Il ritorno di Teresa in versione africana di Marinella Venegoni

Il ritorno di Teresa in versione africana Il ritorno di Teresa in versione africana MINTURNO — Teresa De Sio ritorna dopo due anni sulla scena dei concerti dal vivo. Nellintrecclarsl fitto fitto, quasi esasperante, di appuntamenti musicali, su ogni piazza e in ogni parco della penisola, arriva — ed è una delle poche da non perdere — anche l'ex poetessa della Napoli'rock, ora fermamente decisa a cambiare pelle. Debutta stasera a Minturno, con una tournée che la porterà prima per le spiagge, poi a settembre nelle grandi città, e infine probabilmente in Spagna, Gerinania e Olanda, dove il suo nuovissimo disco Africana, fatto con la collaborazione di Brian Eno, sta per esser lanciato alla grande. Quello di Teresa De Sio è un ritorno Un po' speciale, atteso con curiosità dal vivo per le nuove sonorità che caratterizzano le canzoni di Africa na, dove si sente forte la mano di Brian Eno, e la voce dell'interprete si piega più dolce ma senza perdere l'espressività che le è propria, in un mare di suoni elettronici e rarefatti. Dopo ore e ore di prove, quando tutto è ormai pronto nei minimi particolari, la musicista spiega: «Non è stato difficile riprodurre per il concerto 11 suono del disco, che è stato registrato in diretta; per la parte elettronica abbiamo pensato a una preregistrazlone, manovrata in parte sul palco, in parte dallo staff tecnico». ! I musicisti in scena saranno i suoi soliti collaboratori, c'è un nuovo batterista, una chitarra in più. E lei precisa: •Due chitarre permettono un impatto rock molto più ruvido, la sezione acustica farà da contraltare^ a quella elettronica». La nuova esperienza l'ha davvero profondamente cambiata? «Sento questo momento molto slmile a quando, nell'80, uscì 11 mio disco Sulla terra sulla luna che segnò una svolta radicale nel mio modo di far musica. Anche quella di Africana è una svolta radicale, ma la mia natura è quella di "cambiare continuamente: da un lato ti sembra di non crescere mal, ma 1 cicli sono molto diversi l'uno dall'altro». La nuova Teresa De Sio canta in italiano, con l'occhio a Brian Eno. Che ne è delle radici di Napoli e dell'ispirazione solare, mediterranea, che ha fatto la sua fortuna nei brani precedenti? «Sento frantumato quel rapporto, la musica va avanti, deve evolversi, non è giusto ancorarsi a riferimenti fissi, la Napoli musicale è troppo sfruttata, fa soltanto cassetta, non mi va di partecipare a questo gioco». Ma intanto, curiosamente, in un certo «giro' napoletano adesso è l'Africa a farla da padrona. Esposito la insegue con i suoi strumenti, De Piscopo ci ha fatto su la canzone più bella del suo ultimo album, cantata da un africano. Teresa De Sio, però, si sente estranea a questo clima. •E' il caso. Per me è un valore strano, mi sono sentita io un pochino africana, nel senso di diversa, per aver cambiato strada; l'Africa è il continente piti afflitto di contraddizioni e come me lotta sempre. In questo senso mi sembra che ci sia un legame fra me e l'Africa. Un continente violento, come è violenta un'altra mia 'nuova canzone, Tamburo, com'è violento il ricatto quotidiano del nucleare di cui la canzone parla». Che effetto le fa, tornare sulla scena dopo due anni, in questa enorme confusione musicale, in questo rumore continuo che non si spegne mai? , «Sento che la musica è sprecata, inflazionata, senza distinzione e qualità. Ma non ci posso fare niente. Se lavori in questo campo, l'unica cosa è suonare e cantare con la maggior passione possibile, badando al sentimento. E star fuori dal rumore. Io stessa ascolto molta musica, ma ben selezionata». Se Ravera le chiedesse di cantare dal vivo al prossimo Festival di Sanremo, accetterebbe? «Quando c'è da cantar dal vivo, lo sono sempre d'accor do». Marinella Venegoni Queste le prossime date della tournée: stasera Minturno; domani Ischia; 12 Marina di Camerota; 13 Reg gio Calabria; 15 (Ferragosto) piazza del Duomo a Milano 17 Lentini; 18 Messina.