Quando nella Vallèe tirava un vento di annessione alla Francia

Spadolini ricorda a Aosta lo storico Federico Chabod, il «partigiano Lazzaro», primo presidente della Regione valdostana Spadolini ricorda a Aosta lo storico Federico Chabod, il «partigiano Lazzaro», primo presidente della Regione valdostana Quando nella Vallèe tirava un vento di annessione alla Francia AOSTA — Nel venticinquesimo anniversario della scomparsa è stato commemorato ad Aosta Federico Chabod, storico di grande fama, primo presidente del Consiglio regionale. La manifestazione, promossa dalla Regione, ha preso le mosse da un libro ricco di documentazioni, spesso inedite, che riconducono al difficile periodo del dopoguerra, di quando sembrava prendessero vigore certe tesi annessionistiche maturate tra uomini di spicco della Resistenza, fomentati da agenti francesi. Ne è autore 11. senatore Renato Chabod, fratello dello scomparso, che con la pubblicazione («Federico Chabod - Partigiano Lazzaro e la Valle d'Aosta» - Edizione Musumecl) ha aggiunto pagine nuove e portato necessarie chiarificazioni alla tormentata storia valdostana 3- di quel tempo. Alla cerimonia è intervenuto 11 ministro della Difesa Giovanni Spadolini, che di Federico Chabod è stato amico ed idealmente allievo. Spadolini ha osservato come «in pochi uomini 11 magistero della cultura è unito al magistero civile: una grande tradizione del Risorgimento alla cui scoperta ed alla cui compenetrazione Federico Chabod ha portato un contributo inestimabile, padre com'è della storiografia sull'Italia moderna e contemporanea». Nel «Partigiano Lazzaro» 11 ministro Spadolini ha identificato «l'uomo di coraggio che anticipò una soluzione autonomistica quando l'operazione annessionistica era stata certamente concepita. Senza l'autonomia intesa con tale risorgimentale vigore, con tale ispirazione car¬ tesiana, certamente sarebbe stato difficile discutere nei trattati di pace». L'idea federalista di Chabod è stata tratteggiata dal ministro nella concezione di •un'Europa integrata, integrata e federata politicamente come moneta comune, come modello comune, come difesa comune. Di questa Europa Chabod è stato profeta politico ed assertore Intellettuale».' La manifestazione è stata aperta con l'intervento di Emilio Chanoux, presidente dell'Istituto storico della Resistenza in Valle d'Aosta, che ha delineato la figura del partigiano Chabod, «dell'Insigne uomo di cultura capace di assumere a tutti gli effetti i pesi e le fatiche della vita partigiana», poi la sua «onestà morale» ed Infine l'uomo «pronto a subire le molte amarezze e pronto, a risultato conseguito, ad eclissarsi senza nulla chiedere né pretendere». Il presidente del Consiglio regionale, Gianni Bondaz, ha ricordato come a Federico Chabod siano stati tributati onori postumi (nel libro scritto dal fratello si ricorda come il 26 marzo 1946 l'ufficio di Chabod, presidente della Valle, venne invaso e messo a soqquadro da un gruppo di annessionisti ed egli stesso corse 11 rischio di essere scaraventato dalla finestra), sebbene in vita avesse meritato molto di più. «Se lo statuto speciale valdostano ha avuto tanti padrini — ha detto Bondaz — è certo che ha avuto un padre autorevole nello storico Federico Chabod che seppe raccogliere un tormentato consenso intórno alla nuova pattuizione tra lo Stato italiano e la nostra regione». Su talune tendenze annessionistiche Bondaz ha detto citati dalla speranza di poter vivere in avvenire con la Francia vincitrice e ricca anziché rimanere con l'Italia vinta e povera». Chabod nega che si sia trattato di un espediente tattico per ottenere da Roma maggiori privilegi alla Valle d'Aosta ed aggiunge: «E' pertanto assolutamente necessario e urgente stroncare un simile movimento. Ogni indugio è pericoloso». Nel documento si tracciavano alcune indicazioni sull'autonomia amministrativa, ltngulstlco-culturale e sui provvedimenti economici che avrebbero dovuto trovare applicazione in Valle d'Aosta. Nel libro presentato ieri figura un altro interessante memoriale di Chabod del 10 ottobre 1944. E' un «pro-memoria per il conte Casati» dove si denunciano anche gli uomini che a che «non vi erano mal stati dubbi sulla Italianità della Valle d'Aosta che era ben condivisa e voluta proprio dalla tradizione di Casa Savoia. Lo stesso generale De Gaulle ha scritto nelle sue memorie: Noi non rivendichiamo la Valle d'Aosta, ma ci è sufficiente che Roma riconosca l'autonomia». Una chiara denuncia sulla corrente annessionistica la si legge nel memoriale Chabod del 20 settembre 1944, Integralmente riportata nel libro. «Sarebbe quindi assurdo negare l'esistenza del movimento annessionistico», scriveva Chabod ed aggiungeva: «E' fuori dubbio che 11 movimento, capeggiato da alcuni giovani, ambiziosi, risoluti e senza scrupoli, può contare sull'appoggio di parte del clero, e sull'adesione di molti contadini, commercianti e professionisti, solle¬ quell'epoca avevano sposato con vigore la causa annessionistica e che poi sono diventati esponenti politici di rilievo. Nell'ottobre del 1946 Chabod lasciò amareggiato il suo ufficio di presidente della Valle e per lunghi dieci anni non rimise piede nella sua regione, neppure a Valsavarenche dove usava trascorrere le vacanze. Conclusa la manifestazione 11 ministro Spadolini ha visitato la Scuola militare alpina di Aosta. Ad accompagnarlo era il capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale Luigi Poli, e a riceverlo il comandante della Scuola, generale Luigi Bergennl. Dopo aver pateclpato ad un rapporto illustrativo delle attività in atto presso la Scuola, ha assistito a una dimostrazione di tecnica alpinistica. g.m.