Gli esuli russi della Riviera

Incontri nelle vie di Sanremo Incontri nelle vie di Sanremo Gli esuli russi della Riviera Arrivarono qui dopo difetto degù' italiani? DAL NOSTRO INVIATO SANREMO — Dalle porte socchiuse del vicolo si affacciano bambini. Nella bottega affollata di mobili, statue, tappeti, nel cuore della città vecchia, Elisabetta Neris osserva un turista che ha appena acquistato un piatto sul quale è dipinto un gatto. 'L'ho fatto io. In tanti anni non ho mai smesso — dice la signora Elisabetta, che questa settimana compie. 85 anni — e mi piacerebbe curarli di più, ma la gente vuòte cose facili. Si campa meglio dipingendo posacenere che non quadri*. La pittrice fa parte della sempre più piccola comunità russa nella Riviera italiana, sparsa tra Alessio e Ventlmlglia, affezionata in particolare a Sanremo, giunta qui sulla scia di un'antica tradizione, spinta dalla ventata rivoluzionaria che vide la fine degli zar. Il primo riferimento a esuli russi sulle coste liguri nelle cronache italiane è di 65 anni fa, nell'agosto del 1920, anche se parecchi erano arrivati prima, in cerca di un lavoro qualsiasi, di un Paese in cui ricominciare a vivere. Quanti sono oggi? Risponde la signora Neris: 'Slamo pochi se si considerano soltanto quelli di allora come me, anche se abbiamo saputo invecchiare bene. Se però si contano quelli che vennero dopo con i nipoti nati dal figli, allora siamo qualche centinaio*. In alcuni casi il nome si è italianizzato, come Sergio Surlce, di Porto Maurizio, che in origine si chiamava Sourikov. «Sono nata a Odessa — aggiunge la signora Elisabetta — quando il 1900 cominciava. La mia famiglia è di origini lituane e abbiamo avuto antenati militari e anche una poetessa illustre. A 18 anni lasciai la Russia con i miei; mio padre, impiegato statale, era senea lavoro. Dopo un breve soggiorno a Veneeia, venimmo a La Spezia, dove sposai un architetto austriaco che lavorava in Riviera. Quando rimasi vedova, la mia passione per la pittura mi aiutò a vivere e in Liguria mi sentii subito a casa mia*. Come ricorda la Russia di ieri? «Come un sogno lontanò. Le compagne di scuola, la casa sotto la neve, i canti nelle ricorrente, i cori bellissimi che ritrovo talvolta qui, nella chiesa russa così calda e famigliare*. Conosce qualcuno che sia tornato in Russia? 'Solo un mio conoscente; è stato là per quasi un mese e poi è rientrato a Nervi. Dice che non è stata un'esperienza romantica. Non ha sentito nulla nel cuore che gli riportaste qualcosa di lontano*. Lei tornerebbe? Scuote 11 capo fissando del cavalli al galoppo in un quadrò ad olio. Ha rapporti con parenti rp la Rivoluzione - Il «Troppe lamentele» e 1 l d i che abitano in Russia? •Avevo una cugina, ma da tempo non ricevo sue lettere. Penso sia morta. Forse può parlare con Fedor, magari ne sa pili di me Fedor Perov ha 73 anni e dal genitori fu condotto fuori dalla Russia quando era ragazzino. Non.rammenta 11 passato. Ama la letteratura russa, la poesia, la musica russa. Pensa, si prova a domandargli, che qualche «osa' possa cam-1 bla re con Oórbaclov? •/'. nòmi ci volti non dicono niente. E' il sistema che per ora non cambia*, dice. Ha contatti con qualcuno che vive in Russia? «Con un conoscente che aveva fatto anni fa un viaggio in Italia. Una lettera ogni tanto ma non mi dice molto; parla soltanto della salute, del tempo, mi allega qualche cartolina illustrata*. Che cosa pensa del caso Sacharov? 'Leggo ciò che scrivono i giornali. Dev'essere stato un errore trattenerlo contro la sua volontà e perseguitarlo. Così si è fatta troppa pubblicità, ma sono convinto che siano centinaia come Sacharov, anche se noi qui non lo sappiamo*. Crede che Gorbaciov rispetterà gli accordi di Helsinki sui diritti umani, di cui si parla cosi spesso proprio in questi giorni? «Afe discutevo qualche sera fa con un amico che è vicino all'ambiente di Amnesty International. Gorbaciov farà quello che potrà. Dietro di lui c'è un meccanismo, un apparato; chi è al vertice ha molto potere ma non tutto*. Ha rapporti con gli esuli del dissenso sovietico che risiedono in Europa o in altre parti del mondo? «JVo, forse li cercherei se fossi piti giovane, ma ormai la mia speranza è di vivere ciò che mi rimane in pace. Sono stato in Svlzeera e da cinquantanni abito qui, in Italia. Davvero un'altra guerra non la vorrei*. Si sente russo oppure italiano, dopo tanto tempo che vive qui? «Mi sento e mi considero russo anche se l'Italia mi piace molto. Pure gli altri miei connazionali che stanno qui, in Riviera, si trovano bene*. Qual è 11 difetto più evidente che nota negli italiani? Il signor Perov rlspon de subito: «L'abitudine di autocritìcarsi, di vedere sempre in se stessi ciò che non va, di denigrarsi. Lo sento quasi ogni giorno mi dispiace. Per fortuna, questo Paese cosi ospitale sa anche ridere e io fa volentieri. Oli italiani si criticano ma ridono. Non prendono mai nulla sul serio e credo siano sempre stati cosi. Forse dipende dal sole, dalla cucina, dalle cantoni, dal mare'. Anche quando leggo qualche cosa che parla della Russia non posso trovare nostalgia stando qui, perché mi trovo bene». Renzo Rossotti Parigi. Due Immagini dei arg g Li 1 ■ " •' ; J,.?: La maggior par

Persone citate: Elisabetta Neris, Fedor Perov, Gorbaciov, Perov, Renzo Rossotti, Sacharov, Sergio Surlce