E tra gli ulivi spunta un vichingo

E tra gli ulivi spunta un vichingo INTERI PAESI DELL'ENTROTERRA LIGURE COMPRATI DAI NORDICI E tra gli ulivi spunta un vichingo Pioniere, 27 anni fa, Thor Heyerdahl il navigatore - «Qui è come vivere con un piede al Tropico e uno in Scandinavia» - Ha per giardinieri capre e asini - Dopo di lui sono arrivati a migliaia: «Un rustico abbandonato, con orto, costava due o tre milioni» - G sono musicisti, pittori, poeti, registi: sognano un'immersione, per Io spazio di una vacanza, in una Liguria un po' letteraria DAL NOSTRO INVIATO RIVIERA DI PONENTE l— «Un piede al Tropico e un piede In Scandinavia, questo :è vivere in Liguria a pochi chilometri dalla costa», mi 'dice Thor Heyerdahl. Nel \1958, quand'era un giovane vichingo entrato nella leggenda con l'impresa del Kon Tikl, io trovai accampato a '•■Colla Micheri, una sella verde tra Laigueglia e Andorà. •Là stabili la sua dimora e dopo ventisette anni non ha 'dubbi: «Spero di restare qui per tutta la vita. In Polinesia mi mancavano 1 monti, le pinete. 1 fiori sul campi. In {Norvegia mi mancava 11 sole. Qui ho tutto, più la gente, avevo cercato 11 luogo ideale, e la gente ideale in Portogallo, in Spagna, in Francia, in Nord Africa. LI ho trovati in .questa parte di Liguria». Heyerdahl abita con la, moglie italiana in messo a un bosco di sette ettari difeso dagli incendi grazie al .contributo di otto capre e tre asini lasciati allo stato brado. «Ho studiato per molti anni 11 problema del fuoco. Ho vistò che è impossibile tener pulito il sottobosco e le fasce a ollveto con mezzi manuali o meccanici. In passato 1 contadini avevano animali diversi sul terreno coltivato e nei boschi. Ho compiuto esperimenti per ritrovare quell'equilibrio ecologico e mi sembra che le capre siano preferibili alle pecore, purché in numero limitato. Troppe causano le distruzioni ambientali ben note in Africa e In Medio Oriente. Le pecore non mangiano erbe spinose e rovi infestanti. Vanno aggiunti gli asini perché eliminano le erbe più povere, trascurate dalle capre». Heyerdahl è definibile un «pioniere colto», anticipatore della grande migrazione scandinava verso l'entroterra ligure. Svedesi e norvegesi, mescolati a tedeschi, olan,desl, svizzeri,hanno Mqu^ stato migliaia di rusj^^ab^ :bandonati-c di antiche case, allo stato di rudere, nei borghi medioevali di Ponente, dalle valli di Albenga a quelle di Ventimiglia. A Villa Foratói, sette chilometri da Diano Marina, alla ribalta per il Festival internazionale d'arte,' musica e teatro, si contano sessanta scandinavi su novanta residenti. A, Ovest di Imperia, nella valle del Prino letteralmente am-' montata di ulivi, il Comune di Dolcedo comprende numerose frazioni popolate per metà da stranieri. Il sindaco, Paolo Gandolfo, mi dice: «Complessivamente superano 11 migliaio. Qualcuno ha proposto di chiamarmi borgomastro anziché sindaco». La comprensione della civiltà locale, la difesa del¬ l'ambiente, il rispetto delle architetture «popolari» come delle tessiture murarie e dei materiali tradizionali, sono ben visibili nel piccolo villaggio di Colla Micheri restaurato da Thor Heyerdahl Là si è consolidato un rapporto culturale che esige approfondimenti e conoscenze non comuni ai nuovi immigrati, i quali cercano prevalerli emente una forma di turismo diversa da quella della Riviera caotica. Ipiù evoluti sognano l'immersione in una, Liguria un po' letteraria da vivere nel tempo delle vacante. Non va trascurata la molla economica. «Qui una casa costava pochissimo al confronto con un villaggio svizzero. E la vita è molto semplice, un po' di orto, un po' di legna per scaldarci d'inverno. Tiriamo'avanti bene con poco», mi dice Edouard Dubois, pensionato di Losanna, gran barba bianca, residente fisso con ■ la moglie a Lécchiore, una frazione di Dolcedo con sessanta abitanti, per metà stranieri. «Vent'anni fa era possibile comprare una casa in pietra, con orto e un po' d'ulivi, per due o tre milioni di lire. Poi 1 i prezzi sono saliti, ma molti stranieri hanno fatto buoni affari. Nel restauro delle .abitazioni, quasi tutte allo 'stato di rudere, occorre una buona conoscenza della cultura locale. Non tutti gli stranieri ne sono in possesso. In parte hanno conservaIto, in parte hanno aggiunto qualche toccò scandinavo o svizzero», annota l'avvocato e scrittore biellese Emilio Jona, con casa a Chiappa .nella valle di Cervo, pioniere .del movimento italiano dalla costa all'entroterra. Da Chiappa saliamo per una 'strada sterrata sino a Tovo Faraldi. Sulla piazza incontro lo svizzero Von Guntet, di Tliun, gallerista e restauratore di opere d'arte. Mi fa vedere la sua casa di pietra emergente dal piccolo nucleo mcdloevale.:. unp.dègll esempi miglior! di recupero, preferibile a certi rustici trasformati in ibridi provenzali, a certe altane e terrazze con pavimenti a piastrelle multicolori e facciate sintetiche.