Su la maschera, re dei matti

Su la maschera, re dei matti «Karnabal» di Carles Mira, divertente e oltraggioso apologo Su la maschera, re dei matti La sezione Venezia De Sica inaugurata da «L'amara scienza» di Nicola de Rinaldo: crimine a Napoli per sopravvivere VENEZIA — Un giovanotto viene amichevolmente prelevato dalla sua auto, caricato su una mongolfiera, trasportato in un immaginario paese carnevalesco dove gli abttanti in maschera lo incoronano Re dei Matti, dei Balordi, dell'Allegria e dell'Orgia: donne misteriose lo seducono, il diavolo lo tenta con successo, i Re Magi gli recano in dono sigari e caffè, assiste a parodistici spettacoli religiosi. Si mescola a streghe e mostri, presiede a quella festa carnale e trasgressiva, sboccata e sovversiva che è storicamente il carnevale, datido un comandamento al suo popolo precario: «Toccate e sarete toccati-. Al termine del suo breve regno, viene condotto ad assistere a uno spettacolo che sintetizza la storia dell'uomo. Nel balletto della Genesi c'è Dio coti la barba bianca e il cilindro da Paperone, e risulta risolto l'eterno problema del sesso degli angeli: non sono donne né uomini, ma travestiti. Karnabal è realizzato da Carles Mira, deriva da due spettacoli teatrali: è ben fatto, oltraggioso, divertente, ricco di bella musica L'amara scienza di Nicola de Rinaldo, napoletano, 43 anni, ha inaugurato VeneziaDe Sica, la rassegna che ospita i giovani registi italiani: è tratto da un vecchio romanzo di Luigi Compagnone (che recita anche una parte), interpretato bene da Massimo Abbate, Remo Girone, Lina Polito, Mario Scarpetta, prodotto dalla Terza Rete televisiva della Rai. Due fratelli e una sorella cercano con disperazione venti milioni da pagare a un funzionarlo delle tasse per non perdere il poco che hanno, la casa e i mobili; non li trovano, per salvarsi dovranno costringersi a compiere un atto criminale. La storia accompagna lo spettatore attraverso personaggi, paesaggi urbani e sociali di Napoli: con molta attenzione ed efficacia, con scoperte inedite assai contemporanee, con una miracolosa assenza di banalità che sostituisce al cinema di denuncia un'analisi più umana che politica, addolorata e innamorata, della città cosi bella e cosi perduta. 1, t.

Persone citate: Carles Mira, De Sica, Lina Polito, Luigi Compagnone, Mario Scarpetta, Massimo Abbate, Remo Girone

Luoghi citati: Napoli, Venezia