Genova rimedia alle dimenticanze e dedica un museo al grande Govi

La Liguria ricorda un uomo di teatro e un poeta a cent'anni dalle nascite La Liguria ricorda un uomo di teatro e un poeta a cent'anni dalle nascite Genova rimedia alle dimenticanze e dedica un museo al grande Govi A Rapallo mostra su Pound grande autore dei «Cantos» Quella di Sant'Agostifedelmente Io studio GENOVA — Quando, molti anni fa. la televisione recuperò e trasmise film e spezzoni interpretati da Gilberto Govi, ci fu una valanga di lettere di consenso. Finito il ciclo se ne voleva un altro: ma fu impossibile ritrovare nei magazzini della Rai e nelle cineteche altre interpretazioni cu un attore che ha legato'| a.Gehèva la sua arte fatta di! mimica irripetibile (.Govi — scrisse un critico — modella la sua faccia come vuole, come se fosse di gomma»), di antica saggezza ligure, di delizioso humor che a volte stava fra il «carruggio» genovese e la tradizione britannica. Il successo si ripetè quando il Tg3 trasmise .Tutto Govi» una vera antologia, coll'intervento di Rina Gaioni, moglie e partner del grande attore, scomparsa la scorsa estate all'età di novant'anni. Gilberto Govi. più di mezzo secolo di teatro. Che ne è rimasto? Un brutto monumento nei giardini di Punta Vaglio alla Foce (.Tanto brutto — sottolineò Rina Gaioni Govi — che, dopo l'obbligo di presensiare all'inaugurazione, mi sono sempre rifiutata ài vederlo»), bauli colmi di copioni, specchi di ogni tipo, locandine, ritagli di giornali con le critiche, centinaia di premi. Ora alle dimenticanze goviane si è posto rimedio. Per desiderio della signora Rina, cixe lo espresse ripetutamente fino alla morte, il materiale è stato trasferito e ordinato al Museo di Sant'Agostino, piazza Sarzano, nel cuore del centro storico. Una collocazione dignitosa (in attesa di un definitivo trasferimento al museo dell'attore) e significativa: proprio nel vicinissi¬ tino, in piazza Sarzano, s dell'attore con copioni, mo Teatro Sant'Agostino, Govi e Rina Gaioni esordirono nella «no(a e benemerito filodrammatica del Cavalier Castelli»; ma anche perché la mostra arriva nell'anno del centenario dell'attore: Govi infatti nacque in salita Sant'Ugo a Genova nel 1885. Può destare., sorpresa,,la presenza al «Sant'Agostino»' di molli giovanl'cliVGovi sul palcoscenico (l'attore scomparve vent'anni fa) non hanno mai visto. Ma furono proprio i giovani a chiedere trasmissioni goviane, dopo averle viste in tv. E sono in gran parte giovani gli spettatori delle recite dirette dal regista Gianni Baradino "che ripropongono i .Manessi pi mia na figgia» (..Le manovre per maritare una figlia»); .Colpi di timone» e altre chicche del vastissimo repertorio del arà però una sede provvi specchi, locandine e le grande Gilberto. Govi attore istintivo, improvvisatore, uno che si abbandonava agli umori del momento? Non è vero. In un angolo del museo è stato fedelmente riprodotto lo studio (restaurato dal professor Lorenzi, ordinatore del Museo della Scala), vi sono.^copioni. In ognuno, Govi annotava non solo aggiùnte e indicazioni per la regia, ma anche la gestione della sua mimica. Un esempio: -A questo punto, e per cinquanta secondi, strabuzzare gli occhi». Oltre clnquant'anni di teatro e di successi sfilano nel Museo di Sant'Agostino: a leggere attentamente queste testimonianze, vi si ritrova il carattere di Govi, un po' «padrone» ma anche molto amico di chi recitava con lui, a cominciare dalla moglie. Ed visoria - Ricostruito centinaia di premi anche un maestro: Lina Volonghi cominciò con lui. Sul tavolo del camerino ricostruito, i costumi i ceroni e le palline di gomma con cui dilatava le guance, una collezione di baffi, migliaia di fotografie, scatole di penne e mazzetti di fogli. Govi lascia a.