Per uno «yacht» in più

Per uno «yacht» in più SCARSEGGIANO GLI APPRODI TURISTICI IN LIGURIA Per uno «yacht» in più La nautica popolare è respinta, molti Comuni sognano solo grandi imbarcazioni miliardarie - Perciò progettano faraonici impianti, con gravi problemi di erosione costiera e di inquinamento - E paesaggistici: i vecchi porti legano bene con l'ambiente, le moderne «marinas» spiccano estranee e sgraziate DAL NOSTRO INVIATO SESTRILEVANTE — La verde penisola che fu regno del finanziere Gualino (i suoi castelli divenuti albergo) divide con dolcezza il Golfo di Ponente dalla sabbiosa insenatura di Portobello, ribattezzata Baia del Silenzio. Qui la Liguria conserva i segni dell'antica sapienza nel trattare il paesaggio di scogliere, oliveti, pinete. L'ambiente costruito appare nobilissimo al confronto con l'edilizia del nuovo centro. La penisola resiste, in minima parte alterata. La sua punta settentrionale si prolunga in mare con dopo un molo che protegge lo specchio d'acqua, punteggiato da imbarcazioni alla fonda. Proprio qui è previsto un porto turistico da ■300-400 barche. Il progetto non è ancora definito ma l'allarme è scattato coinvolgendo vecchi e nuovi sestresi, scrittori (questa è la patria di Carlo Bo), ecologisti. Il sindaco, Sergio Piccinini, mi dice: «Abbiamo tenuto conto delle osservazioni e delle proposte di modifiche alla prima bozza del progettisti. E' prevedibile un ridimensionamento: sarà, il porto più piccolo della Liguria.. Gli oppositori non sono tranquilli. Temono che il Golfo di Ponente venga trasformato in modo radicale con gravi conseguenze sull'arenile e sull'intero ecosistema marino. Francesca Zurlo, presidente della sezione Tigullio di Italia Nostra: «L'area indicata per il porto va difesa con opere idonee, senza alterare le condizioni esistenti. Riteniamo ammissibili alcuni pontili di attracco galleggianti, non un porto artificiale cosi pesante come quello disegnato nella prima bozza. Chiediamo studi e preventivi sulle correnti, sul fondali, sull'inquinamento lì sindaco non sembra sordo alle critiche: «Dal punto .1 vista ambientale sarebbe jene-nph^0éqar,,jgul]& Per ragioni di sviluppo economico e di occupazione proponiamo un porticcioio molto ridotto. Nel progetto sono compresi gli studi sulle correnti, per la salvaguardia dell'arenile e dell'intero golfo». Sviluppale occupazione hanno un cèrto significato à Sestrl Levante, colpita dalla crisi della fabbrica di tubi che sosteneva in gran parte l'economia locale. Ma queste motivazioni vengono usate anche dove lo sviluppo turistico è giunto a livelli tali da provocare l'asfissia per congestionamento. La domanda di posti-barca è indubbiamente forte sulle due riviere. Per i torinesi e i milanesi, anche per gli svizzeri e i tedeschi delia Germania meridionale, è un'aspirazione ragionevole quella di passare qualche ora in barca in un lungo fine settimana o nelle vacanze fine di luglio a poche ore di viaggio. Ma l nuovi porti turistici rispondono a tale aspirazione? «Sarebbero molto più utili e economiche attrezzature leggere, ad esempio uno scalo munito di argano per varare e tirare in secco gommoni, piccole barche a vela, gozzi da pesca, liberando ampi spazi nel porti esistenti. Questi dovrebbero essere utilizzati in modo più razionale. Invece si prospettano nuovi porti destinati alla nautica di lusso», osserva Gabriella Canepa, studiosa di questi problemi per l'Ilres (Istituto ligure di ricerche economiche e sociali). Rete di moli La nautica •popolare- non trova spazio. Barchette a vela e piccole barche a motore non sono bene accolte sulle spiagge. Molti Comuni sognano il grande porto per grandi yachts, da Ventlmiglia, dove la costruzione del moli fu iniziata e poi abbandonata, a Ospedalettl, a Santo Stefano a Mare, a Albenga e Ceriate, a Noli e Spotorno, a Albissola, a Becco, a Lepanto, al Golfo di La Spezia. In qualche caso si tratta di progetti abbozzati e rimasti ■ nel cassetti. Uno dei più discussi è quello di Noli-Spotorno. Dovrebbe sorgere quasi al centro del golfo, più o meno dove si trova il confine tra i due comuni. Una zona oggi adibita a deposito di barche diventerebbe la radice del moli, inizialmente previsti per 700 scafi. Anche per Noli-Spotorno Italia Nostra ed ecologisti si oppongono, in difesa del paesaggio costiero è dell'ecosistema marino. «La nuova amministrazione comunale se ne occuperà prevedibilmente dopo l'estate. Sara uno del problemi più seri da mettere sul tappeto., mi dice l'assessore all'urbanistica Antonio Tobia, assicurando che nulla è ancora stato definito. Nel golfo protetto dalla severa mole di Capo Noli (le stupende rocce rose e azzurre a picco sul mare) che offre una barriera al libeccio, sono temibili gli effetti di qualsiasi opera dell'uomo. Nuovi moli e scogliere artificiali possono bloccare o deviare il trasporto della sabbia innescando fenomeni di erosioni. L'inquinamento, dovuto soprattutto alle perdite di lubrificanti e di miscele oleose usate dai fuoribordo, potrebbe danneggiare le vicinissime spiagge di Noli e di Spotorno. I due comuni dovranno far accertare scientificamente le prevedibili conseguenze della costruzione del porto, per evitare danni irreversibili. Basterebbe ricordare l'insabbiamento del porticcioio di Aremano, l'erosione della bellissima spiaggia del Tombolo di Fenlglia, all'Argentario, seguita all'apertura del grande porto turistico di Cala Galera. Scenografia Il ricorso alla scientificità nella progettazione può mettere al riparo da simili errori. Ma restano due problemi non meno spinosi: quello urbanistico (il peso del traffico alimentato dal nuovo porto) e quello paesaggistico. In passato le opere portuarie, come l'edilizia abitativa, erano frutto di un adeguamento spontaneo alle misure del luogo e ai suggerimenti dell'ambiente. Le tecniche disponibili imponevano opere moderne, disegnate secondo l'andamento della costa e a volte coronate da edifici che assumevano un alto valore scenografico, fino a rappresentare la cultura della città. | Massimo esempio quello di Camogli. Il piccolo porto è parte integrante di un ambiente unitario di cui mi riesce difficile separare le pareti rocciose dalla palazzata altissima, dipinta con molteplici colori della Liguria. Perfettamente inserito nel quadro urbano e nel paesaggio naturale è il vecchio porto di Santa Margherita. Oggi i porti turistici vengono progettati come parcheggi di barche, costruiti con mezzi meccanici e con largo ricorso a materiali estranei, primo ti cemento. Il grande porto di Lavagna o Cala del Genovesi, è molto comodo e funzionale ma è ingombrante come un corpo estraneo piombato sulla costa. Largamente migliori, sotto II profilo estetico, i piccoli porti costruiti in Liguria per iniziativa pubblica, come quello di Alassio ben inserito in uno scenario roccioso, esterno al golfo e alla spiaggia. C'è un altro motivo di opposizione ai porti di tipo •marina-, di modello francese: sottraggono preziosi tratti di litorale al libero godimento, privatizzandolo a tariffe molto salate. A Lavagna il posto fisso per una barca a vela cabinata di 9-10 metri costa dal r aprile in poi 540 mila lire il mese. C'è chi aveva acquistato il posto dal costruttori e lo rivende a 45 milioni, più di quanto valga la barca stessa sul mercato dell'usato. Nel nuovo porto di Rapallo uno scafo di uguali dimensioni paga 912 mila lire mensili In piena estate. L'acquisto del posto-barca richiede ben 75 milioni c un milione 588 mila lire di spese di gestione ogni anno. Più bassi i prezzi di Porto Sole a Sanremo: non ha avuto un successo travolgente. In tutta la Liguria un solo porto turistico nuovo e grande è riconosciuto da tutti necessario, quello di Genova. E' quasi incredibile che la più OT£ importante città marinara d'Italia, sede di enti propul-^ tori della vela come lo Yacht ' Club Italiano e la Fiv, teatro del grandioso Salone internazionale della nautica, non abbia un suo approdo turistico. Gli appassionati proprietari di barche devono fare a gomitate per un posticino nell'angolo maleodorante trai cantieri navali di Sestri Ponente e l'aeroporto. Il porticcioio Duca degli Abruzzi è stato ridotto a una vasca. I progetti sono almeno quattro: il porto turistico a Crevari (a Ovest di Veltri), porto privato a Pegli, porticcioio nei pressi della Fiera del Mare, approdo turistico ricavato nel porto storico, secondo un progetto di Renzo Piano. La soluzione del porto storico sembra favorita, ma nessuno sa dire quando le vele ritorneranno davanti a Palazzo San Giorgio. Mario Fazio ■ Camogli. Il porticcioio, perfettamente inserito nell'ambiente, emblematico della cultura della città