Riprende quota la «pista bulgara»
Riprende quota la «pista bulgara» Attentato al Papa: gli elementi nuovi raccolti dai giudici nella trasferta all'estero Riprende quota la «pista bulgara» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — L'appuntamento è per la fine di settembre quando nell'aula del Foro Italico, alla ripresa del processo per l'attentato al Papa. Ali Agca si troverà faccia a faccia con il connazionale Yalcin Ozbey. Quest'ultimo, ascoltato per cinque giorni nel carcere di Bochum dai giudici della Corte d'assise durante la loro trasferta prima in Olanda e poi in Germania, ha formalmente ac¬ cettato l'invito a venire a testimoniare a Roma, non appena avrà finito di scontare la pena a nove mesi di reclusione alla quale la magistratura tedesca lo ha condannato per il possesso illegale di una pistola e per aver falsificato 1 propri documenti. E quel giorno potrebbe essere fondamentale per l'accusa: 11 pubblico ministero Antonio Marini non ha nascosto, al suo rientro a Roma, la soddisfazione di aver rac¬ colto per altra via quelle stesse prove che il comportamento farneticante di Ali Agca aveva fortemente messo in dubbio. Uno degli aspetti più rilevanti della deposizione di Yalcin Ozbey. a giudizio dello stesso pubblico ministero, riguarda, infatti, proprio la fermezza con la quale il turco ha ribadito l'esistenza della pista bulgara. I servizi segreti di Sofia — ha raccontato senza mezzi termini Ozbey — manovraro- no Agca e i suoi amici per spingerli ad attentare alla: vita del Papa e 11 abbandonarono a se stessi dopo i colpi esplosi in piazza San Pietro. A riferirlo a Ozbey furono due protagonisti diretti di quel 13 maggio di quattro anni fa: Orai Celik. 11 «lupo grigio» compagno di Agca tuttora latitante, ed Akif. il misterioso personaggio che non è stato ancora possibile identificare con certezza, anche se sia Ozbey sia Agca lo indicano in Sedat Sirrl Kadem, l'esponente di estrema sinistra turco legato da anni, secondo Ozbey, al servizi segreti bulgari. Informazioni di seconda mano, dunque, dal momento che Ozbey sostiene di non aver avuto nessun ruolo diretto nell'attentato di piazza San Pietro. Ma comunque veritiere, secondo il pubblico ministero Marini, perché rese in tempi non sospetti, e perché perfettamente coincidenti con quelle fornite da Agca al giudice Istruttore Ilario Martella. Secondo l'accusa è da scartare l'ipotesi che 11 turco di Bochum si sia inventato tutto o che qualcuno lo abbia «ispirato». Spontaneamente, già nel marzo dello scorso anno, Ozbey raccontò le stesse cose al giudice Martella, quando le confessioni di Agca non erano an¬ cora di dominio pubblico. Le due versioni, allora, comba clarono In più punti e, oggi, Ozbey conferma.. Anche sul futuro compor tamento di Ozbey in aula e sulle sue reazioni nel con fronto con il suo amico e con nazionale Agca, l'accusa pare nutrire ottimismo. A meno di una clamorosa e totale mar eia Indietro, quanto potrà va lere la parola di Ozbey e quanto quella di Agca, sdii zofrenico protagonista della prima parte del.processo? La pista bulgara, insomma, sulla quale si basa l'accusa, e che negli ultimi tempi sembrava' aver perso sostegni probatori, pare riprendere quota dopo la missione dei giudici all'estero. Una preoccupazione in più per i difensori di Antonov. il dipendente delle linee aeree bulgare imputato per l'attentato di piazza San Pietro. I suol legali, avvocati Consolo e La Russa (quest'ultimo ha seguito di persona 11 lavoro del giudici sia in Olanda sia In Germania) hanno già riti rato i verbali degli interrogatori di Ozbey e Aslan Samet (l'altro turco interrogato senza risultati in Olanda), ancora scritti in olandese e tedesco: la Corte ha deciso di depositarli e metterli immedia temente a disposizione del difensori.
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