Visentini con Goria: non si tassano i Bot di Eugenio Palmieri

Visentin! con Goda: non si tassano i Bot Il ministro delle Finanze polemizza con gli altri colleghi troppo «loquaci» Visentin! con Goda: non si tassano i Bot ROMA — Il totoBot si è trasformato subito in un argomento polìtico di mezz'estate. Il ministro Visentini ha rimproverato ieri con toni inusuali per asprezza i colleghi che tradiscono 11 necessario riserbo e ha minacciato di non partecipare più alle riunioni di Palazzo Chigi. Il neosegretario'liberale, Biondi, ha tirato le orecchie aU'amiconemlco. Altissimo; precisando che 11 ministro ha parlato •a titolo personale». L'ipotesi di una tassazione dei titoli di Stato ha sollevato un vespaio. Le dichiarazióni rilasciate l'altro giorno da Altissimo, De Michelis e Romita nel cortile di Palazzo Chigi dopo il vertice economico sulla finanziarla (al quale Craxi noti era presente) hanno fatto da miccia Raramente e.-a accaduto che un ministro si sbilanciasse con un comunicato ufficiale per lanciare un rimbrotto ai colleghi che parlano troppo. Evidentemente Visentin! si è reso conto che quando si parla di tassazione del Bot, sia pure a livello di salotto governativo, si tocca un terreno minato. E cosi, una volta tanto, è sceso in campo a dare una mano al collega del Tesoro, Gorla, anche se i rapporti tra 1 due, soprattutto negli ultimi tempi, sono stati tesi per la famosa polemica sulle entrate tributarie. Anche la de se la prende con i ministri loquaci su temi cosi delicati: è un metodo poco edificante — scrive il Popolo — attribuendo l'incidente alla calura estiva. - Questi i punti sollevati da Visentini: male hanno fatto Altissimo, De Michelis e Romita a rilasciare dichiarazioni, specie per quanto riguarda i Bot, perché l'accordo era del riserbo assoluto; in mancanza di riserbo Visentini non andrà più alle riunioni di governo; è assolutamente improponibile la tassazione dei titoli già emessi (in verità questo nessuno lo ha sostenuto nel governo - ndr); per il futuro il nodo non è la tassazione dei Bot o dei Cct ma come ridurre la massa enorme delle emissioni e in questo Visentini esprime «solidarietà» a Ooria; la questione centrale rimane la riduzione della spesa pubblica e del relativo disavanzo, affinché le politiche del governo non siano sempre imprigionate «dalla spasmodica ricerca della copertura dei disavanzi e alla gestione di un colossale indebitamento dello Stato». La posizione del ministro delle Finanze può essere cosi tradotta: la tassazione dei titoli può avere un suo fondamento dottrinario, cioè in astratto, ma è del tutto Improponibile nelle condizioni del bilancio italiano. La preoccupazione sembra essere la stessa che assilla Ooria: se si mette in discussione, anche a parole, il meccanismo del finanziamento del debito pubblico, cioè se si scoraggiano gli investitori, c'è il rischio di veder crollare tutto. L'adesione di Visentini alle tesi di Gorla sembra finire qui. Quando nel comunicato l'esponente repubblicano sostiene che «il punto centrale rimane quello della capacità e volontà politica, anche parlamentare, di ridurre la spesa», se la prende probabilmente con la de e con i socialdemocratici. Le cifre in ballo non sono di poco conto: 11 debito del settore statale a fine '84 era di 522.000 miliardi sul quale lo Stato ha pagato 56.000 miliardi di interessi, 30.000 nei primi sei mesi di quest'anno. A fine giugno i Bot in circolazione erano 168.000 miliardi, 219.000 i Cct, 35.000 i Buoni Poliennali. I problemi sollevati da Altissimo, da De Michelis e da Romita andavano verosimilmente al di là della tassazione pura e semplice dei Bot. Quasi una provocazione. La riduzione della spesa, infatti, può avvenire in molti modi, l'impostazione della manovra economica che il governo adotterà con la legge finanziaria può gravare su alcune categorie di cittadini piuttosto che su altre. La polemica sulla tassazione dei Bot anticipa quello che sarà il nocciolo del confronto o dello scontro politico nel pentapartito. Non è un caso che il neo segretario Biondi abbia immediatamente preso le distanze dalla posizione assunta dal ministro Altissimo. Dice il successore di Zanone: «/ ministri sono, per fortunu, uomini e come tali titolari di opinioni e di stati d'animo personali e perciò loro propri». Insomma Altissimo non ha parlato a nome dei liberali perché il pli ritiene che il tema scottante vada inquadrato nella manovra economica complessiva. Eugenio Palmieri

Luoghi citati: Ooria, Roma