Wellington fa retromarcia Oggi parlerà Greenpeace di Enrico Singer

Wellington fa retromarcia Oggi parlerà Greenpeace Ma in Francia la vicenda della nave affondata non è chiusa Wellington fa retromarcia Oggi parlerà Greenpeace Il premier neozelandese afferma che le dichiarazioni del collega di Parigi sono «quanto di più vicino alle scuse» si possa immaginare - Attesa per le rivelazioni del movimento pacifista PARIGI — Per il governo francese, dopo tre settimane di rivelazioni e di polemiche sempre più imbarazzanti sul caso Greenpeace, una.boccata d'ossincno. Il primo ministro neozelandese David Langc he «accolto con soddisfaZll r-« : dichiarazioni del suo ce i \ varigino Laurent Fabia* .1 ' '■•'no sul piano diplomatico, la tensione si alVnfa. La 1'; ncia tira un sottro d- sollievo, ma la incenda non è affatto chiusa. L'affondanwnto del battello pacifista ^alnbo»v 'Varrior promette nuovi oc accolpi. Il confronto Parigi-Wellington, scoppiato subito dopo il sabotaggio, era soltanto uno degli elementi del grande puzzle spionistico. Nemmeno il più importante, anche se era cresciuto giorno per giorno, portando i due Paesi quasi al punto di rottura. Il governo neozelandese aveva definito incredibile il rapporto del 'grande saggio» francese Bernard Tricot, che ha assolto i servizi segreti parigini. Aveva chiesto scuse formali. Fabius, nel suo discorso di martedì, in realtà non ha fatto molte concessioni alle tesi di Wellington. Anzi, si è mostrato piuttosto duro. Ha detto che se la Nuova Zelanda ha delle prove, le riveli. Ha ripetuto che gli interessi nucleari della Francia nel Pacifico non possono essere contestati da alcuno (e, a parte i pacifisti di Greenpeace, anche la Nuova Zelanda ha puntualmente protestato contro gli esperimenti H nell'atollo di Mururoa). Si è limitato a «comprendere» J'emozione sollevata in Nuova Zelanda dall'attentato. Tuttavia, Lange ha fatto sapere ieri che le parole di Fabius sono «quanto di più vicino possibile» alle scuse formali richieste. Il riferimento, si dice a Parigi, è all'ammissione che nel servizi segreti c'è del marcio, alla promessa che si continuerà a indagare. Ma si dice anche che, come era prevedibile, alla fine hanno prevalso interessi più grandi. Conservare buoni rapporti con la Francia è importante per Wellington. Notava Le Monde che le esportazioni di burro neozelandese nella Cee (oltre le quote ammesse) sono passate finora grazie all'appoggio di Parigi. E certi favori si ricambiano. L'impressione è che, dopo lo smarrimento iniziale, tutti recitino la loro parte. L'insospettabile funzionarlo di fede gollista (Bernard Tricot) che avalla l'auto-assoluzione della Francia. Il primo ministro Fabius che, di fronte ai dubbi generali sollevati dal rapporto, ammette qualche possibile deviazione e annuncia controlli sui servizi segreti. Ora. Lange che indietreggia dopo avere fatto la voce grossa per lintervento di 007 di una potenza straniera sul territorio del suo Paese. Ma il copione non è ancora tutto scrìtto. In carcere in Nuova Zelanda ci sono due agenti dello spionaggio francese che devono dimostrare la loro estraneità nell'attentato. E Greenpeace annuncia rivelazioni. Oggi il leader del movimento pacifista, David McTaggart, terrà una conferenza stampa a Parigi, nella tana del lupo. Lancerà accuse, forse fornirà delle prove. Comunque attirerà l'attenzione dell'opinione pubblica sulla battaglia antl-nucleare che, in ottobre, scoppierà nelle acque dell'atollo di Mururoa, anche senza il Rainbow Warrlor. Enrico Singer

Persone citate: Bernard Tricot, David Langc, David Mctaggart, Fabius, Lange, Laurent Fabia