Terribile documento dalle Faroer massacrati tremila delfini l'anno

Terribile documento dalle Faroer massacrati tremila delfini l'anno Terribile documento dalle Faroer massacrati tremila delfini l'anno IH »| QUESTO servizio documenta l'orrore della strage del delfinipiloti In una delle «Slau-: ghterhouse Bays», le baie del mattatoi, come vengono chiamate le spiagge dove avvengono 1 massacri, nelle Isole Faroer, roccioso arcipelago in mezzo all'Atlantico del Nord, a mezza strada fra l'Islanda e la Norvegia. Qui ogni anno vengono macellati quasi tremila delfini. Il massacro mostrato da queste foto è avvenuto dopo che 337 bellissimi delfini sono stati spinti dal pescherecci prima nella baia poi sulla spiaggia, per essere squartati a colpi di accetta e di piccone. Femmine gravide, giovani madri, piccoli nati da poco, nessuno è stato risparmiato. Anche i ragazzi, come si, vede, hanno partecipato al ■massacro: secondo una vecchia tradizione, le scuole' chiudono apposta perché jtutto 11 villaggio possa partecipare alla crudele mattanza. Il compito del ragaz-1 zi è quello di aprire 11 ventre ■delle femmine gravide e di ■estrarne i piccoli non ancona nati. ( La. strage è durata un ■ giorno e buona parte di una 'notte Illuminata dalla luna piena. L'alba ha sorpreso 1 ragazzi addormentati nel sangue vicino al mammiferi •squartati, gli uomini esausti 'dalla fatica e dall'acquavite. Is. Faroer f Il fotografo del Daily Express di Londra, che documentava sconvolto la strage, è stato invitato ad andarsene, se voleva evitare una rissa. «Abbiamo fatto un buon lavoro», gli hanno spiegato i pescatori. «I delfini-pilota non hanno "sofferto molto: li abbiamo portati a terra e uccisi nel giro di mezz'ora Non è stato però cosi per. tutti: i delfini che si rifiutavano di dirigersi verso terra sono stati massacrati in acqua. Terrorizzati, hanno nuotato In tondo nel loro sangue lanciando grida laceranti, rincorsi dal pescatori con uncini e fiocine; La,, loro mole e la loro forza non li hanno aiutati a sopravvivere e come sempre nella caccia non un solo graffio è stato riportato dai pescatori delle Faroer. Queste stragi sono vec¬ chie di almeno 400 anni e gli abitanti del villaggio se ne tramandano il ricordo da una generazione all'altra. D'altronde, senza questa particolare carne che chiamano- •grind; in passato non sarebbe stato possibile sopravvivere nelle isole del Nord Atlantico, rocciose e desolate, dove crescono soltanto patate e orzo. Da vent'annl, però, il livello di vita nelle Faroer è decisamente migliorato, rendendo cosi ingiustificato l'altissimo numero di delfini-piloti che continuano a essere sacrificati ogni estate, oltre all'enorme spreco di corpi di animali che vanno perduti. Le Faroer non fanno parte della Comunità europea, sebbene siano legate politicamente alla Danimarca e non accettano nessuna limitazione o quota nella caccia ai delfini. Gli abitanti delle Faroer rifiutano di firmare trattati e non si attengono neppure alla Convenzione di Berna, che vieta la caccia indiscriminata a qualunque specie. Ritengono infatti il commercio del pesce troppo vantaggioso per rinunciarvi j anche solo in pà'rie:'r nelle ' loro" casse 'eriÉfa tt'tjftfl il ! corrlspetttivo di circa 140 miliardi di lire l'anno per esportazioni in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. I protezionisti comunque' non demordono: sperano che Stati Uniti e Gran Bretagna mettano In atto una sorta di boicottaggio, sulla scia della recente decisione dell'Unione Sovietica di sospendere la pesca e il commercio dei cetacei In tutto l'Antartico. Il problema è comunque molto complesso. Heine Olsen, un Ingegnere delle Faroer che sta preparando una mostra sui delfini, ha sottolineato un aspetto dimenticato: da anni non si possono mangiare né i reni né il fegato del delfini-piloti perché sono avvelenati dal mercurio, Anche il resto del corpo va mangiato a piccole dosi, non più di una volta per settimana.. «Forse sarà proprio il mercurio ad arrestare la strage, O forse anche a sterminare definitivamente i delfini piloti. Le nazioni industrializzate dovrebbero pensare a questo aspetto, anziché puntare il dito contro di noi». Per molti quella delle Faroer è una strage, mentre per gli abitanti delle isole si tratta di una tradizione da rispettare. Nei giorni scorsi intanto si è riunita a Bournemoutji M Commissione Internazionale' ber fa' caccia al cetacei, decisa a discutere una moratoria. Chi la spunterà? Alun Rees Cop)Ti[ihl dondoli Kxpress Servire» c per l'Imita «I.a Stampa»

Persone citate: Alun, Heine, Olsen, Rees