Lo spettro del Watergate nell'estate di Mitterrand di Bernardo Valli
Lo spettro del Watergate nell'estate di Mitterrand Il caso «Rainbow Warrior» si trasforma in bomba politica Lo spettro del Watergate nell'estate di Mitterrand DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — La sindrome di Watergate tiene in agitazione la Parigi estiva. Come j. Washington al tempi di Nixon, quello che all'inizio sembrava un banale episodio di cronaca, tutt'al più rocambolesco ed esotico poiché avvenuto agli antipodi, nella Nuova Zelanda, degno al massimo di un articolo senza seguito, si è via via trasformato in un affare di Stato. Come ai suoi tempi alla Casa Bianca, anche al Palazzo dell'Eliseo si vivono adesso ore difficili. All'origine c'è 11 sabotaggio dei Rainbow Warrior, la nave pacifista, 11 10 luglio scorso, nel porto di Auckland. Accertato ormai che l'attentato è stato organizzato e compiuto dal servizi segreti francesi, ora si tratta di stabilire chi ha ordinato e approvato l'operazione. E quindi chi deve pagare, chi deve subire le «sanzioni esemplari- annunciate dal Capo dello Stato, a tutti i livelli della gerarchia. Si ricorda a Parigi in queste ore che Nixon non fu di primo acchito coinvolto nello scasso di Watergate. Fu il seguito della vicenda, quando cerco di «coprire» i suoi collaboratori, che lo travolse. Furono soprattutto le bugie e le omissioni che lo condussero alle dimissioni, in un Paese puritano. Nessuno paragona 11 ruolo del Presidente francese, al vertice di un Paese non particolarmente puritano, a quello di Nlxon. Mitterrand sembra personalmente al di sopra di ogni sospetto, il richiamo all'affare che sconvolse gli Stati Uniti è dovuto al fatto che stanno affiorando responsabilità ad alto livello, pare molto vicini al Capo dello Stato, e quindi potrebbe profilarsi una tendenza a nasconderle, ad attenuarle, a coprirle. Da qui la sindrome del Watergate che agita la Parigi estiva. Mettendo le mani avanti, appena la stampa s'è impadronita della vicenda, ma non prima, Mitterrand si è affrettato ad affidare l'inchiesta a un alto funzionario, Bernard Tricot, un gollista storico, molto vicino all'opposizione. Insospettabile. Era un modo, per Mitterrand, di dissipare ogni sospetto sulla sua persona. Ma all'avvio egli pensava probabilmente ad un'azione ai suol danni, forse promossa da avversari politici per metterlo in imbarazzo. Nella sua lunga carriera politica il leader socialista, prima ancora di essere socialista, fu vittima di manovre diffamatorie, relegate da tempo nella sua biografia. OH uomini che hanno affondato 11 Rainbow Warrior erano partiti dalla Nuova Caledonia, isola francese nel Pacifico fertile in coloni di estrema destra. Non a caso, sempre Mitterrand ha annunciato sanzioni esemplari contro 1 colpevoli. Poi è emerso che i colpevoli erano agenti segreti In servizio comandato. Comandato da chi? Per un'operazione di quelle dimensioni, tanto carica di rischi e di significati politici (la Francia socialista che alimenta il terrorismo di Stato contro 1 pacifisti), oltre che dlspensiosa perché proiettata a 20 mila chilometri di distanza, si assicura a Parigi che era necessario un'autorizzazione ad alto livello. Altissimo. Non solo del capi della Dgse (Direzione generale della sicurezza esterna), 1 servizi segreti che operano all'estero. Del resto i responsabili della Dgse, l'ammiraglio Pierre Lacoste e 11 generale Roger Emin, risultano essere ufficiali disciplinati ed esperti, incapaci di lanciarsi in un'avventura tanto rischiosa e avventata, visto il finale disastroso. Senza 11 consenso del ministero della Difesa non avrebbero dato il via all'operazione. Il responsabile di questo dicastero è Charles Hernu, un fedele di Mitterrand, che negli ultimi quattro anni, da quando i socialisti sono al governo, ha dato prova di grande abilità. UArmée, insensibile al richiami della sinistra, non ha mal creato grane a Mitterrand, proprio grazie allo zelo militare di Hernu. Quest'ultimo ha approvato l'operazione Auckland? Se cosi fosse, Mitterrand sarebbe disposto a sacrificarlo? A privarsi di un collaboratore tanto efficace? A riconoscere che tra i suol più stretti collaboratori ci sono persone tanto avventate, politicamente e tecnicamente? Ci sono giornali, non di opposizione, che fanno notare che in -un Paese serto» il ministro della Difesa avrebbe già dato le dimissioni. Alcuni non escludono che lo stesso ministro della Difesa, tenendo conto del carattere accentratore dell'attuale presidenza della Repubblica, non avrebbe potuto decidere senza consultare il Palazzo dell'Eliseo. Ossia 1 collaboratori militari del Capo dello Stato. Se cosi è la bomba politica rischia di esplodere molto vicino allo stesso Mitterrand. L'integerrimo gollista Tricot, che in queste ore interroga generali e ammiragli, e anche ministri (tra cui Hernu), avrà il coraggio di farla scoppiare senza cercare di attenuarne 1 danni? E' In un silenzio esemplare che l'opposizione di destra attende il risultato dell'inchiesta, che Mitterrand ha promesso di rendere pubblico. I motivi di questo silenzio sono decifrabili. L'operazione di Auckland tendeva a neutralizzare 1 pacifisti di Greenpeace che volevano ostacolare gli esperimenti nucleari francesi nell'Oceano Pacifico. E la destra non si sogna neppure di condannare quegli esperimenti o di difendere gli ecologisti di Oreenpeace. In quanto al servizi segreti, i gollisti e i glscardlanl si guardano bene dal criticarli, per motivi politici e ideologici, e anche perché nell'attesa di andare al potere, dopo le elezioni dell'86, non vogliono Inimicarsi organismi tanto impalpabili e quindi insidiosi. E' tuttavia scontato che conosciuti i risultati dell'inchiesta l'opposizione partirà alla carica. E nel caso le sanzioni dovessero colpire soltanto gli esecutori dell'operazione (1 militari In servizio comandato) e non i responsabili politici, denuncerà un Watergate alla francese. 8e affiorerà che 11 ministro della Difesa era al corrente, e che gli stessi collaboratori del Presidente sapevano, 11 governo socialista non verrà risparmiato. Se non altro per avere «rfdicollezato la Francia» con quell'operazione fallimentare, Bernardo Valli
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- Ancora nessuna notizia certa sul numero dei morti e dei contaminati in Ucraina. Scatta nella notte l'allarme in Cannila: radioattività aumentata di Ire volle. Invilo a tenere i bambini in luoghi chiusi
- Morire a Canelli a 25 anni
- Savona, un pari d'orgoglio
- Nascita di Marconi
- A casa gli albanesi il governo li espelle
- Un'altra Beretta nel misteri dì Firenze
- ALDO MORO
- E' tornato il calcio giovane
- Bergamo: guerriglia tra "tifosi,, durante la partita con il Torino
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- Grazie Juve, grazie Brady
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- Nascita di Marconi
- Tre domande a Capanna
- un po'di fantascienza
- Internet, istruzioni per l'uso
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Ticino, la minaccia è svizzera
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Carabiniere tenta di disarmare una guardia: entrambi feriti
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy