Le domande le risposte le ansie Commissario d'esame racconta...

INTERNO iwi nnii^ INTERNO iwi nnii^ Le domande, le risposte, le ansie Commissario d'esame racconta..* Come si vivono i gi ROMA — Come sono que sti ragazzi di 18, 19 anni che abbiamo davanti, seduti uno per uno sulla sedia e chini su libri e fogli, tesi per rispondere alle nostre domande, o tutti insieme In piedi contro il muro dell'aula, ad assistere alle interrogazioni con una partecipazione a volte sofferta, a volte divertita? Credo che gli esami di maturità siano un'utile cartina di tornasole per capire come questi ragazzi cambino, se siano diversi dai loro fratelli maggiori, in che modo si dispongano ad affrontare il mondò. Eccoli: la divisa dominante è composta da jeans, Lacoste, scarpe da vela americane. Tutti o quasi portano i capelli corti: nessuno ostenta più stracci, braccialetti, collane. La cosa che più colpisce, è il ritorno delle giacche. Ce ne sono sfoderate a quadri, a righine grigie, ne compare persino qualcuna blu. Ed è curioso che le giacche blu occhieggino al di là del banco dove slede la commissione, mentre al di qua, l'afa romana le ha rigorosamente bandite, e anche i professori cxammiragli ed ex comandanti — siamo in un istituto nautico — sono a loro agio in aperte, colorate camicie. Che cosa voglion dire quelle giacche blu? Che i ragazzi tornano a considerare l'esame un avvenimento da vivere con la ritualità dei grandi appuntamenti? Che pace è fatta tra gli studenti, la scuola, e le famiglie? Uno di loro ha avuto tra gli spettatori del suo esame il padre, un signore straordinariamente somi- pliante ad Adolfo Celi, che sorrideva sornione a ogni domanda, e felice a ogni rispo sta. Giacche blu: speriamo che non vogliano dire soltanto ritorno all'ordine. Preferivo ragazzi mascherati da indiani, se le giacche blu di oggi dovessero rivalutare quelle del generale Custer. FAURE — Si può ancora avere paura di un esame-ridotto a due prove scritte e due prove orali, sostanziai niente scelte dal ragazzo, e che vertono su argomenti proposti da lui? La risposta è un si netto, senza sfumature i ragazzi hanno paura, e lo manifestano in tanti modi. La ragazzina carina nella sua magrezza eccessiva, il volto abbronzato, 1 capelli neri corti ma scomposti, che cadono continuamente a nasconderle un occhio e a dondolarle sul naso, ha durante la prova scritta di italiano una vera e propria crisi isterica. Si mobi litano i professori della scuo la. i compagni, ì bidelli: ma entra in agitazione soprattutto il suo fidanzatlno, che deve trascurare il suo compito per badare a lei e aiutarla. Risultato: 11 tema del fldan zatino sarà pieno di sviste, di lapsus, di errori: ma si può infierire, o non bisognerebbe Un incidente da orni di bilancio e di co in questo caso considerare gli errori come ben fatti, e premiarli? A un ragazzo allampanato, biondino, la paura gioca uno strano scherzo: gli altera la voce. La sua è un po' stridula, in falsetto: l'emozione di fronte alla prima domanda su Leopardi ne cava toni cavernosi, baritonali: e tutta l'interrogazione va avanti cosi, nell'alternarsi incredibile di frasi pronunciate con una grana di voce che un po' sembra quella di Adina, un po' quella di Dulcamara: ma è più un dramma che un'opera buffa a rappresentarsi. Durante gli scritti certi ragazzi spezzavano letteralmente le biro tra le mani: altri si dispongono all'interrogazione battendo I piedi sul pavimento, come per segnare il tempo di una canzone da incubo. FACCIA TOSTA — Rivelatrici sono le interrogazioni di inglese. I ragazzi devono parlare nella lingua di Shakespeare, ma nessuno gli chiede di dissertare su Drake, Bacone, Cromwell, o sui romanzi di Stevenson e di Melville: no, due chiacchiere e poi, com'è giusto, un po' di cognizioni tecniche di marineria, i porti, le ciurme, il traffico passeggeri e il traffico merci, Certuni, che già hanno difficoltà a spiccicare parola in italiano, rimangono imbambolati anche di fronte alle domande più semplici: «Che giorno è oggi? Come ti chiami?., si guardano intorno con un sorriso stravolto, aprono le braccia, sinché la domanda non viene loro sillabata: allo ra fanno cenno di si con il capo, hanno