Segal: quella classe di Harvard è un pezzo d'America

Segai: quella classe Segai: quella classe di Harvard è un pezzo d'America i % Ma la notte sì 100.000 copie in quindici giorni Un elemento interessante di questo scrittore è che da una parte insegna Letteratura classica, traduce Platone, studia Euripide e Aristotele, e dall'altra scrive il testo per le canzoni di Charles Aenavour e racconta delle storie che «Bolero Film, avrebbe volentieri tradotto in fotoromanzi. Prima di diventare tanto'famoso, ricco, alternava l'insegnamento con due mesi in California dove lavorava per il cinema. Le sue sceneggiature, t suoi soggetti erano ottimi: «Il sottomarino giallo», film dei Beatles, è di Segai. Insomma, talento versatile e americano. E' una schizofrenia la sua, quella della cultura da una parte e del pamphlet dall'altra? Oppure è questo un uomo cinico che si mette al tavolino e pensa di scrivere un best seller? «Scrissi "Love story" con ingenuità. Non pensavo a niente, quello era un prodotto ben diverso da questo. La verità è che la storia mi venne raccontata da un mio alunno: era una vicenda realmente vissuta. Prima di allora ero un professorino. "Love story" mi cambiò la vita, ero un innocente, quel libro era scritto con enorme innocenza. Ora non lo sono più. Adesso separo i due "io", quello che insegna e quello che scrive». spiega con la voce nasale spalancando i grandi occhi da cerbiatto., E' sincero sembra, ingenuo. Quindi «La classe» è scritto in modo diverso? poi diventare il segretario di Stato dopo Kisslnger. Ma c'è una storia di spie' che lo impedirà. Danny Rossi, un musicista di grande talento, ha al suo . fianco Maria». Il figlio di un modesto immigrato greco, il bellissimo ragazzo viziato che si vergogna di avere sangue ebreo e Andrew, con troppe generazioni di genii ad Harvard, sono gli altri protagonisti. «In America c'è la consuetudine per gli studenti, consuetudine forse estremamente crudele, di riunirsi dopo 25 anni. Dopo un quarto di secolo, quella parte più importante della vita alle spalle, alcuni di questi uomini si ritrovano delusi, finiti, anzi coperti di successo, Ho dovuto fare molte ricerche; sulla rivoluzione ungherese, per esemplo, ho fatto interviste e ho letto moltissimo. Ma tutta la prima parte, quella su Harvard, l'ho scritta di getto in cima a una montagna svizzera. E l'ho scritta con divertimento». Con passione, bisognerebbe aggiungere. L'idea del libro 6 stata paragonata a quella de «Il gruppo» di Mary McCarthy. <E' un paragone che mi place, ma la mia è un'epopea. Il mio è un libro più ambizioso del suo. Mentre le protagoniste del "Gruppo" ti conoscevano, lo spazio in una generazione. Questa cerimonia è 11 momento cruciale della vita di un uomo. Alcuni son diventati famosi, altri sono morti, altri arrivarlo Erich Segai «Ah, si. Questa è un'opera di architettura ed è anche un'opera di uno storico, e lo storico sono io e racconto 1 traumi di una generazione, di una classe, la mia classe, quella senza esperienze di guerre perché troppo giovane per la guerra In Corea e troppo vecchia per quella del Vietnam. La guerra della mia classe è quella dell'ambizione sfrenata, l'uno contro l'altro. Io seguo la storia di cinque ragazzi e delle loro donne, le loro vicende. E' gente diversissima tra loro. C'è un ungherese, un rifugiato. Alunno prediletto di Kisslnger (che in effetti insegnava ad Harvard quando io studiavo a quella università), va a Washington e vuole MILANO — Fra i prèt-à-porter della linea Mondadori per l'estate è il più richiesto. Non c'è «far salotto», ..come sposare un miliardario» o «manuale delle play girl», che