Mafia, pericolo atlantico di Francesco Fornari

Mafia, pericolo atlantico Al convegno Onu sul crimine i dati della collaborazione Italia-Usa Mafia, pericolo atlantico Il direttore dell'Fbi, William Webster, ha riferito sulla lotta alla «pizza connection» - Incontro di Martinazzoli con la delegazione americana per l'estradizione di Pazienza: forse una svolta - La piaga dell'alcolismo in Unione Sovietica - Amnesty International contro tortura e pena di morte DAL NOSTRO INVIATO MILANO — E' un convegno molto eterogeneo quello che si è riunito a Milano per concordare i mezzi della lotta alla delinquenza e per migliorare la giustizia penale. L'ordine alfabetico rischia di provocare situazioni imbarazzanti: le delegazioni dell'Iran e dell'Iraq, nazioni in guerra, sono vicine di banco. Ieri gli iraniani non si sono presentati e i delegati iracheni hanno occupato anche i loro scranni, quasi un gesto di sfida. •Rappresentanti dei Paesi della democrazia parlamentare siedono accanto agli esponenti delle nazioni del totalitarismo socialista o reazionario, quelli in cui si applica una legislazione garantista d'avanguardia lavorano gomito a gomito con 1 delegati di Paesi nel quali si applica la legge islamica, che punisce i ladri col taglio della mano, le adultere con la lapidazione. E'difflcile Immaginare che ne escano risultati positivi, anche se è importante che Stati tanto diversi accettino di confrontarsi per studiare la migliore strategia per combattere la criminalità. Gli Stati Uniti perdono ogni anno 40 miliardi di dol¬ lari per l'attività della criminalità organizzata e il 17 per cento delle risorse del Fbi viene impiegato per combattere l'industria del crimine. Sono dati forniti da William Webster, direttore del Fbi. Negli Stati Uniti — ha detto — esistono 24 organizzazioni criminali che agiscono con i metodi della mafia siciliana, con la quale hanno in comune una "commissione" che decide la politica criminale da seguire*. Parlando della collaborazione fra l'Italia e gli Usa, Webster ha detto che i due governi hanno dato vita ad una partnership •nell'ambito della quale i due ministri degli Interni presiedono, due volte all'anno, gruppi di lavoro che si incontrano per trattare i problemi comuni e accelerare le pratiche di estradizione". A questo proposito gli è stato chiesto perchè si tarda tanto a concedere l'estradizione di Francesco Pazienza, malgrado sia già stata inviata da tempo la richiesta documentazione alle autorità americane, «/o sono — ha risposto il.direttore del Fbi — un funzionario di polizia e non posso interpretare le decisioni della magistratura. So tuttavia che il lavoro concordato fra polizia e magistratura è a buon punto e spero die richiesta italiana possa essere presto soddisfatta». Sull'estradizione del faccendiere italiano implicato in numerose inchieste si è volto anche un incontro tra la delegazione italiana e quella americana, sollecitato dagli Stati Uniti, per verificare, come ha detto lo stesso ministro Martinazzoli, l'accordo di collaborazione tra i due Paese firmato nell'83. 'E'stata fatta una valutazione positiva — ha osservato il ministro — della collaborazione William Webster ha poi illustrato le iniziative prese dalla polizia americana per fronteggiare il fenomeno della criminalità organizzata, spiegando che sono stati presi contatti con le autorità elvetiche per eliminare i «santuari» svizzeri nei,quali trovano rifugio finanziarlo molti cittadini americani. Ribadendo che il traffico della droga è una delle fonti maggiori di ricchezza della mafia, Webster ha affermato che di recente *nel Middle West è stata scoperta un'organizzazione siciliana, la "pizza connection", che realizzava affari giganteschi col commercio dell'eroina». Webster Ha concluso dicendo che «per sconfiggere la mafia, ci vorrebbero tanti Buscetta». L'anno scorso negli Stati Uniti sono stati processate e condannate più di tremila persone associate alla mafia. Ieri i delegati si sono occupati delle nuove dimensioni della criminalità e della prevenzione del crimine nel contesto dello sviluppo: otto Paesi — Argentina, Australia, Danimarca, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Samoa, Svezia e Venezuela — hanno presentato un progetto di risoluzione che impegna tutti gli Stati membri ad intensifl- care la lotta contro la criminalità organizzata. Il vicemlnistro degli affari Esteri dell'Unione Sovietica, M.B.K. Elisov, ha auspicato l'adozione di tutte quelle iniziative di carattere internazionale atte ad impedire il ripetersi di fenomeni come il fascismo e il nazismo. Ma ha ribadito che il congresso deve tener conto del principi giuridici internazionali, soprattutto della non ingerenza negli affari interni degli 8tati. Elisov, con un esplicito elogio al regime sovietico, ha affermato che in Russia la criminalità è sensibilmente diminuita negli ultimi 60 anni e che nel suo Paese il 43 per cento dei crimini è commesso da persone ubriache, individuando nell'alcoolismo la piaga più pericolosa. Per il ministro della giustizia di Cuba, Juan Escalona Regueba, la lotta contro il crimine si può vincere migliorando il livello di vita della popolazione. Della tortura e dell'abolizione della pena di morte (che esiste ancora in 134 Pae si, sul 159 che fanno parte deli'Onu). si è discusso in una conferenza promossa da Amnesty International. Francesco Fornari