capito, e attaccano: «Dunque... ». Ma è proprio nell'interrogazione di Inglese che certe differenze, che riguardano la provenienza sociale o il carattere, vengono a galla esemplarmente. La signorina ben vestita, con le mani curate, il volto abilmente truccato, che non fa una piega davanti alle prime battute del dialogo, e sfoggia un buon accento, racconterà di avere studiato un'estate in Inghilterra, di conoscere Londra: «E' figlia di un architetto», mormora la professoressa della classe, un nulla sulla Torino nfronto - «Cosa vorrai f po' compiaciuta. E il ragazzino dal capelli a ricci e dall'aria esagitata, sempre sorridente e gesticolante, se la cava in virtù di una qualità nostrana, cosi nostrana che in inglese non esiste un equivalente linguistico preciso per definirla: la faccia tosta. Lui non è mai stato più in là di Civitavecchia, e si sente: nel suo inglese, le b si raddoppiano, e le esse diventano zeta, sonoramente, come a Trastevere: eppure il giovanotto, ridendo e gesticolando, senza azzeccare un passato dei verbi irregolari, parla, parla, non la finisce più: si farà capire, lui, nei porti del mondo. La sua allegria ci contagia: e avrà un voto alto, alla fine, premio per chi sa dare della «faccia tosta» una versione simpatica, non aggressiva, italiana in una parola. SECONDA MATERIA — Ma le mattinate di una commissione non cominciano con le interrogazioni: cominciano con un adempimento formale: la scelta della seconda materia da attribuire ai candidati del giorno dopo. Questa seconda materia, recitano le sgrammaticate disposizioni ministeriali, deve appartenere a quelle per cui lo studente ha mostrato attitudine, e non deve mai avere caratteri di «penalizzazione». La giornata si inizia cosi con una recita da teatrino parrocchiale: si leggono 1 giudizi del curriculum scolastico del ragazzo, si osserva attentamente per clie cosa ha propensione e per che cosa no. si disserta un po' in omaggio a -Aosta ha rovinato fare da grande?» si chie quelle sgrammaticate disposizioni: poi il professore della classe, l'avvocato difensore, il «membro interno», tira fuori un foglietto e con noncuranza getta giù come conclusione più logica, matura, quasi doverosa, della discussione, la scelta già concordata tra lui e 1 suoi studenti:-tutti assentano gravemente, e la seconda materia viene assegnata. Altro che opera buffa: questo è un balletto da quattro soldi: tempo perso davvero. Ma chi elabora questi criteri, chi li progetta e li mette per iscritto non se ne rende conto. Possibile? Verbosità, sgrammaticature, astrazioni, pure formalità: si sfogliano le paghici te delle disposizioni ministeriali e si ha l'impressione di non trovarsi mal di fronte a qualcosa di fondato e sicuro, «materia prima», ma sempre a qualcosa di aleatorio e insieme ovvio: come la «seconda materia» appunto. PASTICCINI — Una commissione lavora per ore ogni mattino, ma si concede anche un breve break. Di solito, si ordinano a un bar vicino dei caffè, delle acque toniche, del cornetti. Quest'anno, il break ha assunto toni molto più elaborati. Una professoressa della scuola, una signora garbata e materna, palesemente ma sobriamente protettiva nei confronti del' suol stu"denn!,fln#! preso a—'cuore 'e deciso di '«proteggere» anciie'"ià!, c&ÌS-r< zlone dei commissari. Non pastarelle e cornetti rinsecchiti del bar all'angolo: la signora arriva ogni mattina con una gran borsa che contiene il tè freddo e dolci fatti da lei con un'antica arte, forse frutto dei consigli di qualche anziana denna di servizio. Ogni mattina una novità: crostate alla frutta, dolci al cioccolato, merlnghe, paste che assomigliano a pesche mature, budini, torte di crema: e quando il repertorio dei dolci è finito, ecco del meravigliosi tramezzinf.al tonno 0 al salmone.' E" scattato un contagio da pasticcino, uno squisito spirito di emulazione: un giorno l'ex ammiraglio ha portato i manons glacés ed ha aggiunto, compito: «Per le signore»; un giorno l'ex comandante è la domenica a migl INTERNO iwi nnii^

Persone citate: Adolfo Celi, Bacone, Cromwell, Custer, Leopardi, Melville, Shakespeare, Stevenson

Luoghi citati: Aosta, Civitavecchia, Inghilterra, Londra, Roma