I turisti, questi sconosciuti

I turisti, questi sconosciuti Problema vecchio e sempre attuale: perché la nostra città è «tagliata fuori» I turisti, questi sconosciuti Parlano gli albergatori: «Li indirizziamo a musei e monumenti, ma tornano quasi sempre delusi perché trovano chiuso. E questa sarebbe una politica per favorire la loro presenza?» - «Siamo al centro di itinerari affascinanti, però non li sfruttiamo» - «C'è chi scopre: com'è bella Torino, non è solo la Fiat» 4 Niente da,fare. Ogni estate i cronisti fanno un giro per la città. Chissà forse quest'anno... Invece niente: a Torino non esiste turismo. Qualche pullman s'incontra, è vero, s'intravede gente con macchina fotografica al collo, sono davanti al Duomo o in piazzetta Reale, alla Mole o a Superga. Ma sono pochi coraggiosi staccatisi per un'oretta dal gruppo che si è fermato qui soltanto per riposare tra una tappa e l'altra del viaggio. La conferma viene dagli albergatori: -Il turismo singolo, quello di coppie o famiglie, proprio non c'è. Ci sono le comitive — francesi, spagnoli, americani — che si fermano qui (per colazione o per una notte) durante gli spostamenti Parigi-Venezia o Parigi-Firenze — spiega il vicedirettore dell'hotel Concord, Luigi Menta —Allo stesso modo c'è la breve sosta di comitive che dal Sud vanno in pellegrinaggio a Lourdes o Fatima'. Insomma, una Torino tagliata fuori dal circuito turistico. Antico problema, affrontato negli ultimi tempi («diamo atto agli sforzi recen ti degli enti locali-), ma senza risultati. Sorride amaro il di rettore del Turin Palace, Bu rlgana: -Quando capita un pullman in transito, chi vuol impegnare bene il suo tempo s'informa su che cosa c'è da vedere. Li indirizziamo a musei o monumenti, ma da li troppo spesso tornano lamen- tondo d'aver incontrato i soliti cartelli: chiuso. Finché questa sarà la norma, Torino col turismo nulla avrà da spartire-. Eppure un interesse da parte di questi veloci passeggeri in transito esiste. Racconta il direttore del Principi di Piemonte, Franco Canazza: -Assieme a francesi e spagnoli diretti a Firenze o Vene¬ zia, ci sono americani figli o nipoti d'italiani emigrati. Tornano per riscoprire le loro radici. Spesso chiedono informazioni al personale, escono nel poco tempo a disposizione, sfruttano ogni minuto con tenacia ammirevole. E tornano sorpresi: non sapevamo, dicono, quante cose interessanti avete.. Un altro vecchio discorso: Torino è sul percorso obbli gato di molti itinerari, una fortuna -geografica che dovrebbe essere sfruttata: «Certo, le possibilità esistono, occorre farle vivere — conferma Luigi Menta — Ci vuole la mentalità giusta, occorre coinvolgere tutti, con una strategia comune: e non da parte degli albergatori, che già fanno il possibile, cercan do di ridurrei costi e abbattere gli alti prèzzi-. Ma questo è un discorso che possono permettersi soprattutto le grandi catene. I piccoli proprietari preferiscono chiudere per ferie ed evitare di sobbarcarsi spese inutili. Non per nulla oggi a Torino di 1200 posti letto ne sono in funzione circa metà. E Torino è teatro assente di visite casuali. Basta un giro nelle strade del centro, nelle vie di monumenti per vederlo. Due pullman targati Roma e uno tedesco ieri In piazza Castello verso le 11,30. Una ventina di persone a scambiarsi fotografie sulla scalinata del Duomo. Pronti a ripartire. Mezz'ora dopo, a Superga: qualche auto, nemmeno un pullman, una coppia d'inglesi titubanti: -Sia7?io arri!>arf ieri con una gita organizzata diretta a Firenze e poi Roma. Abbiamo dormito qui, oggi si riparte. Abbiamo approfittato di queste ore: bella Torino, non è soltanto la Fiat come credevamo-.. E sorridono. Ma torneranno il prossimo agosto? Ammonisce Menta: «In fondo Torino deve anche prendere coscienza della sua posizione, deve diventare polo centrale d'una serie di proposte, di itinerari turistici: slatno a un'ora dalle Langhe, a un'ora e mezza dalla Val d'Aosta, a un paio d'ore dai laghi. Un bacino di possibl lità enorme.. Marco Ncirotti Turisti posano per la foto ricordo dnvanti at duomo: l'inieres>e per la Sindone e scmpre vivo

Persone citate: Franco Canazza, Luigi Menta