L'ultimo degli zingari raccontato da un gitano

L'ultimo degli zingari raccontato da un gitano PRIME FILM: «L'uomo perfetto» di Gatlif L'ultimo degli zingari raccontato da un gitano L'UOMO PERFETTO (Les Prlnces) di Tony Gatlif con Gerard Darmon, Muse Dalbray, Celine Mlliton, Concha Tavora, Marle-Hélène Rudel. Drammatico a colori, Francia 1984. Cinema Chaplln 1 a Torino. Come può finire nell'Algeria degli Anni Cinquantaun ragazzo di estrazione gitana, che riceve visite solamente dal poliziotti e tarda penosamente nell'apprendere a leggere e a scrivere? Nel caso felice di Tony Oatlif, regista di L'uomo perfetto, è accaduto che un maestro appassionato di cinema gli abbia rivelato l'arcano del mondo delle Immagini. Cosi — e In fondo non fu troppo diversa l'esperienza di Francois Truffaut — il ragazzo si getta antmalescamente nello studio e nel disegno per recuperare il tempo perduto. Diventa consapevole di se stesso e anche consapevole di quanto valgano la destrezza e la furberia: finisce ladro, vagabondo, forse bruciato. Infine, entrato In un teatro dove recitava Michel Simon, riascolta la vecchia vocazione, si getta nuovamente e con maggiore de¬ terminazione sul libri diventando attore e autore. Oggi, a un anno dall'affermazione nell'ultimo Festival di Taormina, monsleur Oatlif impone il primo lungometraggio tutto suo nel circuito commerciale. Lo fa con ruvida bravura, attaccandosi forsennatamente alla dedizione del giovane Gerard Darmon e della vecchia Muse Dalbray, che non sono zingari ma attori d'istinto 1 quali ne intuiscono la pittoresca generosità. Il film, un continuo alti e bassi di sensazioni e di sfide, riproduce l'universo per poco ancora forte e spontaneo di uno degli ultimi gitani. Questo Nara. ugualmente bravo e svogliato sia nel lavorare sia nel rubare, esibisce la sua individualità con il calore d'uno zingaro dell'antichità. Ha lasciato la moglie perché prendeva la pillola, è diffidente nel confronti della mamma che compita sul sillabarlo un primitivo francese, ha proibito alla dolce figlioletta di vedere la madre. Per Nara scocca un lugubre avvertimento: l'unica altra donna che condivideva le sue furie e le sue passioni muore di colpo quasi a segnare senza commento il trapasso di un'epoca. Invano la figlia porta la migliore pagella della classe e la madre combina Interviste per sollevare il problema del nomadismo. Nara prosegue nelle sue smanie senza accondiscendere alle mute profferte dell'ex moglie (la presenza costante e silente di questa donna affascinante rappresenta figurativamente un momento bellissimo). Secondo un accumulo di scene madri ormai insolite nel cinema contemporaneo, Gatlif assesta un altro colpo all'eroe in disarmo. Sua madre gli viene meno senza grandezza da un'ora all'altra perché si è pantagruelicamente riempita la pancia d'un pranzo snobbato da una coppia litigiosa. Risuo nano I patetici canti fune bri degli zingari e Nara, ac compagnato dalla cinepresa di Gatlif, rientra nel ran ehi. La bravata della povera vecchia, descritta con lirismo ma senza partecipazione, Ìndica che nessuno sa vivere al di fuori del proprio tempo. Tony Gatlif sembra sussurrare quest'amara verita a Nara piegato dal do lorc. p. per. l/affascinante moglie c la figlioletta ripudiale da Nnra

Luoghi citati: Algeria, Francia, Taormina, Torino