Tvardovskij, chierico senza tradimento
Tvardovskij, chierico senza tradimento RICORDATO IN URSS NEL 75° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA Tvardovskij, chierico senza tradimento Ma nelle celebrazioni ufficiali manca proprio la testimonianza del suo coraggio e della sua sensibilità - Tra l'altro pubblicò sul «Novyj mir», di cui era direttore, gli scritti di Solzenicyn Quanti ricordi è in grado di suscitare, quattordici anni dopo una morte precoce, preceduta da aspre polemiche, un personaggio quale Aleksandr Tvardovskij, il poeta e saggista sovietico, noto però in Occidente soprattutto come direttore del mensile Novyj mir? Lo si è potuto apprendere in occasione del 75° anniversario della sua nascita, alla fine di giugno. La Pensée Russe, il settimanale che esce in russo a Parigi, dedica alla ricorrenza una pagina. Qui Boris Germanovie Zaks, non solo amico e collaboratore di Tvardovskij ma, dal 1958 al 1966, segretario responsabile e membro della redazione del Novyj mir (poi, per ordine delle autorità, Zaks e 11 vicedirettore Dementjev vennero licenziati) rievoca, .tra ' l'altro, una breve poesia che Tvardovskij gli recitò a metà degli Anni Cinquanta: •17 giorno è trascorso e nell'incompleto riposo I La città si acquieta, aspirando tra il sonno i L'odore delle fresche conifere calpestate i Odore di feste e di funerali, i A mezzanotte le tenebre di marzo sono grige. i E più oltre, oltre il limite dell'aurora / Che cosa, un giorno o tutta un'era I Già avanza per insediarsi?: Poiché 1 versi figurano, nelle Opere di Tvardovskij, tra le liriche del 1966, si vide lì un accenno alla morte di Anna Achmatova (marzo 1966) tanto più che in quella connessione alcuni poeti avevano pensato allo spuntare di una nuova era. Marlja Illarlonovna, la vedova di Tvardovskij, rivelò che si trattava Invece della morte di Stalin. Qui però Tvardovskij, che come tanti scrittori In quegli anni si era sentito In dovere di comporre un ciclo di liriche sul dittatore, non lo nomina nemmeno... Il Novyj mir, il mensile cui la direzione di Tvardovskij, dal 1950 al 1954 e dal 1958 al 1970 (alla fine del 1969 Suslov fece defenestrare la redazione) conferì un prestigio Insolito per una rivista sovietica, delle sue 271 pagine all'anniversario ne dedica dieci nel numero di giugno. Contrarlamente a quanto si potrebbe immaginare, la rievocazione non si fonda sul lavoro redazionale di Tvardovskij. La curatrice R. Romanova, che sta scrivendo un libro sul poeta, ha scelto la via più sicura, 11 tema dell'ultima guerra, di particolare attualità e da sempre privilegiato nella produzione letteraria sovietica. Ecco gli scrittori, futuri corrispondenti dal fronti, presentarsi alla Direzione politica dell'Armata rossa, ecco Tvardovskij donare 1 50 mila rubli del premio Stalin, ricevuto per 11 poema 17 paese di Muravla, *per la difesa della patria». Questi epici ricordi sono Integrati dalla pubblicazione di una quindicina di brevi lettere Inedite, scritte nel corso di tre decenni da Tvardovskij al. suo cugino Michail Pleskacèvskij. E' In questo modo che la rivista, di un livello apprezzato anche In Occidente, ha saputo ricordare il suo dlrettore-tolent scout. Manca ogni accenno alla pubblicazione di Una giornata di Ivan Denisovlc e alle altre quattro ' opere di Solzenicyn, le sole, salvo un saggio nella Literaturnaja gazeta, mai uscite in Urss. Se Tvardovskij, sull'onda del xxn congresso, riuscì a diffondere in Russia e nel mondo gli scritti dell'ex detenuto Solzenicyn, 11 Novyj mir ospitò anche molti del migliori autori di quegli anni: Dudincev con 11 conflittuale romanzo 'Non si vive di solo pane. V. Grossman, Dombrovskij, Vladlmov, Vojnovlc, Anna Achmatova, Slnjavskij, Trifonov, Bykov, SJomln, Laksin, II disgelo di Erenburg. Delle sette riviste sovietiche pervenuteci finora, cinque tacciono, mentre 11 mensile Oktjabr ricalca » le orme del Novyj mir: una breve Introduzione e otto lettere inedite del poeta a colleglli e principianti. Tutte queste lettere, se interessano 1 biografi di Tvardovskij, costituiscono un modo alquanto asettico di celebrare una personalità di primo plano, il cui coraggio e la sensibilità artistica avrebbero dovuto lasciare un segno profondo. C'è da domandarsi, Invece, se la sua influenza, la sua lezione siano vive, se abbia degli eredi. Si direbbe di no, a giudicare dal grigiore che pervade in genere le riviste sovietiche. Sembra piuttosto che siano tuttora valide le critiche formulate da Tvardovskij nel suo intervento al XXII congresso: .Qua! è il principale difetto della nostra letteratura? Il dire le cose a metà, il rappresentare in modo incompleto i multiformi processi della vita. Al lettore ripugnano l'elusività e l'insincerità dello scrittore. L'indispensabile contatto tra chi scrive e chi legge s'interrompe, e questo è un guaio irrimediabile... Non dobbiamo eludere la denuncia delle difficoltà..... Lla walitsteln Ateksandt- Tvardovskij
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