E' finito il «sacco del Circeo» Ma l'azienda-parco renderà? di Liliana Madeo

E9 finito il «sacco del Circeo» Ma Vazienda-parco renderà? Il 2 settembre scatta l'acquisizione di altri 1600 ettari E9 finito il «sacco del Circeo» Ma Vazienda-parco renderà? Tre laghi e un territorio che comprende importanti attività agricole private che lo Stato s'impegna a incentivare - Un ambizioso programma culturale ROMA — Il Parco nazionale del Circeo si allarga. In termini burocratici si chiama «occupazione d'urgenza»: In base a un decreto prefettizio, il prossimo 2 settembre, una semplice cerimonia sancirà l'acquisizione di 1600 ettari di territorio. E' il passaggio di proprietà, da privati allo Stato, del comprensorio che nel 1975 — su proposta del ministro Marcora — entrò a far parte del Parco. Sono tre laghi — di Fogliano, Caprolace, Monaci — più una lunga fascia di duna litoranea, e tutta la zona umida di valore internazionale riconosciuta nel 1978 dalla Convenzione di Ramsar, che diventano proprietà dello Stato. •E' la garanzia definitiva per la tutela del territorio, la premessa per la migliore gestione possibile di un'area naturale — dice il direttore del parco, dott. Enrico Ortese. — La foresta, che è il nucleo originario del Parco, quella fetta di bosco che fu sottratta alla bonìfica di cinquantanni fa, è — ad esempio — la sola parte che in questi anni non ha subito alterazioni, non è stata violentata e manomessa dall'abuslvlsmor. Le premesse per arrivare all'atto del 2 settembre furo¬ no gettate nel '75, quando il comprensorio fu incluso nel Parco. In esso si trovano aziende agricole, cooperative di pesca, insediamenti umani. Si avviarono allora le operazioni che dovevano portare all'esproprio. Furono molte: lavori di commissioni ministeriali, interventi della Corte del conti, del consiglio di Stato, degli uffici tecnici erariali, sopralluoghi, analisi, valutazioni di esperti, ricorsi del proprietari dei terreni. Nel territorio intanto si aprivano strade, si tracciavano ferite irreversibili nell'equilibrio naturale del comprensorio, si costruivano schiere di case e villette creando quel fenomeno che è diventato famoso — per i processi e le polemiche giudizlarle-amministratlve che ne sono derivate — come -il sacco del Circeo-. Adesso sarà lo Stato a rispondere della gestione e dell'utilizzo del territorio, a predisporre le garanzie di tutela che 1 privati non hanno saputo assicurare. «Ci sono anche oneri che è giusto lo State affronti — dice il dott. Ortese. — Ci sono coionie di uccelli, ad esempio, che nelle loro migrazioni stagionali fanno tappa intorno ai laghi e si ali¬ mentano a spese del pesci di questi laghi. Ne sono nati contenziosi complessi, con i proprietari che chiedevano i risarcimenti alla Regione, al ministero delle Finanze, eccetera. Questo non accadrà più. Diventa tutto più semplice, con la collettività che gestisce un bene in vista di un interesse generale-. Il primo impegno che 11 nuovo proprietario ha assunto nei confronti di questo suo nuovo possedimento è il rispetto assoluto di tutta una fascia di attività, legate all'agricoltura, all'allevamento del bestiame, alla pesca. La prospettiva non è quella di stravolgere le attività che qui si svolgono da secoli, e che fanno risalire ai tempi più antichi — ad esempio — la presenza del bufali i quali hanno garantito la sopravvivenza di quel tipo di bosco caratteristico della zona, e che ha permesso una qualche continuità di equilibrio tra flora e fauna. Il ministero dell'Agricoltura ha predisposto un programma di interventi nella zona, per l'ammontare di alcuni miliardi, attualmente allo studio del Fondo Investimenti e Occupazione. Si punta su una promozione sia economica sia culturale del Parco. E' previsto il risanamento delle acque del laghi, e quindi una maggiore produttività del settore pesca. E' considerata inderogabile la riorganizzazione della superficie agricola, con relativa ristrutturazione dei fabbricati e delle infrastrutture. Contemporaneamente, sul piano culturale, si pianificano restauri, scavi archeologici, un centro di ricerca e di studio, la creazione di una scuola in grado di formare specialisti del settore ecologico. •E' una sperimentazione nuova in Italia — dice il dott. Ortese. — Potrebbe essere il primo esemplo di gestione del territorio che non si limita a tutelare l'area protetta ma ne ricava anche dei vantaggi in termini finanziari. Potrebbe rappresentare per molti l'occasione da seguire. Oggi c'è una maggiore sensibilità per questi temi. Forse si potrebbe partire da questa esperienza, sempre che il progetto vada avanti e ottenga le attenzioni che merita, perché si superi la miopia e la pigrizia mentale che in tutti questi anni hanno accompagnato — proprio a livello culturale — la gestione del settore-. Liliana Madeo

Persone citate: Enrico Ortese, Fogliano, Marcora, Monaci, Ortese

Luoghi citati: Italia, Roma