Un Rigoletto «triangolare»

in in Francia è peggio Un Rigoletto «triangolare» 13 — Maratona d'estate, rassegna internazionale di danza a cura di Vittoria Ottolenghi: Danza è uomo 13,30 Telegiornale 13,45 Sette contro tutti, di Michele Lupo, con Roger Browne, Liz havilland. Italia avventura 1965 15,20 Speciale Parlamento 15,50 Una spedizione negli abissi marini, documentario 16,45 Fiabe cosi, cartoni animati 17— L'ultimo fuorilegge, telefilm 17,50 L'olimpiade della ritata, cartoni animati 18,05 Orso Smokey, cartoni animati 18,25 Tv Stadio, un programma di Paolo Valenti. Seconda parte: Italia-Inghilterra 19,35 Almanacco del giorno dopo 20— Telegiornale 20,30 Mac Arthur II generale ribelle, di Joseph Sargent, con Gregory Peck, Dan Hrliby, Ward Costello, Marj Dussy 22,25 Telegiornale 22,35 Quando la cronaca diventa storia, documenti 23,25 I cinque concerti di Beethoven per plano e orchestra. Musicale. Orchestra Sinfonica della Rai di Roma 0,15 Tg 1 notte Coloratissime carte geografiche proposte come scenografie da Gae Aulenti - Juan Pons e Luciana Serra interpreti musicalmente che cosa importa? Importa Invece e moltissimo che accanto a lui ci sia una Gilda come Luciana Serra. Interprete di una perfezione musicale prodigiosa come sempre, la Serra trova qui una perfetta congenialità. C'è qualcosa di malinconico nel suo timbro, qualcosa come una purezza passata attraverso un filtro di lacrime. Che cosa si potrebbe Immaginare dunque di più idoneo della sua voce a rivestire il personaggio di Gilda tutto tessuto di purezza e malinconia? Il tenore Umberto Orlili è stato, accanto a questi due grandissimi interpreti, un buon duca di Mantova, generoso e sensibile, forse solo un poco privo di quella spavalderia libertina che la sua parte richiede. Lorenzo Gaetanl e Adriana Cicogna sono stati Inappuntabili nel ruoli di Sparafuclle e Maddalena ed altrettanto accurata è risultata la prestazione delle parti di contorno affidate a Orazio Mori, Beiglo Berlocchi, Gastone Sarti e Silvana Manga. La qualità dello spettacolo è però garantita dall'efficienza del complessi del teatro bolognese; dal coro perfettamente Istruito da Fulvio Anglus e dall'orchestra diretta dal maestro Alain Lombard con una finezza di concertazione e di dinamiche che 11 pubblico non ha molto apprezzato. Questo Verdi alla francese non sarà aggressivo e sanguigno come lo si Intende In Padania, ma rappresenta In fin del conti un'ipotesi interpretativa non priva di fascino e di una siffatta tendenza Alain Lombard è rappresentante qualificatisslmo. RAVENNA — La Rocca Brancaleone è una fortezza del XV secolo sugli spalti della quale si affrontarono più volte gli eserciti della Serenissima e dello Stato Pontificio; una grande cinta di mura neppure troppo elevate che presenta In uno degli spigoli uno spazio quadrato con una torre In ciascun angolo. Entro questo perimetro ben delimitato si svolge d'estate un festival dell'opera lirica la cui qualità è degna di particolare attenzione. Quella provvisorietà un po' scalcinata che distingue le iniziative del genere qui non si sa neppure cosa sia grazie alla presenza della solida struttura organizzativa di un ente che è poi il Teatro Comunale di Bologna, vero e proprio braccio secolare del progetti musicali della municipalità ravennate. Venire a capo delle difficoltà logistiche alla Rocca Brancaleone non è impresa da poco perché lo spazio operativo è acusticamente e scenicamente poco felice. La forma quadrata del cortile costringe a situare il palcoscenico In uno degli angoli, sicché acustica, e prospettiva vanno a farsi benedire. Ci è capitato cosi di vedere sabato sera un Rigoletto triangolare e acusticamente un po' dispersivo che risultava tuttavia di un livello musicale eccellente. Persuasa che in uno spazio triangolare non si possa ani bientare una scenografia d'arredo efficiente, Oae Aulenti ha pensato di risolvere la contraddizione facendo ri corso all'antinomia particolare-universale. In termini eoa creti ciò vuol dire che gli scenari e le quinte sono rappresentati da grandi e coloratissime carte geografiche — slamo nel dominio dell'uni- Sette sere fa stavo guardando