(Genova un grande rja'tr)fnò'niò culturale, tiri pezzc-Tcu' storia del tèat'fò della città. Consente il recupero di un teatro dialettale (ma fino ad un certo punto: non si possono non ricordare i grandi successi ottenuti a Torino, a Milano, in Paesi stranieri) che, dopo Govi, ha avuto solo volenterosi e coraggiosi imitatori. Ma non è facile ripetere. Gilberto: ci provò tanti anni fa anche Carlo Dapporto; non andò bene. Guido Coppini La cittadina lo ebbe osgli procurarono amarezRAPALLO — .Esra Pound, un poeta a Rapallo»; questo è il titolo di una mostra (rimarrà aperta fino al 14 luglio) con la quale la cittadina ligure vuole ricordare 11 centenario della nascita dell'autore dei «Cantos», suo ospite per vent'anni a cominciare dal 1924. ' ;, Ed eccolo, nelle foto della mostra aperta al Teatro delle : Clarisse, il poeta discusso, perseguitato in America per certe sue vocazioni fasciste,, iroso, innamorato del paesaggio ligure. Era un personaggio fuori del tempo, in una cittadina turistica nella quale ancora non erano giunte nuove mode, nuovi comportamenti che anni dopo dovevano trasferire nel normale ogni tipo di stravaganza. Era il tempo in cui Rapallo era dominata pite dal '24 al '44 - Le sue ze e processi in Usa • Non dai gentleman inglesi vestiti di bianco. L'ultimo Pound che ricordiamo aveva capelli e barba bianca, un cappello da cowboy (forse unico atto di fedeltà all'America di quel tempo), una palandrana che arrivava fino alle caviglie (ed eravamo in agosto), le ciabatte ai piedi: Abitava in una traversa del lungomare, ora intitolata al suo nome, e dov'è stata scoperta una targa commemorativa. L'alloggio era composto di sole due stanze del tutto ignare di ogni concetto di ordine. «Mangiava quando se ne ricordava, noi gli lasciavamo qualche pacco e qualche bottiglia sulla porta», ricorda Pino Arata, ex direttore dell'Azienda di soggiorno, una delle poche persone alle quali Pound concedeva un minimo di confidenza. Aderì al fascismo? In un certo suo modo intellettuale, la risposta è si senza alcun dubbio. Un giorno di ottobre del 1941 cadeva una fitta pioggerella su Rapallo. Pound prese un carboncino e borisse su un muro frasi inneggianti a Benito Mussolini. E sotto aggiunse: .La pioggia non cancellerà le parole della nostra fede». Per questa simpatia verso 11 fascismo, al suo ritorno in America trovò processi, accuse di collaborazionismo, una critica spaccata in due: da una parte il riconoscimento del poeta forse più grande della sua generazione, dall'altra la rabbia e la delusione per il suo comportamento «antiamericano». Pound era uomo dal rancori prqfondi. Non amava Truman Capote, stabile turista a Portofino, ma non amava so¬ simpatie per Mussolini sopportava Hemingway prattutto Ernest Hemingway. Ezra Pound diceva: .Hemingway? Quello là? Uno che da solo non saprebbe attraversare non dico una strada, ma un solo viottolo della letteratura. Sapete che "Addio alle armi" gliel'ho riscritto io?.. ..Iti quel periodo Hemingway èra ad Àlassio a "bere' 'birra nel caffè davanti ài «muretto» col pappagallo Pedrlto appollaiato su una spalla. Fra lui e l'autore dei «Cantos» c'erano soltanto ottanta chilometri. Un'occasione unica per un tentativo di riappacificare i due giganti della letteratura mondiale. E in effetti, un incontro tra i due fu tentato, ma fini male: appena senti pronunciare il nome dell'odiato Hemingway, Pound scagliò una bottiglia di vino contro chi aveva osato proporre quel patto per lui scellerato. Ma nei rancori di Ezra Pound non entra Rapallo, paese che ha confortato un esilio di vent'anni. Ricordando il poeta nel centenario della nascita, la cittadina ligure restituisce un affetto ricevuto. La mostra comprende prime edizioni degli scritti che abbracciano il periodo che va dal 1930 al 1959, ritratti di Pound, la documentazione dello stretto rapporto che il poeta ebbe sempre con la musica. Pound scrisse versi da trasferire nel pentagramma: sabato 13 luglio li canterà il soprano statunitense Costance Beavon. E sarà un'altra riconciliazione, fra il poeta maudit e l'America che lo ha ritrovato. g. c.