Questa volta Eschilo parla siciliano

«Villa Eumenidi», trilogia di Isgrò rappresentata tra i ruderi di Gibellina «Villa Eumenidi», trilogia di Isgrò rappresentata tra i ruderi di Gibellina Questa volta Eschilo parla siciliano Con la regia di Filippo Crivelli («Un'esperienza irripetibile») - Palmer ja Rigillo tra gli interpreti GIBELLINA — - Villa EumenidU di Emilio Isgrò ha concluso ieri sera tra i ruderi dì Gibellina, paesino terremotato nella valle del Béllce, la trilogia ispirata ad Eschilo. Scroscianti gli applausi alla prima. «/ Cuefuri» e -AgamennunU rappresentati negli anni scorsi saranno riproposti nei prossimi giorni. Le repliche si alterneranno. ' -E' stata un'esperienza irripetibile», assicura il regista Filippo Crivelli, più che soddisfatto, - e spiega: -Sopratutto ho chiesto agli attori una recitazione di altissima tensione perché il pubblico deve restare immediatamente agganciato dalla tensione psicologica dei personaggi». A Crivelli fanno eco gli attori di un ottimo cast messo su dal teatro Massime di Palermo e dal Comune di Gibellina il cui sindaco, Ludovico Corrao, da anni si batte perchè quest'angolo poverissimo della Sicilia devastato dal sisma del 1968 diventi un polo di arte e cultura ed in definitiva un'occasione di sviluppo sociale. Renzo Palmer, Mariano Rigillo. Francesca Benedetti, Rosa Balistreri con i suoi struggenti canti folk, Gioacchino Maniscalco, Marcello Perracchlo, Edoardo Borloli, Magda Mercatall sono tra gli artisti impegnati in questa ampia riduzione .■liberamente siciliana» di Eschilo commissionata a Isgrò sei anni fa per celebrare la rinascita del paesino terremotato. Il teatro è all'aperto, in uno -spazio totale» tra le rovine dell'antica piazza. Tutt'intorno, in un'atmosfera irripetibile carica di angosciosi silenzi nonostante la gran folla, fra le casette smozzicate persero la vita più di cento persone, le tribunette per ir pubblico, il palcoscenico, i pochi essenziali -servizi». Un'idèa straordinaria quella di ottenére un teatro in un luogo abbandonato da Dio e dagli uomini, un vero e proprio simbolo della distruzio¬ ne. La nuova Gibellina è stata ricostruita a dieci chilometri di distanza, in pianura.' ■..,'!.. Sulla collinetta, un cocuzzolo dove tra luci sapientemente indirizzate sorge il teatro, Ludovico Corrao ieri sera fremeva più dei protagonisti, sembrava un debuttante alle prime armi tanto era nervoso: ex deputato, ex senatore della sinistra indipendente, penalista di gran nome, Corrao si spostava veloce tra le -masse» incoraggiando, incitando, sorridendo un po' a tutti. Sono circa 500 le comparse gibelllnesi utilizzate per questo, allestimento .con musiche originali di Francesco Perniisi dirette da Karl Martin con l'orchestra del Teatro Massimo e le sbalorditive macchine spettacolari, ideate da Arnaldo Pomodoro, che dominano la scena. « Villa Eumenidi» è ambientata nel giardino di un manicomio, marinai reduci dagli orrori della guerra, negli Anni Cinquanta tra i sussulti della guerra fredda, c'è sulla vicenda un'aria greve e tragica, un velo'pesante Come una cappa di piombo e si arriva all'esasperazione con contrappunti drammatici di alta intensità. -È' davverourip spettacolo totale», è il corhmento del professore Ubaldo Mirabelll, il sovrintendente del Massimo che ha dato-ivolentieri il pieno appoggip a, questa operazione così importante portata a termine ih sei anni a Gibellina, tra; /altro con un aspetto rilevante legato alla rivalutazione del dialetto dato che htrtejjja trilogia è stata scritta appunto in siciliano, con qualche spazio però lasciato a n'Itali ano. Isgrò che si definisce «militante ih un avanguardia anomala e dissidente » è stato lungamente festeggiato. Elogi ben meritati d'altronde sono 'piovuti anche su Crivelli, Martin, Pomodoro e sugli interpreti con Palmer e Rigillo ih grande forma ed una assai convincente Francesca Benedetti. -Senza Gibellina non avrei potuto nemmeno tentare una battaglia del genere. Come avrei potuto senza il Teatro Massimo che dell'operazione si è fatto garante e paladino ?», confessa Isgrò. Isgrò ha citato Pomodoro, Consagra, Burri , Melottl che, come lui si sono via via impegnati nei -fatti culturali, a Gibellina. Precisa: «Sono Questi gli artisti più piovani die oggi possiede l'Italia, indipendentemente dai gusti personali o dalla generazione alla quale essi appartengono. -Gli altri, i cosiddetti ventenni o trentenni, a parte qualche eccezione sono poveri vecchi che inseguono comunque e dovunque il successo. Ma la colpa none loro. La colpa è di chi ha insegnato loro, per corromperli mentre sono ancora in fasce, che successo e potere sono valori possibili». 14 — i cento giorni di Andrea, sceneggiato 14,30 Tra l'amore e II potere, sceneggiato 15,30 Sir Francis Drake, telefilm 16— Un equipaggio tutto matto, telefilm 16,30 Archi* e Sabrina, telefilm 17.— E le stelle «tanno a guardar*, telefilm 18,05 Andrea Celeaate, sceneggiato 19,15 Primo plano 19,30 II termonwtro dell'economia 20 — I cento giorni di Andrea, teletilm 20,25 Un napoletano nel Far West 0,45 E le stelle stanno a guardar*, telefilm 14,30 J*eg robot, cartoni animati 15— Disperatamente tua, sceneg15,50 GII, Invasori, telefilm 16,40 Garrì son. telefilm 19— G. R. P. Monitor 19,40 Natura canadese, telefilm 20,20 La cattura, di Paolo Cavara 22 — GII Invasori, telefilm 23,40 Nlce prie* 2— Film non stop Ennio Donaselo Antonio Ravidà