Fuga con miliardi tinta di rosa di Remo Lugli

Fuga con miliardi tinta eli rosei Cremona, la storia dell'industriale Alquati scappato con la giovane Michela Ferrari Fuga con miliardi tinta eli rosei Il re dei suini era sull'orlo della crisi - Recuperata in banca una parte del denaro - L'imprenditore è nascosto in Romagna o si è rifugiato all'estero? - Assemblea dei dipendenti: in pericolo il posto di lavoro DAL NOSTRO INVIATO CREMONA — In questa vicenda dell'industriale di salumi Mario Alquati, 39 anni, fuggito con una bionda ventenne, Michela Ferrari, che poco più di un mese fa gli aveva dato una bimba, Beatrice, di rosa c'è soltanto il nome del marchio con cui l'imprenditore commerclabilizzava i suoi salumi, 'il porcellino rosa». A mano amano che passano 1 giorni l'aspetto ròsa dell'avventura d'amore sfuma, si tramuta in giallo. Le indagini che gli inquirenti svolgono, guidati dal sostituto procuratore dottoressa Nuovo, dimostrano sempre più che la donna non è il motivo principale della fuga dell'Alquatl. Se l'è portata dietro, ammesso che cosi sia perché non c'è nemmeno la sicurezza che siano partiti insieme o ancora lo siano, visto che questa era la donna di turno. E' sempre più evidente che l'industriale se ne è andato cercando di portar via il mag' glor quantitativo di denaro possibile (l'ammanco potrebbe aggirarsi sui venti miliardi) perché capiva che con le sue aziende stava addentrandosi in un vicolo cieco al fondo del quale ci sarebbe stato il fallimento. Sette anni fa Mario Alquati incomincia a lavorare in polli, poi passa ai salumi. Ha molta iniziativa, ha occhio commerciale e polso imprenditoriale Riesce a trovare l'appoggio delle banche che gli concedono fidi e con il denaro avuto in prestito costruisce la sua prima azienda, la Ciuffo, che macella suini e vende carne fresca. Un anno e mezzo fa crea la Tomi, la quale lavora e insacca la carne prodotta dalla Ciuffo e ne commercia lizza altra, comperata anche all'estero. Gli esperti che stanno esaminando la situazione di queste due fabbriche constatano ora che, sebbene esse figurassero ancora in utile, anche se leggero, non potevano alla lunga rimanere attive, perché avrebbero dovuto lavorare almeno ottomila maiali la settimana. Il magistrato non ha per ora emesso alcun provvedimento penale contro l'imprenditore se non 11 ritiro del passaporto e della carta d'identità. La dottoressa Nuovo ha Invece approfondito l'indagine sulle carte, sui conti e sulle banche per cercare di bloccare i soldi ancora recuperabili. E c'è riuscita in buona misura: ha riportato nelle casse delle aziende almeno sette o otto miliardi che stavano per passare nelle mani del fuggitivo. Le operazioni che l'Alquati ha compiuto e forse sta ancora compiendo sono complesse. Potendo disporre di poco liquido, ha lavorato sugli assegni bancari e circolari dei pagamenti dei clienti e ha rastrellato molto denaro con nuovi fidi che gli sono stati concessi da diverse banche proprio nelle ultlm'è^settimane. Più di un direttore d'agenzia bancaria è in difficoltà per avere concesso prestiti sulla parola, per centinaia di milioni, magari perchè l'imprenditore gli aveva mostrato nuovi contratti stipulati con aziende-clienti, contratti forse non sempre autentici. Ha razziato non solo denaro liquido, ma anche denaro realizzabile attraverso merce che dirottava verso suoi magazzini. Uno di questi, ad esempio, è stato trovato a Lugo di Romagna. Nel salumificio di Doriano Golfera c'era merce «nera» di Alquati per un valore di quattro miliardi. • Si pensava nei giorni scorsi che l'Alquati e la sua blonda accompagnatrice potessero già essere in Sud America o in qualche isola della Polinesia; ma adesso si è più propensi a credere che i due non siano cosi lontani, ma approdati a lidi quasi nostrani, la Romagna, ad esemplo. Una parte della sua rete per la raccolta del denaro Mario Alquati l'aveva intessuta proprio In quest'area, a Ravenna e a San Marino. In una banca del piccolo Stato sono stati sequestrati dal magistrato cremonese un miliardo e 700 milioni che erano stati versati, mediante assegni emessi dall'industriale o passati attraverso le sue mani, da Aurelio Voltangoli, 71 anni, residènte a Ravenna, persona di fiducia dell'avv. Franco Jorl.'pure di Ravenna. Sul taccuino della dottoressa Nuovo ci sono annotati, per ora senza alcun provvedimento, i nomi del Voltangoli, uomo che hàiàvuto una cinqifaritina. di Recedenti penali, ìfel-'suo datore di lavoro avv. Jori e di una signorina dello studio, Marisa Venturi, 31 anni. Ieri mattina si è tenuta un'assemblea del dipendenti, domani sera 11 consiglio comunale di Vescovato, il comune nel quale hanno sede gli stabilimenti, a 13 chilometri dalla città, si riunirà in seduta straordinaria per discutere di questo problema. C'è la prospettiva di affittare la Ciuffo e la Tomi a una cordata di 14 conferenti di materia prima, cioè fornitori di maiali; un'altra cordata farebbe capo alla cooperativa Bertano di Castelverde (Cremona), pure salumificio. Fra i dipendenti c'è la speranza che la situazione si possa risolvere nel giro di una decina di giorni. Il commissario per ora ha autorizzato la vendita della merce congelata giacente nei frigoriferi, che ammonta a circa 8 mila quintali. Di «Ciuffor, come è soprannominato l'Alquati dal nome della sua prima-azienda, non ci sono notizie, oltre quelle che lui stesso ha dato con lettera Imbucata a Bologna il 16 agosto, sette giorni dopo la fuga: che è ricoverato in clinica per malattie nervose e affetto da depressione psichica. Remo Lugli Michela Ferrari, protagonista d'una fuga d'amore o d'un «giallo»?