Uganda, il golpe non è ancora finito

Uganda, il golpe non è ancora finito Né guerra né pace tra i ribelli e il nuovo governo, difeso da un esercito allo sfascio Uganda, il golpe non è ancora finito NOSTRO SERVIZIO RAMPALA — E' bastato uno sfortunato concorso di circostanze — movimenti di truppe da una caserma all'altra, e contemporaneamente un'irruzione della polizia in un mercato — per creare, mercoledì della scorsa settimana, due ore di panico inimmaginabile nella capitale dell'Uganda. I commercianti chiudevano 1 negozi, gli impiegati abbandonavano gli uffici, molti soldati cercavano di confondersi tra la folla. Un si salvi chi può generale: 1 guerriglieri dell'Esercito nazionale di resistenza (Nra) di Yowerl Musewenl, si diceva, erano alle porte di Kampala, stavano per conquistarla. Dopo ripetuti appelli alla calma lanciati dalla radio, la gente si è convinta ed è tornata alle sue occupazioni. Un episodio che rivela lo stato d'animo di molti ugandesl, soprattutto degli abitanti di Kampala. convinti, a torto o a ragione, che le cose non finiranno cosi, che 11 putsch del 27 luglio scorso è soltanto 11 primo atto della crisi. «Quando si deciderà a scoprire le carte?», ci si domanda a proposito di Musewenl. Ed effettivamente non sembra possibile che questa situazione di non-guerra e non-pace fra VNra e 11 Consiglio militare possa continuare In eterno, che 1 ribelli si accontentino di una soluzione semlclandestina, di non stare proprio nel bush, nella foresta, ma neppure proprio fuori. Il fumo che gli uomini del Nra mantengono di proposito sul loro plani rientra In una guerra psicologica destinata a sottolineare ancora di piti, se possibile, 11 posto che l'organizzazione occupa sullo scacchiere politico. Il mancato incontro di Dar es-Salaam ha Infittito 11 mistero: la visibile preoccupazione delle autorità ugandesl, condizionate dalla politica di riconciliazione nazionale, di non reagire aspramente all'affronto ha rafforzato In molti la convinzione che Musewenl sia padrone del gioco. L'Afra continua a tenere saldamente la sua roccaforte di Luwero, a Nord della capitale, e altre posizioni attorno a Kampala. Ha conquistato terreno nell'Ovest del Paese, assumendo 11 controllo di Fort Portai, vicino al confine con lo Zaire. Altre città, come Kasese e Mbarara, non sono «cadute» nel senso proprio del termine, ma 1 ribelli vi mantengono una presenza discreta; si sono impadroniti di alcuni arsenali, e 1 governativi, In molti casi disarmati, sembrano disposti a «fraternizzare» con loro, quando non l'hanno già fatto. E la popolazione, positivamente impressionata dal comportamento degli «uomini del bushr, aspetta con impazienza 11 cambio della guardia. Conquistare Kampala? Non si vede che cosa impedirebbe agli uomini del Nra di farlo, se non la probabile resistenza dei soldati dell'ex esercito di Idi Amln Dada, che recentemente hanno giurato fedeltà al regime e sono stati chiamati di rinforzo. Ma dopo? Musewenl rlschierebbe di essere prigioniero della sua vittoria, privo di Interlocutori. Una cosa è entrare nella capitale, un'altra è governare il Paese. Difficile sapere che cosa succeda tra 1 guerriglieri, una massa eteroclita cementata, all'Inizio, dall'odio comune per Milton Obote, 11 presidente rovesciato. Ora che il dittatore non c'è più, 1 baganda (molto numerosi nella truppa) potrebbero abbandonare la partita. Stanchi di una guerra fratricida, gli Intellettuali che si erano uniti al IVra potrebbero essere tentati di tornare alla vita «normale». D'altra parte, è arduo pensare che 1 ribelli, cosi vicini alla meta, si rassegnino a tornare nel bush. E comunque, Musewenl non può tenere all'infinito 1 suol 5-10 mila uomini In attesa. I responsabili del governo, Intanto, si attengono alla politica di riconciliazione nazionale. Il Partito democratico, principale movimento d'op¬ posizione sotto 11 vecchio regime, e il Congresso del popolo ugandese, che all'epoca era al potere, si sono accordati per non risollevare più pubblicamente la spinosa vicenda delle elezioni truccate, nel dicembre 1980. E