L'Aids sorvegliato speciale « ma l'allarme è esagerato » di Liliana Madeo

L'Aids sorvegliato speciale « ma l'allarme è esagerato » Dal 1982 segnalati in Italia meno di 60 casi «accertati» L'Aids sorvegliato speciale « ma l'allarme è esagerato » L'Istituto dì Sanità coordina con le Regioni il piano di prevenzione - In settembre a Roma un convegno internazionale sulle ultime ricerche per curare il male ROMA — «Portare di peste del 2000, di flagello, è esagerato e allarmista» dice la professoressa Paola Verani, virologa, del gruppo anti-Aids formato all'Istituto Superiore della Sanità. Del morbo che dall'America .è arrivato fin da noi, portando morte, allarme, angoscia e tanti interrogativi, circolano indicazioni che fuorviano anziché informare e sollecitare le misure preventive adeguate. Dal 1982 ad oggi, in Italia, sono stati segnalati meno di 60 casi: meno di uno per ogni milione di abitanti. E' la proporzione che subito all'Istituto Superiore della Sanità fanno rilevare, per ristabilire le dimensioni del cosiddetto •flagello*. E' vero, sottolineano gli specialisti, negli anni c'è stato un costante aumento di casi. Soltanto nell'ultimo mese ce ne sono stati IO in più, pari ad una crescita del 20 per cento. Ma io si prevedeva, come si calcola in anticipo che ci saranno nuovi casi e nel prossimi 36 mesi un aumento di richieste di aiuto: questa «epidemia» esiste in America e in Europa, e come tale ha suoi indici 'fisiologici- di crescita. Un convegno internazionale di specialisti — medici, ricercatori, pubblici amministratori, biologi, farmacologi — si svolgerà a Roma 11 24 settembre prossimo. Al cen¬ tro del confronto quella malattia che è stata definita la •peste del 2000-, l'Aids: sono previste relazioni che illustrano quanto si sa sul virus che la produce, sulle modalità di trasmissione, sull'incidenza fra le potenziali vittime in concomitanza con altre circostanze: in particolare, sono attese le informazioni relative alla ricerca per combattere il morbo e alle iniziative per prevenirne la diffusione. L'allarme nel mondo è grande, per le notizie che circolano sul contagio in agguato, e per le zone d'ombra che costellano le conoscenze ancora imprecise sulla strategia da seguire per debellare il morbo. Per questo, l'attesa del convegno è viva, fra quanti sono impegnati contro l'Aids. L'Italia, dove è arrivata con due anni di ritardo rispetto all'America, è considerata un terreno di grande interesse scientifico per disegnare una strategia che tenga conto di quanto oltre oceano è stato fatto. Ma in Italia, confermano all'Istituto Superiore di Sanità,* il fenomeno ha dimensioni ancora non allarmanti. Tutta l'attenzione adesso è sugli interventi preventivi possibili. Il 17 luglio dal ministero della Sanità è partita una circolare, «Istruzioni dettagliate in merito alle misure di sorveglianza e prevenzione da adottarsi nei confronti della sindrome da immunodeficienza acquisita», che istituisce In pratica un sistema di sorveglianza nazionale sull'Aids in collaborazione con i centri regionali e precisa 1 criteri di individuazione della malattia accertati a livello internazionale. Uno dei meccanismi che 11 ministero ha avviato riguarda il controllo del sangue, donazioni, trasfusioni, commercio. E' questo, 11 sangue, uno del canali privilegiati per la trasmissione del virus. In Lombardia e subito stata bloccata, con decreto regionale, la vendita del sangue non trattato al calore (il virus Aids è «termolabile», cioè muore con il riscaldamento). Un po' dovunque, in Italia, si stanno organizzando cliniche e banche del sangue, ospedali e centri trasfusionali, per seguire le direttive del ministero: non utilizzo del sangue donato da appartenenti a «gruppi a rischio» (omosessuali, tossicodipendenti, emofiliaci); adozione di precisi test, in tutti 1 centri trasfusionali, per i primi controlli; nel caso in cui si individuino campioni sospetti, nuove analisi, in laboratori specializzati. La Lombardia, che conta il 60 per cento dei casi di Aids riscontrati sull'intero territorio nazionale, è la regione che ha varato con maggiore prontezza 11 suo plano di intervento. E' previsto lo stanziamento di 3 miliardi di lire all'anno per verificare le 450 mila donazioni di sangue che affluiscono agli ospedali della regione annualmente; a questi primi controlli si affiancherà una struttura di verifica formata da tre centri altamente specializzati: un impegno, nel complesso, di oltre 10 miliardi di lire. Liliana Madeo

Persone citate: Paola Verani