I misteri di Campana, folle esemplare di Stefano Reggiani

I misteri di Campana, folle esemplare Al Festival di Locamo «Inganni» di Luigi Faccini, opera pregevole e coraggiosa I misteri di Campana, folle esemplare : H ribellismo istintivo del protagonista Bruno Zanin nei panni del poeta - Suggestione figurativa in «Hurlevent» di Rivette DAL NOSTRO INVIATO , I/OOARNO — U poeta Dino Campana sta nella storia del nostro Novecento letterario come un personaggio fin troppo esemplare, apparentemente facile da catalogare e da esorcizzare: il matto geniale, li folle capace di accendere le parole prima di cadere nella confusione e '. nell'oblio del manicomio, !'av' venturiero Innocente che mescolò viaggi e fughe. Ma si può accontentarsi del quadretto che vuole la poesia so, iella talvolta della follia? Luigi Faccini con 11 film Inganni presentato In concosso a Locamo ha cercato un Campana non antologico, non bio, grafico, non sentimentale '(magari ancora provocatoriamente •misterioso»). », Campana entrò In manicomio volontariamente nel '18 e .ne usci morto nel '32: non ■volle o non potè sottrarsi alla sua propria condanna? Nel risveglio di Interesse per il .poeta (c'è In giro anche un bel libro di Vassalli) gluoca .probabilmente una specie di .rimorso, non verso il malato .in sé, ma verso una malattia simbolica che può prenderci tutti un giorno o l'altro. Faccini ha scelto di Campana 1 due limiti esistenziali, l'amore tempestoso con Sibilla Aleramo e 11 ricovero In manicomio, le parole del Canti Orfici (cosi piene indipendenti e veementi che tollerano a fatica la lettura) e le caute parole investigati-lei dello psichiatra che vuole scoprire 11 segreto di Campana. Ma non c'è un segreto, se mal una serie di reciproci inganni, di ineliminabili inganni tra l'uomo di scienza e l'uòmo di liberta. Nella pregevole opera di Faccini, una coraggiosa produzione indipendente senza abbraccio Rai, pare di cogliere un piccolo conflitto tra l'intenzione dell'autore, di matrice antropologico-eslstenzlale, e il ribellismo istintivo dell'interprete Bruno Zanin. Il perché di Faccini, l'autore di Garofano rosso e Nella città perduta di Sanano, è problematico, 11 perché di Zanin potrebbe condensarsi in una parolaccia. Ma l'una cosa non esclude l'altra, poiché si tratta di reintegrare una poesia tradita. (La Karlatos è condannata al tormenti dell'Aleramo, Mattia Sbragla è lo psichiatra, Daniela Morelli una suora in bilico sul precipizi della sincerità. La complice fotografia è di Marcello Catti). DI Jacques Rlvette sapete almeno il poco che basta a mettere In soggezione, porta 11 peso del Cantera e della Nouvelle Vague con un sussiego superiore ai compagni piti famosi, ma anche l'anno scorso a Venezia con L'amour par terre mostrò che il suo modo di far cinema è sempre ragguardevole. Fuori concorso nella Piazza Grande di Locamo ha portato semplicemente Hurlevent, un'altra edizione di Cime tempestose. Perché? Soprattutto per una suggestione figurativa, ha rivisto 1 disegni originali che Balthus aveva preparato negli Anni Trenta per Illustrare 11 romanzo della Bronte e s'è invaghito della loro forza e ha voluto tradurla in cinema. L'ambiguità e insieme l'urtante semplicità dei personaggi sembrano appartenere a Balthus, lo stile fermo e un poco Insultante è di Rlvette. L'amore tra la castellana dissestata e l'ex ragazzo di stalla (un ruolo che fu di Laurence Olivier giovane) è fissato in una nevrotica stizza di ragazzi; ma prevale su tutto la seduzione paesaggistica, alberi e brughiere come luoghi che lnghiottono gli eroi. Quanto al francese in concorso Didier Haudepln col suo Elsa, Elsa può darsi che la discussione si riscalderà, in senso molto elogiativo da parte francese, In senso restrittivo da parte -italiana. L'ex attore Haudepln ha fatto un film da sonnambulo sentimentale o un apologo truffautlano sul cinema nel cinema particolarmente confuso, sovraesposto? Si tratta di un trentenne che deve scrivere un film sulla propria infanzia, ma intanto è preso dall'amore per Elsa che lo ha lasciato e tutto si sovrappone con esiti inevitabilmente teneri e umoristici. Il giapponese Mltsuo Yanaghimachl, quarantunenne, ha un modo apparentemente documentarlo di affrontare l'anima del suo paese. Himatsuri, «La festa del fuoco», nasce da un fatto di cronaca: un boscalolo del villaggio di Nlglshima ha sterminato la sua famiglia senz'apparente ragione, sembrava un uomo forte e sicuro. Yanaghlmachl ripercorre la normalità del villaggio tra mare e montagna, tra pescatori e boscaioll per cercare nella modernizzazione le tracce d'antico e 11 sènso di pericolo. Il boscalolo Tat suo trae la sua forza dall'equilibrio con l'ambiente, dal credersi in comunione con la natura e con l'animismo della tradizione. Quando tutto sta per cambiare (la creazione di una riserva, la corsa alla lotizzazlone, 1 nuovi costumi) Tatsuo cede di schianto con la violenza di un albero abbattuto. La sua strage vuol essere pateticamente divina. Brava Donna Detteli, quarantenne di San Francisco, documentarista al debutto nel lungometraggio con Desert Hearts, «Cuori abbandonati». Sugli amori lesbici c'è ormai una letteratura cinematografica (togliendo naturalmente le furbizie oscene delle luci rosse). Ma la Deitch s'inserisce con una forza gentile che si può confrontare con gli sguardi un po' apprensivi degli autori uomini (per esemplo, Lyanna di Sayies). Qui non c'è la seduttrice dura e maschlllzzante, ma 11 gioco è alla pari; tra la scrittrice di città e la ragazza di provincia chi cede non è la più debole. Stefano Reggiani Bruno Zanin e Olga Karlatos in un momento del film di Faccini «Inganni», sul poeta Dino Campana

Luoghi citati: Campana, San Francisco, Venezia