Forse è la luce del Bin Bang di Giancarlo Masini

Forse è Za luce del Bis Bang LA NASCITA DELL'UNIVERSO: NEGLI USA TROVATE LE PROVE? Forse è Za luce del Bis Bang Captate con palloni, a 40 chilometri di quota, microonde di un millimetro di lunghezza appartenenti allo spettro di una gigantesca fiammata - Il fisico Paul Richards, dell'Università di Berkeley: «E' una luce che vaga da venti miliardi di anni nel cosmo» - Sensazione non soltanto tra gli scienziati, ma anche tra i fondamentalisti che seguono le Sacre Scritture S. FRANCISCO — Un gruppo di fisici dell'Università di Berkeley e dell'Università dell'Ontario ha individuato gli indizi più convincenti che l'Universo ebbe origine con una primordiale sfera di fuoco, ovvero con il Big Bang: il «grande botto» ipotizzato dai cosmologi alcuni anni fa. La recente notizia diramata dal servizio informazioni del grande ateneo californiano in concomitanza con la pubblicazione della relativa memoria scientifica sulla Physlcal Review Letters, sta provocando in queste settimane non solo appassionate discussioni nel mondo degli astronomi, ma anche vivaci reazioni in quello plii variegato degli Interpreti della Bibbia e delle Sacre Scritture che pullulano soprattutto In America con le sue duecentocinquanta e passa religioni, sette e sottosette. Le prove — come hanno detto gli autori della scoperta — più convincenti su questo inizio del cosmo sono venute da una serie di accuratissime analisi delle radiazioni elettromagnetiche nello spazio, alle frequenze delle microonde. Esse sono state captate con speciali apparecchi portati e mantenuti per lunghi periodi a oltre 40 chilometri di quota per mezzo di palloni gonfiati a elio. Con le loro misure e i loro calcoli i ricercatori hanno trovato che le microonde della radiazione cosmica primordiale corrispondono allo spettro della «luce» che dovrebbe essere rimasta da una «creazione esplosiva* avvenuta circa venti miliardi di anni fa. Va detto che da tempo gli scienziati del cielo di vari centri americani ed europei captano e vtisurano radiazioni cosmiche di orìgine primordiale fino a mezzo metro di lunghezza d'onda, ma le nuove analisi che riguardano emissioni elettromagnetiche di ben più piccola lunghezza (un millimetro) hanno fornito una parte cruciale del quadro che era stato finora impossibile «disegnare» a causa dell'interferenza delle radiazioni dello stesso tipo emesse dalla Terra. «Noi riteniamo — ha detto Il fisico Paul Richards dell'Università di Berkeley che ha coordinato il lavoro del gruppo di ricerca — di aver misurato una "luce" che vaga indisturbata nel cosmo fin dall'inizio dell'evoluzione dell'Universo. E l'osservazione di questa "luce" costituisce la più cospicua e forte evidenza del Big Bang. Infatti non è prefigurarle nessun'altra ragione per spiegare la presenza e la consistenza di tale radiazione». Ma a questo punto dobbiamo dare qualche chiarimento al lettore. Intanto ricordiamo che la «luce- osservata dal professor Richards e dal suoi colleghi ha una lun-, ghezza d'onda almeno diecimila volte più grande della radiazione visibile al nostri occhi. Poi dobbiamo dire che analoghe prove di emissioni a più ampia lunghezza d'onda, cioè fino a dodici centimetri, erano state trovate nel mesi scorsi da un altro team internazionale di ricercatori diretto dal professor George Smoot del Lawrence Berkeley Laboratory secondo quanto pubblicato nel numero del 15 aprile scorso dell'hstrophyslcal Journal. DI questo gruppo che ha misurato le «cosmlc background radlatlons» da un terzo di centimetro fino a dodici centimetri, hanno fatto parte anche noti ricercatori italiani quali Giovanni De Amici dello stesso laboratorio di Berkewj, Giorgio Strani e Giuseppe Bandii dell'Università di Milano, Nazareno Mandolesi, Stefano Cortiglione e Gabriele Morigl dell' Istituto Tecnologie e Radiazioni Extraterrestri del Con-, sigilo Nazionale delle Ricerche (Bologna), nonché Luigi Danese e Gianfranco De Zotti dell'Università di Padova. E'dal 1965 che gli astrofisici studiano le radiazioni primordiali dell'Universo, i cui primi scopritori, Arno Pen■eias e Robert Wilson del Bell Telephone Laboratories, si conquistarono in quell'anno .il premio Nobel per la loro scoperta. Da allora i vari, gruppi di studiost hanno cercato di analizzare le costd-, dette «radiazioni residue! della creazione» in tutto lo spettro. La parte mancante più importante era quella trovata ora dal gruppo di Berkeley e dell'Ontario. Ma perché gli scienziati sono certi di aver messo le mani o, per essere esatti, di aver sintonizzato i loro sensori sulla radiazione primordiale? Lo ha spiegato lo stesso professor Richards. Se è vero che l'Universo ebbe inizio con una esplosione in un punto — ha detto là studiose — il quadro per i centomila anni successivi doveva presentarsi come una specie di «zuppa» di elettroni, protoni e radiazione elettromagnetica (o luce che dirsi voglia); il tutto doveva essere in equilibrio ad una certa temperatura. Quell'universo Iniziale doveva essere opaco e la luce doveva interagire liberamente con la materia, essendo frequentemente emessa e riassorbita. Ma via via che l'Universo si espandeva e si raffreddava — come sostiene la teoria del Big Bang — alla temperatura di circa quattromila gradi assoluti (4273 centigradi) gli elettroni e l protoni si combinarono per formare atomi di idrogeno. E questi Interagiscono molto debolmente con la luce. Pertanto — rileva Richards — ci fu un'interruzione repentina nelle «comunicazioni» fra luce e materia, e da allora l due sistemi si sono evoluti indipendentemente. Conosciuto come «fenomeno di disaccoppiamento» nella teoria cosmologica, questo evento fu il precursore di una complessa evoluzione della materia fino alla formazione degli elementi chimici, delle stelle e delle galassie. Al contrario l'evoluzione della luce, cioè della radiazione elettromagnetica, è stata estremamente semplice: si è espansa e raffreddata. Oggigiorno tale luce primordiale si sarebbe «stirata» dallo spettro del visibile verso lunghezze d'onda più grandi, cioè le microonde. A questo punto il ragionamento di Richards e dei suoi colleghi Geffrey Peterson e Thomas Thtmusk va ben oltre. Poiché l'Universo primordiale, cioè subito dopo il Big Bang, era In equilibrio ad una singola temperatura, la luce emessa doveva corrispondere perfettamente allo spettro del cosiddetto «corpo nero». Il lettore non si spaventi. Con tale termine i fisici hanno definito quello che deve essere un emettitore-assorbitore perfetto della radiazione . elettromagnetica: un corpo ideale capace di assorbtre e di emettere integralmente qualsiasi radiazione fino allo zero assoluto. Se le cose stavano realmente come si è detto all' inizio dell'Universo anche oggi, pur dopo un raffreddamento che dura da miliardi di anni, la radiazione elettromagnetica primordiale residua deve corrispondere allo spettro del corpo nero. Si tenga presente che qualunque oggetto al di sopra dello zero assoluto emette «radiazioni-luce» sia nelle lunghezze d'onda del visibile sia in quelle dell'invisibile. Le prime misure della radiazione cosmica primordiale fornivano curve molto vicine a quelle dello spettro del corpo nero; le misure attuali ■ hanno fatto registrare una corrispondenza perfetta. Ecco perché parliamo — hanno scritto gli scienziati di Berkeley — della più convincente prova che l'Universo sia nato con un Big Bang. : Le ricerche comunque sono lungi dall'essere concluse. La Nasa ha in via di realizzazione un Cosmlc Background Explorer Satellite che verrà lanciato nello spazio nel 1987 e che consentirà misure ancora più accurate e per varie altre lunghezze d'onda. Se anche queste ulteriori indagini confermeranno la corrispondenza delle curve con ■quelle dello spettro del corpo nero la riprova del Big Bang sarà totale. Chi poi, come e perché innescò il «grande botto» non è più materia di scienza, ma di fede in Dio. Giancarlo Masini Il lancio di uno dei palloni gonfiati ad elio con le sofisticate ap- ■ parecchiarure che hanno consentito di misurare le microonde Arno Penzias e Robert Wilson ottennero il Premio Nobel per scoperta delle radiazioni primordiali dell'Universo, ora captate bl

Luoghi citati: America, Berkeley, Bologna, Milano, Padova, Usa