poiché il potere si mostra disposto a dimenticare il passato, il capo del vecchio esercito nazionale ugandese, generale Isaac Lumago, non esita a chiedere 11 ritorno del dittatore. I 1200 detenuti politici riassaporano quella libertà della quale godono ancora certi responsabili del servizi speciali del vecchio regime. «La clemema ha un limite», dicono molti. Anche se 11 ministro dell'Interno, Paul Ssemogerere, ha annunciato recentemente che circa 400 membri della temuta Agenzia per la sicurezza nazionale sono stati arrestati, tra i quali il capo del corpo, Crls Rwakasilsi. Bi è fatto il possibile per cancellare le tracce del vecchio regime. Davanti alla caserma di Mubende, 1 grandi slogan che esaltavano l'amicizia con la Corea del Nord ed esortavano a eliminare 1 «banditi» del Nra sono stati sostituiti da manifesti che invitano a lottare per l'unità del Paese. Bushenyi, feudo di Rwakasilsi (la sua casa è stata distrutta), un tempo tinteggiato nei colori del partito, rosso e blu, è stato riverniciato. A Mbarare, persino 11 cartello stradale che Indicava «Obote Airport» è scomparso. Alle autorità dell'Uganda manca un'esercito formato di quadri competenti e di truppe disciplinate per fare regnare l'ordine nel Paese. In queste condizioni, è impossibile Impedire gli atti di violenza, o recuperare quanto è stato rubato durante il saccheggio di Kampala e immagazzinato nelle caserme in attesa di trovare acquirenti. Il 10 agosto scorso a Jinja, durante 1 festeggiamenti per la liberazione del deputato Yowerl Kyeslmira, 1 soldati hanno sparato sulla folla (ci sarebbero stati una decina di rnorti), si sono dati al saccheggio e hanno caricato il bottino su camion militari subito partiti verso Nord. Responsabile di tutto il capitano Otto, fedele a Obote: sarebbe stato privato del comando. Il governo non mostra fretta di fronte a una situazione che stenta a normalizzarsi. Ha firmato la pace con tre piccoli gruppi di guerriglieri, non essendo riuscito a farlo con l'JVro. E il premier Paulo Muwanga è riuscito a raccogliere attorno a sé — non senza fatica — diciotto ministri di diverse tendenze politiche. Dietro le quinte, si sono svolte trattative tra le forze politiche e militari, dal momento che nessuna è in grado di Imporsi da sola. Oli acholt, artefici del putsch, hanno rotto l'alleanza con 1 langl, l'etnia di Obote, e ora tentano di avvicinarsi ai «cugini» del West Nlle per avere maggior peso. Ecco perché 1 fautori di Amln Dada si sono allineati a uno del loro, 11 generale Tito Okello, presidente del Consiglio militare. La tribù dominante, 1 baganda, tramite Muwanga e Ssemogerere tenta di riassumere 11 controllo del potere, che aveva perduto sotto il vecchio regime a vantaggio del «nordisti». L'Afra considera una priorità la ricostituzione, sotto la sua guida, di un esercito degno di essere chiamato tale, poiché ritiene che molti elementi delle forze regolari siano «irrecuperabili». Certo gli acholi, che nell'esercito hanno una posizione dominante, non si lasceranno scalzare facilmente. Su queste lotte politico-militari a sfondo tribale si innestano rivalità religiose, sfociate recentemente in violenze soprattutto nella regione di Mbarara, dove i cattolici accusano 1 protestanti di essere stati la causa delle loro sventure sotto il vecchio regime. Nel giorni successivi al golpe, centinaia di stranieri hanno lasciato l'Uganda in tutta fretta. Tra di loro, molti Asians, Incoraggiati dal vecchio regime a tornare In quel Paese dal quale Idi Amln Dada 11 aveva cacciati. Delle circa 240 mila persone originarle della provincia del West Nlle e rifugiatesi nello Zaire e in Sudan dopo la caduta del dittatore, soltanto alcune migliala sono tornate al loro villaggi, come «esploratori». Perché tutti hanno la sensazione che 1 giochi siano ancora da fare, che 11 futuro possa riservare brutte sorprese. Jacques de Barriti Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Isaac Lumago, Milton Obote, Obote, Paul Ssemogerere, Tito Okello, Yowerl Kyeslmira

Luoghi citati: Corea Del Nord, Italia, Mbarare, Sudan, Zaire