II Papa inaugura la San Pietro d'Africa e rivaluta la «tradizione ancestrale»

II Papa inaugura la San Pietro d'Africa e rivaluta la «tradizione ancestrale» Togo, Costa d'Avorio, Camerun: tre Paesi in 24 ore ma folla ed entusiasmo ovunque II Papa inaugura la San Pietro d'Africa e rivaluta la «tradizione ancestrale» YAOUNDE' — Tre Paesi In 24 ore. Lasciato ieri mattina il Togo, Giovanni Paolo II, dopo una sosta di sei ore in Costa d'Avorio, dove ha inagurato la più grande chiesa in terra africana, è arrivato in serata nel Camerun. All'aeroporto di Yaoundè l'hanno accolto il presidente Paul Biya e più di 10.000 persone in festa, ma tutta la capitale (350 mila abitanti) è scesa in strada poco dopo per festeggiare il Pontefice, giunto alle 19 dopo un volo non proprio tranquillo: il suo «Boeing 737» ha infatti incontrato, lungo i 1800 chilometri di rotta, varie turbolenze e, a sentire il personale delle linee aeree, un piccolo ciclone. Ricevuto al suo arrivo da canti e balli, il Papa ha definito il Paese «croffiolo di numerose etnie dalle ricche tradizioni, crocevia di tutte le maggiori religioni del continente africano, all'incrocio del mondo francofono ed anglofono, con una notevole espansione demografica e una gioventù molto numerosa-. In altre parole 'Un'Africa in mi¬ niatura», anche se con la caratteristica, eccezionale per questo continente, di essere •un'isola di pace*. Il Pontefice si tratterrà in Camerun fino a mercoledì mattina. E' la tappa più lunga del viaggio e intende visl- tare tutte e quattro le diocesi. La sosta in Costa d'Avorio è stata incentrata sull'inaugurazione della cattedrale di Abldjan, la più grande del continente. Di forma triangolare, ha una superficie di 4900 metri quadrati e un volume complessivo di 67.000 metri cubi. Il gruppo del campanili è composto da tre elementi che si uniscono a 50 metri da terra per diventare una colonna sola. Può ospitare 6000 fedeli e centomila è in grado di contenerne il grande piazzale che le sta di fronte. Opera dell'architetto napoletano Aldo Spirito (presente alla cerimonia e con il quale 11 Pontefice si è complimentato), la Chiesa di'San Paolo sorge in quella che fino ad alcuni anni fa era la capitale della Costa d'Avorio, prima che le venisse preferita Yamoussoukro, una cittadina di 80.000 abitanti che ha il merito di aver dato I natali a Felix Houphouet-Bolgny, il presidente, uno del pochi padri della lotta di liberazione dal colonialismo ad essere ancora al governo In Africa. Invitato cinque anni fa a porre la prima pietra della costruenda cattedrale, ieri Olovanni Paolo II, come egli stesso ha detto, ha avuto 11 •raro privilegio» di consacrare la casa «che voi avete costruito per Dio*. L'edificio, costato complessivamente dodici milioni di dollari, 24 miliardi di lire, era stato ultimato solo due giorni prima dell'arrivo del Pontefice, con un lavoro praticamente senza interruzione negli ultimi mesi. Non sono mancate le critiche a quella che è, letteralmente, una cattedrale nel deserto, ma l'episcopato locale ha sempre difeso la realizzazione, che viene incontro alle esigenze di una comunità cattolica forte e relativamente (rispetto ai Paesi vicini) abbiente. L'inaugurazione, probabilmente l'evento più significativo della giornata, ha avuto luogo in una giornata coperta e caldissima. Per l'occasione è stato anche scoperto il monumento In bronzo opera di un altro artista italiano, Tommaso Oismondi; l'opera, che raffigura lo stesso Wojtyla, è in bronzo, è alta tre metri e pesa due tonnellate. Mantenendo la promessa fatta arrivando In Togo, Giovanni Paolo II ha di nuovo trattato il tema dei difficili rapporti tra 11 cristianesimo e la cultura ancestrale. E se venerdì aveva ben volentieri accondisceso a vedere alcune cerimonie tradizionali (come quella dell'accoglienza all' ospite) trasferite nei riti cristiani, con balli e canti locali, incontrando persino diversi «stregoni», ieri, lasciando 11 Togo, ha salutato una •Chiesa radicata in Africa, fedele a ciò che c'è di meglio nel vostro patrimonio ancestrale*. Giovanni Paolo II ha comunque Tv/to capire che non deve essere il Vangelo ad adattarsi a usi e costumi diversi ma piuttosto l'inverso, né ha tralasciato di segnalare che, di fatto, solo una parte del patrimonio originale di un popolo (-quella migliore*Y è valorizzarle o compatibile con la fede. Nei giorni scorsi aveva inoltre esortato a non chiudere le porte alla società moderna ma a compiere una sintesi fra quanto, anche tecnologicamente, et offre l'oggi, e la tradizione.

Persone citate: Aldo Spirito, Felix Houphouet-bolgny, Giovanni Paolo Ii, Paul Biya, Wojtyla