tenga. ..Quelli della notte» in forma di libro (pagine 169, lire 12.500) ora sono diventali anclie «Quelli del best-seller». Da metà giugno nel breve arco di due settimane hanno venduto centomila copie, mentre la Mondadori si affretta a ristamparne, su prenotazione dei librai, altre ventimila. Insomma «Quelli della notte», oltre ad essere diventati «Quelli del bestseller», minacciano di diventare anche «Quelli dell'estate», da leggere sotto l'ombrellone. L'operazione-libro da lanciare a fine trasmissione era venuta in mente a metà degli editori italiani, ma a condurla in tipografia c'è riuscito, grazie alla vecchia amicizia con Arbore, Paolo Caruso, direttore della Biblioteca Umoristica Mondadori, con l'aiuto di Paolo Martini. L'instant book («un tipo di libro che sta al libro vero esattamente come il Nescafé sta al Caffè-caffè», ha scritto Arbore per avvertire il lettore a cosa sta andando incontro), è stato confezionato in una settimana, con due redattori che aspettavano i testi e un correttore di bozze chiuso in tipografia «ventiquattr'ore • su ventiquattro». In dieci giorni, dall'inizio pGaia Servadlo del concepimento, è arrivato in libreria per schizzarne via con la velocità di un piattello. A Torino durante una «non-presentazione» alla libreria Campus, con più di mille persone tenute fuori, in un paio d'ore di • assedio» ne sono state vendute 380 copie. Ma cosa hanno scritto, nei due giorni concessigli da Paolo Martini e Angela Lolo, «Quelli della notte»? Renzo Arbore con malizia ricorda il suo passato di «vitellone» a Foggia, l'a¬ puntualizza date e concerti; Marisa Laurito deborda in una telefonata con zia Filomè, sognando Scaprizza; Massimo Catalano adorabilmente ci ricorda che «La vita è una tromba». Manca qualcuno? Già, il professor Riccardo Pozzaglia non c'è. C'è una sua caricatura, fatta da Ramaccl, viene ricordato «il brodo primordiale», ma non compare la parola del filosofo fortemente ovvietale. Pare che oppresso dai troppi rifiuti ricevuti da parte degli editori in anni passati abbia declinato l'invito, rifugiandosi in un settimanale che, tempo fa, ha offerto in marsupio plasticato la sua opera. Come spiega Caruso il fulmineo successo del libro? Vuol dire che il pubblico televisivo di «Quelli della notte» era già un pubblico di lettori? «No, solo in parte. — dice Caruso—iLa gente soffre di crisi d'astinenza. Vuole avere un ricordino della trasmissione. Ma il libro non è un altarino. E' un libro presentabilissimo. La partenza è stata folgorante e tiene. ' Non credo che nella storia dell'editoria italiana esista un altro caso analogo. Nemmeno il "Leone" della Cederna, o "Il nome della rosa" di Eco, o "Il dottor Zivago" di Pasternak o "Love story" di Segai hanno avuto questo avvio». E allora. Ferrini? «L'ha detto anche Reggo: che di giorno si legge». JVnturalmente: «Quelli della notte.. N|co 0reng0 more per la musica, e gli amici, ì veri «quelli della notte»; Arino Frasstca dispensa «lettere omonime e nanettl»; Maurizio Ferrini si lancia in una gustosa • antologia di Pedalò rlver»; Roberto D'Agostino impazza con la sua filosofia da edonista.reaganiano (ma i librai lo pregano di non tirare più in ballo Kundera e «L'insostenibile leggerezza dell'essere» perché il pubblico ride sul titolo e pensa di averlo già letto); Andy Luotto ricorda i tempi passati alla «televlsion arab»; Simona Marchini deliziosamente si divide a metà fra l'invenzione della vita famigliare con Roby e la realtà della sua passata vita famigliare con il giocatore Cordova; Dario Salvatori, lunare. Pierrot del rock&jazz, MONDA

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