Al comando del generale Poli rivincerà la fanteria leggera?

INTERNO/ESTERO INTERNO/ESTERO Al comando del generale Poli rivincerà la fanteria leggera? Quasi una favola: lui e lei con il mare Ecco i vincitori della regata dell'amore Dopo anni in cui affrontare proble Avvicendarne ri lo al vertice dell'oBorclio: dall'Inizio di luglio — com'è noto — Il generale Luigi Poli è aubentrato al generale .Umberto Cappuzzo nella carica di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, accompagnato dalla simpatia di molli (per la aua preparazione, la aua franchezza, la sua personalità aperta • cordiale), ma soprattutto atteso dal nodi problematici e complessi di un'Istituzione stretta Ira esigenze di rinnovamento, ricerca di legittimazione e restrizioni di bilancio. L'eredità lasciata da Cappuzzo è insieme ricca e contraddittoria. Da un lato, egli ha contribuito a fornire una nuova immagine dell'esercito, inserendosi in un processo di trasformazione iniziato a metà degli Anni Settanta dal gen. Viglione, ed ispirandosi ad un principio di apertura verso l'esterno («con la società, nella società, per la società») che ha creato interesse e consenso là dove spesso c'erano diffidenza o estraneità; dall'altro, ha lasciato insoluti problemi di adeguamento delle strutture e di «modernizzazioni», che oggi si impongono invece come urgenti e prioritari. Nessun dubbio che sul piano dei rapporti fra esercito e Paese il gen. Poli si ponga in termini di continuità col suo predecessóre: la sensibilità dimostrata verso il mondo dell'informazione e della cui tura negli anni in cui è stato comandante del 4° Corpo d'Armata Alpino è garanzia sufficiente per affermare che con Poli l'integrazione fra forze armate e società, la reciproca conoscenza e la reciproca influenza troveranno motivi per confermarsi e svilupparsi. I problemi dell'esercito non si esauriscono però nella sfera della sua immagine pubblica e della relativa legittimazione: il continuo rinnovamento tecnologico, la sfida dell'informatica, le nuo ve «soglie» di vulnerabilità e di difesa esigono una cnergi ca ristrutturazione dell'apparato, in grado di conciliare necessità e risorse. II gen. Bartolucci, Capo di Stato Maggiore della Difesa ha recentemente posto il problema dei «rami secchi», : settori cioè dove sarebbe pos sibile operare delle economie finanziarie ed umane snellendo la struttura: depositi, distretti, ospedali, comandi periferici, enti potrebbero essere in parte tagliati, superan do le inevitabili resistenze corporative (ma anche le più denze dei politici e del mini' stero, che spesso hanno fre> nato le iniziative dello Stato Maggiore perché chiudere una caserma o trasferire un reparto significa suscitare il malcontento dei civili che hanno un'attività economica legata alla presenza dei mili tari). 1 II ridimensionamento della struttura potrebbe preludere 'a una progressiva riduzione idei periodo di leva (gli otto 'mesi di ferma sono un proj getto giacente da tempo, seppur contrastato), con una conseguente forza alle armi di duecentomila uomini anziché i duecentosessantamila attuali. Sul piano operativo il discorso centrale (che in Italia ha trovato proprio nel gen. Poli il suo sostenitore più convinto) è però quello legato alla rivalutazione della fanteria leggera. Sulla scorta delle esperien ze belliche più recenti e, soprattutto, della guerra nelle Falkland, i reparti di fanteria leggera, costituiti da truppe dotate di armamenti sofisticati ma che operano a piedi sfruttando le caratteristiche del terreno, sono stati ampia mente rivalutati. Si tratta di una scelta motivata dall'ambiente nel quale i reparti potrebbero dover operare: nell'Occidente europeo sono numerosi i centri abitati e gli insediamenti industriali che impediscono ai carri armati grandi campi di vista e di tiro e ne limitano la si è rinnovata l'immagine dell'esercito italiano, ora si devono mi economici e strutture - Forse una riduzione della ferma mobilità; in queste condizioni i piccoli reparti autonomi, addestrati a spostarsi a piedi sfruttando le peculiarità morfologiche del terreno (come gli alpini o i paracadutisti della «Folgore»), trovano invece la loro esaltazione operativa. Ma si tratta anche di una scelta economica. Gli eserciti moderni hanno tre componenti essenziali: le truppe corazzate, che operano con i carri e i cui costi sono molto elevati; le truppe meccanizzate, che combattono con i mezzi cingolati: e le fanterie leggere. Se il costo delle unità co¬ razzate è uguale a cinque e quello delle unità meccanizzate è uguale a tre, quello delle unità di fanteria leggera è uguale a uno. Da qui un rapporto costoefficacia nettamente favorevole a queste ultime, quando il terreno limita l'impiego dei mezzi cingolati c consente un efficace impiego di truppe a piedi; e questo tanto più in un periodo di tagli alla spesa pubblica. Il problema fondamentale della ristrutturazione del nostro apparato militare è allora quello di rivedere il rapporto fra queste tre componenti, nella prospettiva