Beni per decine di miliardi sequestrati ai capi muffosi di Ruggero Conteduca
Beni per decine di miliardi sequestrati ai capi muffosi Gli effetti della legge La Torre in Lazio e Sicilia Beni per decine di miliardi sequestrati ai capi muffosi Aziende agricole, partecipazioni azionarie, yachts, ville e auto di lusso - Interessati all'operazione della Guardia di Finanza anche Pippo Calò e Francesco Pazienza ROMA — Altri 18 miliardi di beni sequestrati: questo l'ultimo colpo inferto alla criminalità organizzata dalla Guardia di Finanza, grazie alla legge Rognoni-La Torre. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato Infatti, solo negli ultimi sei mesi, Immobili, terreni, azioni di società, intere aziende il cui valore di mercato supera di gran lunga, oggi, quel 18 miliardi «desunti dagli atti di acquisizione». Intere fortune, insomma, sino a ieri intestate a persone note ma anche sospettate di far parte di cosche mafiose o organizzazioni camorristiche. Fra loro c'è anche Francesco Pazienza, il faccendiere già al servizio del Sismi del generale Santovlto, ancora in carcere a New York In attesa di essere estradato in Italia. Pazienza insieme con il socio Alvaro Giardili e Lorenzo De Bernardi, un procuratore d'affari legato ad ambienti de, è sospettato di legami con la camorra in riferimento soprattutto alla questione degli appalti truccati dopo 11 terremoto In Irpinla. Gli agenti del Nucleo centrale di polizia tributarla dopo mesi di Indagini gli hanno posto sotto sequestro, oltre a numerosi appartamenti a Roma e a Latina, e ad una tenuta con annesso castello a Casale Monferrato, anche due società: la «Ascofln», che ha sede in Roma, a vicolo del Cinque; e l'.Aeragrlcola» cut venne affidato dalla Regione Sicilia il rilevamento «aerofotogrammetrlco» dell'Intera isola. Insieme con le azioni di quest'ultima società 1 finanzieri gli hanno sequestrato anche tre aerei e cinque elicotteri, di cui due in Brasile, una «Jaguar» e due «Rolls-Royce». Si era salvato solo 11 panfilo «Giulia settima»: quando gli agenti sono giunti a Santa Margherita, dove era ancorato, la barca era «provvidenzialmente, salpata da poche ore. Altri nomi di spicco, accanto a quello di Pazienza e dell'italo-amerlcano Vito Gangl (beni sequestrati per 3 miliardi), quelli di Pippo Calò, il «cassiere» della mafia arrestato mesi fa a Roma, e di Michele Ajello, coinvolto nelle indagini sulla «pizzaconnection». Ad Ajello, coinvolto nel colossale spaccio di droga organizzato attraverso le pizzerie di proprietà di oriundi italiani negli Stati Uniti, la Finanza ha sequestrato l'azienda agricola e i terreni che possiede a Bagherla, per un valore complessivo di cinque miliardi. DI poco inferiore (4 miliardi e mezzo) il «danno» subito da Pippo Calò: undici appartaménti in Roma, tra cui un immobile di tre piani in piazza Fontana di Trevi, 9 appartamenti a Porto Rotondo e tre ville fra cui quella di Poggio San Lorenzo, nei pressi di Rieti, dove la polizia, subito dopo il suo arresto, scopri sette chilogrammi di eroina pura. Sequestrate anche le azioni di ben sedici società, vera e propria rete finanziarla attraverso la quale gli inquirenti ritengono che la mafia riciclasse il danaro sporco. La maggior parte dei sequestri, avvenuta a Roma, nel Lazio e in Sardegna, per ordine dell'autorità giudiziaria di Roma e di Palermo, ha messo ancora una volta in mostra le difficoltà che gli agenti della polizia tributaria incontrano nell'applicazione della legge Rognoni-La Torre, ma anche la sua efficacia. Solo in venti mesi — dalla sua promulgazione, cioè, avvenuta il 1° ottobre del 1982, al 30 giugno del 1984 — i patrimoni sequestrati sono stati 359 e quelli confiscati 108. Gli accertamenti patrimoniali e bancari 24.707 di cui 3867 (16 per cento) effettuati in Sicilia, 12.750 (52,7 per cento) in Calabria, 4024 (16,6 per cento) in Campania, 999 (4,1 per cento) in Lombardia, 2567 (10,6 per cento) nel resto d'Italia. Accertamenti spesso difficili che comportano ricerche lunghe e minuziose presso centinaia di enti, uffici, banche, conservatorie dei registri immobiliari. Un lavoro, insomma, da specialisti. Valga un esempio: una volta per sequestrare una villa intestata ad un lontano cugino di un mafioso la Guardia di Finanza ha dovuto esaminare circa seimila documenti. Ruggero Conteduca
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