Hanno nuotato come i gamberi di Gianni Menichelli

Passi indietro per tutti, meno il fuoriclasse Gross BILANCIO EUROPEI Passi indietro per tutti, meno il fuoriclasse Gross Hcinwo) ■wotcìtQ) come i gamberi DAL NOSTRO INVIATO SOFIA — feri mattina c'era abbastanza euforia nel clan azzurro in partenza per Roma. Il prezioso bronzo dt Marini, Minervlni, Rampazzo e Ceccarlni nella gara di chiusura del XVII Campionati d'Europa sembrava dover valere come una santa benedizione che liberasse tutti dai peccati precedenti. Purtroppo non è così. Anzi, la prestazione pregevole e fortunata degli staffettisti e le altre dignitose esibizioni da quarto-sesto posto di Franceschi (a 8/100 dal bronzo), Grandi, Lasi, nelle ultime due giornate aumentano i sospetti sugli errori di preparazione. Domenica sera alcuni nuotatori italiani, in prudente incognito, hanno del resto fatto sapere ai giornalisti che ritenevano d'essersi presentati •stanchi» a Sofia. •Stanchi» significa, in gergo, troppo carichi di lavoro, sottoposti a un >tapering» troppo impegnativo. Si spiegherebbero così le magre generali dei primi quattro giorni e i progressi finali: durante le gare ovvia¬ mente ci si allena poco o nulla e la •stanchezza» se ne va' gradualmente. Se questo è vero, possiamo aspettarci qualche record dai campionati italiani di Pesaro, la prossima settimana. L'Albatros a segno — Poco ci consola che anche a livello mondiale ed europeo questi campionati siano stati i piti avari della storia in fatto di primati. Soltanto Michael Gross e Igor Pollansky fianno lasciato la loro firma nelle cronologie del 200 delfino e dei 100 dorso. Sono due nomi che, accoppiati, valgono da simbolo. L'Albatros ha centrato tutti i traguardi che si proponeva, salvo forse il primato dei 200 si, tentato in batteria e in finale sema successo. Ha però vinto le sue tre prove individuali ed è riuscito, con un pizzico di fortuna, a trainare al successo le tre staffette della Germania Ovest, che fra l'altro qui è arrivata all'oro solo nelle sei gare di Gross. Ci si domandava chi avrebbe volato con lui e, nonostante tutto, ecco spuntare — non ignoto, ma neppure consacrato — Igor Poliansky, siberiano diciottenne che potrebbe regnare a lungo sul trono del dorso mondiale se l'anno prossimo, a Madrid, riuscirà a scalzarne Ride Carey. Le nuove stelle — Si cenavano nuove stelle nascenti per una transizione generazionale e abbiamo trovato, fra gli uomini anche Tamas Darnyl, ungherese, 18 anni, mistista completo, non indegno di raccogliere i due titoli che a Roma furono di Giovanni Franceschi. E poi naturalmente Stephen Caron, il nuovo gigante della velocità pura che ha tritato Wotthe e con i suoi due metri abbondanti dovrebbe indurre anche i tecnici azzurri a selezionare i velocisti, fin da bambini, in funzione delle pmiezioni e sviluppo in altezza. Le ragazzine Ddr — II rinnovamento era stato piti drastico fra le ragazzone della Germania Est e le ha trasformate in ragazzine. Le eredi delle Melneke, Geweniger e compagne non sono soltanto giovanissime (quindici-sedicenni), ma anche più minute ed agili. Qui c'è stata un'inversione di tendenza certamente non casuale ma studiata e programmata in laboratorio. Soltanto Jacqueline Alex, cavallona del delfino lungo, rimane un esempio del tipo di tedesca Est vincente di qualche anno fa. Invece le stesse •anziane» superstiti, Strauss, Simh, Nord non sono delle muscolari, e le giovani Gressler (attenzione, questa delfinista quindicenne è forse la novità di classe piti cristallina), Gerasch, Friedrich, SelImach, la stessa dorsista Weigang sono decisamente pesi leggeri. Disastro delle sovietiche — Strano anche il caso della sovietica Dendeberova, che da un anno in qua era stata la miglior mistista del mondo, aveva battuto due volte la Nord, sembrava irresistibile. A Sofia è stata eliminata in batteria nelle due gare dei misti ed è andata invece a prendersi un bronzo nei 400 si, dove non era accreditata. Le sue compagne, per altro, sono naufragate quasi tutte, come alcuni dei sovietici maschi. Anche qui c'è l'impressione che lo staff del nuovo allenatore Pimenov sia incappato in qualche sperimentazione (magari soltanto tecnica) non azzeccata o male assimilata da alcuni elementi. In conclusione, fra maltempo, assenze, declini (quello 'di Sidorenko. per esempio), transizioni ed errori di preparazione, sono stati degli Europei mediamente molto modesti, con risultati da gamberi, cioè a passi indietm. In certe finali si entrava cor. tempi da campionati italiani (e proprio per questo faceva male vederne fuori gli azzurri, con prestazioni ancora peggiori) e certi bronzi sono stati guadagnati con risultati che due anni a Roma non avreobem permesso l'accesso alla finale. L'Europa del nuoto si è un po' fermata o ha incontrato un'annata no. Si vedrà tra un anno a Madrid. Mundial '86. Gianni Menichelli