Le patate si vendono sottocosto

Le patate si vendono sottocosto In Piemonte, Veneto, Emilia i produttori ricavano 120 lire il chilo Le patate si vendono sottocosto Le cause: forti giacenze dalla produzione 1984 e massicce importazioni tedesche e olandesi ROMA — La raccolta delle patate novelle nelle aree più vacate del Centro-Sud e delia Pianura padana è ormai finita, ma continua per le patate comuni. Ovunque i produttori manifestano il loro malcontento perché i prezzi sono inferiori ai costi di produzione. A Castelnuovo Scrivia, il più importante centro di produzione di patate deli'Alessandrino, vengono offerte a 120 lire il chilo (per U prodotto ■ reso all» -.infusa) e a 150 se confezionate in sacchi di tela da 10 chili. Analoga situazione nel Veneto e in Emilia-Romagna, dove tuttavia esiste un accordo interprofessionale tra i pataticoltori riuniti in due grosse associazioni di produttori e i commercianti. Presso il mercato ortofrutticolo di Bologna è operante da alcuni anni una 'Borsa patate* che fornisce tempestivamente notizie sui prezzi e sulla situazione dei mercati italiani e europei. Le iniziative delle associazioni produttori già costituite in Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, per quanto valide, riescono ad arginare solo parzialmente una situazione di mercato che appare decisamente critica. Il quadro completo si avrà comunque alla fine di settembre, quando si sarà effettuato il raccolto delle zone montane (Fucino, Sila e Trentino-Alto Adige) e quando si conoscerà l'esatta produzione di Francia, Germania ed Olanda da sempre l più temibili concorrenti della nostra produzione pataticola. La crisi di mercato, che in questi giorni investe le patate di nuovo raccolto, ha origine nella produzione abbondante dell'1984 in Italia ed anche nel Centro-Nord Europa. La campagna di commercializzazione delle patate novelle è stata quest'anno negativa, poiché — come riferisce una recente nota dell'Irvam — si è innestata su una situazione di mercato caratterizzata da ingenti rimanenze di patate conservate dallo scorso anno ed offerte a prezzi molto bassi. Il mercato italiano è stato poi appesantito da massicce importazioni di patate olandesi e tedesche: nel soli mesi di aprile e maggio sono tran'sitateialle nostre frontiere 335 mila quintali, contro i 228 mila quintali importati nel corrispondente periodo dello scorso anno. In questo quadro già problematico, la commercializzazione delle patate novelle nostrane è stata ostacolata dalle sfavorevoli condizioni climatiche, con ritardi della produzione siciliana, che si è trovata in concorrenza con quella pugliese e campana e, per quanto riguarda il prodotto esportato, con la produzione di Grecia e di Cipro. Anche per quanto riguarda le patate, s'impone dunque una nuova strategia per regolare l'offerta e per evitare alle diverse zone di produzione di farsi concorrenza fra di loro. In altre parole, occorre un piano pataticolo nazionale. sdpzp Per la verità esiste già un piano redatto dalle regioni maggiormente interessate e il problema patata è indicato nello schema di piano agricolo nazionale recentemente presentato dal ministro dell'agricoltura Pandolfi. Tritio ciò, evidentemente, non basta e bisogna attuare un piano di settore coordinato riguardante la ricerca, la produzione e la commercializzazione. Per dare ordine e garanzia in questo comparto, la patata dovrà poi essere oggetto di una normativa comunitaria che eviti la libera circolazione a prezzi stracciati, di un prodotto qualitativamente scadente. In proposito, va riferito che il ministero dell'agricoltura, ha dato ancora recentemente precise istruzioni agli osservatori fitopatologici che operano in zona di frontiera di effettuare controlli molto rigorosi, per evitare l'immissione sui nostri mercati di patate prive di soddisfacenti requisiti di commerciabilità che possono esercitare un'influenza negativa sulla formazione del prezzi. La voce patata, per quanto riguarda il commercio estero, assume una notevole importanza dal punto di vista economico e presenta aspetti controversi in quanto l'Italia risulta, nell'ambito comunitario, un forte esportatore e nello stesso tempo un forte importatore Per i pataticoltori italiani s'impone dunque la necessità' di riconquistare le posizioni perdute e l'opportunità di avviare tutta una serie di iniziative di marketing, accompagnate da un'oculata politica di valorizzazione del prodotto, Giuseppe Fassino Alcune macchine per la lavorazione delle palate. Dall'alto verso il basso vi sono: segnabuche, coprituberi, sarchiatore e rincalzatore (Da «La patata» di L. Fabiani, Edizioni Edagricole, Bo)

Persone citate: Edizioni Edagricole, Giuseppe Fassino, L. Fabiani, Pandolfi, Trentino-alto Adige