Riuscirà la pulce d'acqua a vincere la guerra delle alghe?

Riuscirà la pulce d'acqua Riuscirà la pulce d'acqua a vincere la guerra delle alghe? TRA i laghi d'Italia, quello di Garda è sicuramente il meno inquinato. Nella scala del valori seguono il Maggiore e l'Iseo. Stanno peggio, invece, quello di Avlgliana (in Piemonte), quelli di Varese, Annone, Alserlo, Como (in Lombardia). Per alcuni di questi si parla addirittura di «atrofia assoluta». . .. A queste constatazioni sono giunti 1 ricercatori del-f l'Istituto di idrobiologia di Pallanza, che fa capo al Consiglio nazionale delle ricerche e costituisce l'unico organismo riconosciuto per 10 studio della salute di tutti i nostri laghi, compresi quelli* alpini, dove pure è stata riscontrata una forte presenza di acidità. Compito del «custodi d'acqua lacustre» non è soltanto quello di compiere rilevazioni sistematiche, ma anche quello di fornire indicazioni e proposte per ridurre 11 tasso d'inquinamento, intervenendo con i mezzi che là ricerca mette a disposizione. Parte proprio da Pallanza un'iniziativa sperimentale che ha già dato risultati in laboratorio: la biomanipo¬ roduzione ore 2) Micelio lazione della fauna Ìttica per arrivare al controllo delle specie, privilegiando i microrganismi fitofagi ghiotti di alghe. In altre parole: un intervento sulla catena alimentare dei bacini lacustri, per ridurre o neutralizzare 11 processo di «eutrofizzazione» delle acque, cioè l'inquinamento provo- crìptom cato dalle immissioni ad alte concentrazioni di fosforo e azoto. In particolare, l'immissione massiccia di fosforo provoca un aumento spropositato delle alghe, che annullano il processo fotoslntetico delle acque, rlducendo l'apporto di luce e di ossigeno. Le possibilità di intervento sono affidate a un unico microrganismo, 11 cro- vrebbe modificarsi a favore dei funghi utili. I ricercatori stanno pazientemente cercando di ottenere, attraverso la manipolazione genetica di specie note, dei mutanti che producano più ife: e più in fretta o che possa-, no meglio tollerare condì-' zloni sfavorevoli di tempe-, ratura e di umidità. ' Il grano, per esempio, piantato in autunno per venire raccolto l'estate successiva, trae uno scarso beneficio dalle micorrlze. perché, a causa delle basse temperature, queste non possono agire. Si cerca perciò di ottenere funghi mlcorrlzlcl che possano tollerare basse temperature e quindi possano essere utilizzati per essere inoculati sul grano. Circa 100 micorrlze endotrofe sono state scoperte e classificate; 8-9 nuove sono scoperte ogni anno e più di cento si pensa vivano nel tropici. «Mutanti di questi funghi possono essere ottenuti tramite la manipolazione ge' netica — dice il dottor Men¬ staceo planctonico «Daphnla hyalina», chiamato anche «pulce d'acqua», un fitofago che resiste all'inquinamento e distrugge le alghe. Purtroppo questi microrganismi stanno scomparendo perché in tutti i bacini la popolazione ittica cresce a dismisura e in modo disor- Alcune specie di alghe: onade, volvocale, tctrasporale dinato. Secondo il direttore dell'Istituto idroblologlco di Pallanza, Riccardo De Bernardi, responsabile di questa situazione è soprattutto la presenza imponente di alborelle (Alburnus alborella), le quali distruggono tutte le Daphnie. L'alborella è poco appetita dai pescatori In quanto non è facilmente commerciabile. Per frenare la sua ge —, ci attendiamo dei miracoli, probabilmente si possono creare anche micorrlze in grado di fissare l'azoto». Una notevole difficoltà delle ricerche nel settore è stata finora l'incapacità degli scienziati di allevare endomicorrlze in una coltura pura in laboratorio perché, come afferma un ricercatore americano, il fungo trae qualche sostanza dalla pianta con cui vive in simbiosi, che non può venire aggiunta in scatola Petri. Trovare un modo per allevare funghi micorrizlcl indipendentemente dalla pianta è davvero il punto più complesso della ricerca sulle micorrlze. D'altra par-, te le ectomicorrize, biologi-, camente più semplici e accoppiate a conifere e latifoglie, possono venire coltivate: infatti sono già in produzione e vengono applicate dal vivaisti. Casualmente nel 1960 alcuni ricercatori della Pennsylvania, studiando la possibilità di coprire con una crescita, la blomanipolazione (cioè la gestione della fauna ittica) deve ricorrere ad altre specie, come il luccio perca o il persico, voracissime di alborelle. Introducendole nei laghi, viene interrotto questo ciclo della catena alimentare, con beneficio per i microrganismi che hanno salva la vita e possono intaccare le alghe. Dieci anni fa nel piccolo lago di Annone, in Lombardia, si verificò per cause naturali un'imponente moria di alborelle, circa 50 tonnellate. Subito dopo si ebbe un aumento del microrganismi e nella primavera successiva il lago, depurato in parte dalle alghe, raggiunse livelli di trasparenza impensabili, pur in presenza di alte concentrazioni di fosforo. Sulla base di questa espe-. rlenza 1 ricercatori del CNR stanno ora cercando di modificare la popolazione dei nostri laghi senza alterare l'equilibrio, correggendo solo l'assetto della fauna. Per il primo esperimento dal vivo su vasta scala è stato scelto il bacino del lago di Candia, nel Canavese. Gianfranco Quaglia nuova vegetazione una miniera abbandonata, notarono delle forme di una ectomicorrlza che si sviluppava su terreni acidi. Inoculati con questa specie fungina, gli alberi piantati nella miniera si svilupparono tre volte più facilmente che in assenza delle micorrlze. Una compagnia privata ora commercializza il fungo, soprattutto nell'Ohio. ■ Anche se le micorrlze sono state descritte già all'inizio del secolo (basta ricordare gli importanti lavo-., ri del professor Bruno Pe-, yronel all'Orto Botanico di. Torino) la loro importanza è stata valutata pienamente soltanto recentemente. Infatti solo dieci anni fa molti scienziati non avrebbero ammesso che le micor-. rize potessero avere un effetto sulla nutrizione delle piante, mentre ora tutti sono concordi nell'affermare che il 90 per cento del fosforo viene assorbito attraverso l'intervento di questi funghi. Elena Accati

Persone citate: Elena Accati, Gianfranco Quaglia, Riccardo De Bernardi