di do¬ Anno 117 - OENOVA — Per arrivare da Portofino a fianco della banchina del «Rlver Cafè» sotto 11 ponte di Brooklyn, poco più di 4000 miglia, ha impiegato 31 giorni, 23 ore, 49 minuti e una manciata di secondi. Per tornare dall'aeroporto Kennedy a Milano, il tempo è stato di sei ore. Una meraviglia, rilassata sulla poltroncina, senza problemi; dice Paola Pozzollnl. Ma aggiunge subito: «Però, nonostante la fatica, rimpiango la barca*. Cosi, dopo la sosta a Milano, dove abita con 11 marito, Pierre Sicouri, è subito andata a Bogllasco, sulla riviera ligure di Levante: dove ha una casetta che si affaccia sul mare e, naturalmente, una barca. Oltre un mese di solitudine nell'oceano e di colpo il clamore del festeggiamenti. Prima a Manhattan, («cento battelli che lanciavano colonne d'acqua, la banda sul molo, le majorettes, gente che gettava fiori dal ponte di Brooklyn"), poi a Linate. min aeroporto — dice Paola — c'era anche mio figlio Raffaele, 22 mesi, in braccio a sua nonna. Volevo abbracciarlo, ma gli amici mi spingevano e lui, poverino, tendeva le mani e piangeva perché io non riuscivo ad avvicinarlo: ci sono voluti venti minuti prima che abbia potuto prenderlo in braccio'. Festeggiamenti da nazionale di calcio campione del mondo, quindi, per 1 vincitori della regata «Lui e Lei», un uomo e una donna, partenza da Portofino nella tarda mattinata di domenica 16 giugno. Un uomo, una donna, 11 mare: ma non è stata una storia da Liala degli Anni 80; la tensione ha soffiato forti brezze contrarle sul romanticismo, e anzi ci sono stati i guai di coppia. Oltre alle avversità Incontrate, Incidenti e tempeste, hanno litigato in pieno Atlantico Alberto Morello e Lucia Pozzo, con l'inatteso risultato che la loro barca, la «NCR» si è ritirata, concludendo tristemente la sua avventura sentimentale e sportiva alle Azzorre. E c'è chi, avendo lasciato a casa la moglie per scegliere una navigatrice più esperta, ha messo in pericolo la pace conlu- que di Viareggio gale. Conclusione: 12 partenti, 7 fra arrivati o che stanno per arrivare. •Non appena tagliato il traguardo» — ricorda Paola — «mio marito non ha voluto venir meno a una tradizione tutta marinara: mi ha gettato fuori bordo, ma mai un bagno è stato tanto gradito'. Ed eccola Paola Pozzollno in Sicouri. Una tigre del mari? Niente affatto.. Una donna semplice. Ha 31 anni, capelli corvini, viso acqua e sapone. E' dolce, garbata. Sogna le regate, ma la sua famiglia non ha 1 mezzi per comprarle uno scafo adatto. Poi conosce Pierre Sicouri, 30 anni, origine francese. Il giovane è figlio di Lucien Sicouri, grand commis dello Stato, a quel tempo amministratore delegato dell'Itallmplantl, sede a Genova. I due giovani si incontrano, prima parlano di vela e poi d'amore. Si sposano. Paola non chiederà nulla al grande suocero; rimarrà al suo posto d'impiegata in un ufficio senza gloria. Solo qualche anno dopo, compiuto un paio di volte 11 giro del mondo, avrà dal mare un compenso di quanto al mare ha dato: diventerà collaboratrice nautica di quotidiani e riviste. Poi la gioia di un bimbo, Raffaele, e ancora una coincidenza favorevole: Pierre Sicouri è lo skipper di Giorgio Falck, proprietario di «Oula Duemila», la stessa barca che, sponsorizzata da Trussardl, ha vinto la Portoflno-Brooklyn «Lui e Lei». Anzi: si dice che in qualche rald 11 merito del successo sia stato più di Sicouri che di Falck il quale, per i suoi impegni di Industriale, non sempre era In barca in tutto l'arco della regata. Con la «Gula» tutta per loro, i coniugi belli e coraggiosi hanno toccato il massimo della felicità. Paola, quali sono stati i vostri momenti più difficili? . • La bufera di Mistral nel Golfo del Leone, tre giorni dopo la partenza. Non c'è stato un attimo di relax. Era difficile anche concedersi turni; spesso bisognava lavorare tutti e due in coperta, giorno e notte, ma avevamo una barca meravigliosa, non siamo mai stati costretti a ridurre le vele. Mai un'avaria'. Quante volte, nelle comunicazioni via radio, ha chiesto notizie di suo figlio? •Sempre, all'inizio di ogni contatto. Mi dicevo: Dai Paola, c'è Raffaele che ti aspetta, e questo mi dava più forza.. Amare 11 mare non vuol dire — per 1 navigatori a questi livelli — solo regate e vittorie, il mare va rispettato. Provate a verificare nel portlccloll dell'estate di lusso. Appena superata la scaletta che Immette sulla barca, di solito firmata dal grande cantiere, o dal prestigioso stilista, c'è un cartello che Impone di togliersi le scarpe. Ma poi, dal bordo, 1 resti e i vuoti del party vanno a finire nell'acqua che diventa una pattumiera. Quando la «Trussardl-Parfum» è arrivata a Gibilterra, c'è stato uno scambio di doni. Gagliardetti, fiori e champagne per Paola e Pierre. E loro, come hanno contraccambiato? Offrendo un sacco contenente le bottiglie di plastica, la scorta esaurita dell'acqua minerale Imbarcata a Portofino. Bottiglie non gettate in mare. Giusto: come si può sporcare quello che si ama? Guido Copplni Peak in Arizona