in tv il film «Moty Dick» indeciso se porre mano al telecomando per cercare di arrampicarmi s\ì\\'«Albero della vita» della ragazzina Liz Taylor e dello zombie Montgomery Clift già irrimediabilmente marchiato dalla sua tragedia personale, quando mi sono apparsi Zavoli e Berlusconi. L'Oceano Indiano che ribolliva per la collera della balena bianca, si è mutato nelle acque tranquille di Milano 5. Tenendosi per mano, il presidente della Rai-tv e il Padrone del Cinque (che poi comprende anche il Quattro e l'Uno dell'Italia omonima) benedicevano una folla sterminata ed europea con qualche eccezione brasiliana ancora da decifrare, ma senza dubbio magica. A me, quei due, mi facevano cosi col dito: come le balie fan con i fantolini capricciosi agitando l'indice e si capisce che e soprattutto l'indulgenza a guidarle. Ad Uno faceva vento Laurcnce Olivier con un enorme flabello ricavato dalle piume dei pinguini di «Quark», l'Altro si rinfrescava coi venti che virilmente spazzano le anime di «Navy», scuotono le gloriose travature de «La casa nella prateria», non esitano a tormentare collaudati avventurieri che dimorano in «Falco/i Cresi». «Ma benedetto figliuolo: cosa vuoi?» sembravano farmi intuire. «Mai conlento di queste televisioni eppure (segue gesto benedicente di Entrambi verso la folla sterminata ed europea) guarda un po' lì...». E non si sa, se qui ci vuole un punto interrogativo o l'esclamativo-interrogativo retorico, perché le visioni son mica come l'ispettore Derrick. E a proposito: lo so, ho parlato male anche di Lui, anche se mi dicono che gli italiani lo amano (e sarebbe il secondo o il terzo tedesco in tutto, contando anche quello dell'Inter), ma mi sono appellato al fatto che ho sempre detto bene di Kojak, sia che fosse della Rai o del Cinque; e ho precisato che, di Eleonora Brigliadori, ho sempre detto il peggio senza curarmi della frequenza su cui compariva la sua totale inefficienza. Inutile. La visione se n'e andata lasciandomi negli occhi quella folla europea di telespettatori che ha uno, due canali al massimo eppure non si lamenta. Certo soffre. E i più sofferenti, sono i francesi. Loro per un «Legittima difesa» del 1947 avrebbero messo in tavola l'argenteria migliore; e per una caccia si\'«Ulzana>> del '72 (che a noi ci tocca per l'enesima volta giovedì prossimo), ci avrebbero aggiunto abito scuro di rigore e posate d'argento. I francesi infatti, come se fossero istriani o svizzeri, sul video possono vedere al massimo due o tre film la settimana. E se hanno meno di vent'anni, è come la festa del 14 luglio. E non si pensi che l'aver soltanto un paio di canali a disposizione, porti ad una selezione del meglio. Certo mentre : noi ci disperdiamo intorno ai telefilm di Toshiro Minane, all'ora di Hitchcock e Simon and Simon, loro dal lunedì al venerdì, due volte al giorno, si dedicano alle video-clip su Victor Hugo che è come un marchio di fabbrica prestigioso. Eppure: niente di più trasandato, abborracciato, tirato via (Cesi Bàclèl Lamentablement Bàclèl) si era mai visto: «Un po' come se la quarta sinfonia di Beethoven, fosse stata arrangiata ed eseguita da un petonuine. Victor Hugo ridotto al rango di una video-clip (come s'era detto). Attenzione: non sono parole mie ma di Jean Ferrè, critico televisivo di «Le Figaro». Forse dovrei stare zitto, ma in proposito c'è una parabola di Woody Alien che mi inquieta. E' quella dell'uomo che aveva una figlia brutta che non riusciva a maritare e cosi fece visita al rabbino di Cracovia che gli chiese: Brutta come? Ecco, rispose il padre addolorato, se stesse su un piatto con un'aringa, non sareste in grado di notarne la differenza. Il rabbino pensò a lungo e chiese che tipo di aringa. Ma. fatta alla Bismarck. E il rabbino, dopo aver osservato che se fosse stata alla Maatjes, avrebbe avuto migliori possibilità di successo, ricordò che la sua stessa moglie era considerata simile ad un calamaro, ma solo in viso, ed il fatto era compensato dalla sua tosse asinina. Woody Alien aggiunge che gli sfugge il nesso, io non ne sono tanto sicuro. i

Luoghi citati: Bologna, Cracovia, Francia, Italia, Mantova, Milano, Ravenna, Roma