Estate tv '85, un grande vuoto di Ugo Buzzolan
Estate tv '85, un grande vuoto Da questa settimana il video riacquista vitalità: un amaro bilancio Estate tv '85, un grande vuoto Cinema sempre in replica, scaduto al rango di merce da strapazzo, fiumi di canzonette e informazione al minimo In questa settimana si è riaperta la Rai di viale Mazzini e ha ricominciato a funzionare l'organizzazione dei network. Ufficialmente sarebbe da considerare chiusa la vacamo estiva: non è che dai programmi la cosa salti agli occhi (in Rai si avverte un po' di movimento per la Mostra del cinema di Venezia), comunque da questa settimana il quadro televisivo dovrebbe via via, sia pure assai lentamente, mutare, e riacquistare vitalità. La vacamo è stata lunga, molto lunga, non è mai stata totale come quest'anno. Il discorso riguarda tutti, Rai e private, ma per la Rai, tv pubblica, la questione è naturalmente piii seria. SI è avuta veramente da parte dello spettatore la sensazione ette i palazzi televisivi avessero sprangato la porta e avessero appeso il cartello 'In ferie sino alla fine d'agosto-: una programmazione rimediata, abborracciata, messa in piedi tanto per riempire il video o, meglio, tanto per dare un supporto alla pubblicità che con la sua invadema tonante è apparsa la vera dominatrice dei teleschermi estivi. Non arrivo a dire che non ci sia stato niente di buono: qualche recupero di validi film, un gruppetto di opere liriche, un paio di trasmissioni sul quarantennio della bom ba a Hiroshima, alcune cronache sportive (ma queste — come dire? — erano dirette, obbligate, •inevitabili-). Di fronte a poche cose decenti, un mare di cose negative'e di lacune. La scarica di repliche su Rai e network è stata impressionante. La carema quasi assoluta di prodotti originali ha fatto si che sul video si rovesciasse una scarica di film: ma nella stragrande maggioranza erano in replica, visti due, tre, dieci volte, coti che anche una pellicola di valore poteva risultare frusta, ovvia, insopportabile (e sui network puntualmente mitragliata e massacrata dagli spot). Ormai da tempo il film in televisione è diventato oggetto di scriteriato consumo e di riciclaggio perpetuo; ma mai come in questa estate è scaduto al rango di merce da strapazzo, infilato in ogni dove quale tappabuchi. Accanto a quelle dei film, repliche a gogò di varietà, documentari, sceneggiati, telefilm, telenovelas, cartoons: la sagra del già visto, del risaputo sino alla sazietà, dell'imparato a memoria. A legare le repliche, fiumi indifferenziati di canzoni e canzonette, di complessi noti e ignoti, di divi e di cani latranti; e sulle private alcuni dopolavoristici giochini, e sulla Rai l'informazione die però è sempre stata ridotta al minimo, cioè ai telegiornali e a qualche raro ser •(.-io relegato : Mrda ora. Questo è un pi» '.. *u "Mi mi sembra necessario b?'\°rev d'estate la vita non . . a, anzi. Diamo un'occhiati, ai giornali delle «corse setUr. irne, erano tra ''..ariti di avvenimenti, di polemiche, di grossi problemi piano nazionale e internazionale, di fatti che toccano da t<c>ro la pace, la salute, llncolunuti V costume, l'economie qv- • na, il nostro futuro ec< . ai tutto ciò in tv si è avuta — e non sempre — scarta e 'parodica eco contenuta nelle galoppate dei TG. Forse la realtà estiva era meno importante e interessante du trattare perché quasi tutti i politici erano in vacanza e non potevano concedere lo solite Interviste che costituiscono ormai l'ossatura di tanti notiziari? Confidiamo genericamente nella ripresa d'autunno; ma intanto l'estate '85 sarà ricordata come un lungo, grande vuoto. Ugo Buzzolan
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