Questo ripiegamento della psiche su se stessa, il suo concentrarsi sui bisogni individuali e sui propri stati emotivi, osservabile da decenni, col relativo declino della disposizione all'impegno pubblico di cui hanno ampiamente discusso, oltre a Lasch. autori come Hirschman e Sennett. è stato interpretato in vari modi. Per alcuni, si tratta soprattutto d'una crisi del Super-io e dei processi sociali che lo formano. La ricetta per restituire forza al Superio è ovvia: ci vuole maggior autorità nella famiglia, nella scuola e nello Stato. A slmile interpretazione tendenzialmente conservatrice, sebbene formulata a volle anche da critici che non si ritengono conservatori in politica, la critica delia sinistra liberale ne ha opposto un'altra che vede nella personalità egocentrica una crisi dei- «Stella per stella» di Bianucci George Segai, «Tre persone su quattro panchine) (1978) l'io razionale, un'alterazio¬ cuse furono la bibbia di cuse furono la bibbia di tale rivolta radicale contro i consumi di massa, la produzione di massa e la correlativa massificazione della psiche. Essa iscrisse sulle proprie bandiere la politica del privato e il bisogno di realizzazione di sé, ovvero le ragioni del narcisismo. Secondo Lasch. la politica dell'io privato è pienamente comprensibile come reazione agli olocausti di metà del secolo, ed alla prospettiva di quello definitivo che da allora incombe su di noi come sfondo permanerne del quotidiano. Ciò nonostante essa non rappresenta in alcun modo un antidoto alla massificazione, un contri¬ ne dei rapporti tra il se e il mondo sociale. Ad essa si può porre rimedio per mezzo di un'educazione — e non soltanto la scuola, ma anche la politica educa — finalizzata a produrre persone dotale d'una forza interiore tale da consentire loro di formulare liberamente giudizi discriminanti tra una pluralità di opzioni morali. La controcultura degli Anni 70. nota Lasch. credette di demolire entrambe queste Interpretazioni In nome dei sentimenti, del recupero del corpo, della necessità di ritrovare la continuità con la natura. I libri di Norman Brown e di Herbert Mar¬