L'europeismo della Thatcher alla prova del «dopo-Milano»

L'europeismo della Thatcher alla prova del «dopo-Milano» L'europeismo della Thatcher alla prova del «dopo-Milano» Brandt critico sui vertice; « Si ò solo perso tempo » La convocazione della rebbe «una disfatta» - LONDRA — Con aperto disappunto, l'Inghilterra ha messo agli atti li risultato del vertice Cee di Milano, presentato dal commentatori locali come «un'umiliazione» per il governo e per la signora Thatcher personalmente. Secondo le concordanti analisi della stampa britannica, infatti, la convocazione entro ottobre della conferenza Intergovernativa destinata a delineare un'attualizzazlone del Trattato di Roma sul progetto di unione europea rappresenta «una disfatta» per il governo Thatcher, come scrive , «rObserver», perché l'Inghilterra si è trovata Isolata, incapace tìi far accettare 11 suo punto di viste, «pragmatico» sul -futuro della Comunità europea. Indispettito, li primo ministro signora Thatcher ha voluto esprimere con vigore 11 suo punto di vista subito dopo la conclusione del vertice milanese sostenendo che l'organizzazione della prossima conferenza è soltanto «una perdita di tempo» perché non sarebbero necessari emendamenti al Trattato di Roma che avrebbe bisogno soltanto di essere reso •pienamente operativo». •Penso che la conferenza intergovernativa ritarderà semplicemente delle decisioni che potevano già essere prese a Milano», ha concluso chiaramente irritata la signora Thatcher, attenta nella sua perorazione a non far passare l'Inghilterra come un «freno». L'irritazione inglese é diretta principalmente contro l'asse franco-tedesco che avrebbe fatto di tutto a Milano per Isolare la Gian Bretagna, riprendendo anche a suo conto una serie di proposte del governo di Londra ripresentate sotto l'ambiziosa dizione di «trattato per l'unione europea» e suggellato da quel progetto di conferenza intergovernativa di cui Londra non vuol proprio saperne. Ma dai giornali, come l'ultraconservatore e nazionalista «Telegraph», traspare an¬ Era sequestrata conferenza per l'attuazione dell'unione europea sa Per Londra ci sono problemi più urgenti e concreti che una certa delusione verso l'Italia che «per la prima volta nella storta dei summit ha portato un voto» che ha relegato la Oran Bretagna in minoranza affiancata solo da Grecia e Norvegia in una posizione di retroguardia. Il governo Inglese ha immediatamente contestato la legalità di questo voto, invocando l'articolo 236 del Trattato di Roma che richiede «la consultazione dell'assemblea europea» per la convocazione di una conferenza come quella richiesta dal Consiglio europeo di Milano. E' chiaro, comunque che, al di là della rèplica formulata subitoi • Vst* " pre'sicteftte^'Craici', si tratta soltanto di un espediente procedurale di' Londra, perché gli umori del Parlamento di Strasburgo sono notoriamente di un europeismo ancor più acceso di quello del partecipanti al vertice milanese. Nel giorni scorsi, a Milano, è nata dunque una «Europa a due velocità»? OH inglesi sono buoni giocatori e certo non vogliono lasciarsi confinare in un ruolo di semplice rimorchio. E per quanto la signora Thatcher si mostri pessimista sulla futura conferenza Intergovernativa, gli esponenti del Foreign Office hanno chiarito che parteciperanno anche loro alla prossima riunione pur se la ritengono «un posticcio, capace di ritardare decisioni essenziali». Restano da spiegare, a questo punto, le ragioni di questa esplicita riluttanza inglese a mettersi al passo di una più spedita marcia verso una maggiore cooperazione europea. Il motivo di fondq è, naturalménte, il tradizionale, fermo rifiuto della Oran Bretagna verso tutto quello che .-•a di «sovrannazionalità», dt integrazione politica con 1 partners continentali, tutto quello che significherebbe una rinuncia effettiva della sua specifica insularità. Tutto questo è già noto e fa parte del bagaglio storico dell'Inghilterra e segna da sempre il limite stesso della parteci¬ Ma I'«Observer» s Il leader tedesco attribuisce a Kohl buona parte dellecontrastanti in Germania - Papandreu si dichiara sod BONN — Dal punto di vista del progresso istituzionale, 11 Consiglio europeo di Milano è stato ancora una volta una perdita di tempo, secondo il presidente del partito socialdemocratico tedesco Willy Brandt, il quale ha condannato 11 fatto che ci si sia limitati a rinviare il problema dell'unione europea a un'ulteriore conferenza. In una riunione della Spd a Delmenhorst, Brandt ha affermato che 1 popoli europei avrebbero meritato altro ed ha attribuito al governo della Rfg buona parte della responsabilità di questo slittamento. Ha comunque espresso la speranza che, sulla base del risultati di Milano, progressi reali siano fatti verso la realizzazione di un vero mercato interno entro il 1992 e nello sviluppo di una politica europea di ricerca scientifica e tecnica. Critiche al governo tedesco, ed in particolare al progetto di accordo sull'unione europea che il cancelliere Kohl ha sostenuto a Milano, sono state avanzate anche dal commissario tedesco della Cee Karl Heinz Narjes, il quale, in un'intervista a Radio Tele Lussemburgo, ha sostenuto che l'istituzione di una segreteria'* "permanente 'sarebbe soltanto dannosa. Un tale organo — ha détto Narjes — pazione britannica alla Cee. Ma a questo motivo se ne aggiunge un altro: un nuovo trattato richiederebbe anche un'altra approvazione da parte del Comuni. Questo significherebbe, però, la riapertura, dodici anni dopo l'ingresso nella comunità, di un aspro, difficile dibattito tra filo e anti-europelsti. E per quanto sia adesso annacquata, è altrettanto notoria l'opposizione del laborlsti alia Cee. La signora Thatcher, quindi, vorrebbe volentieri risparmiarsi una «crociata» prò Cee in un Parlamento diviso e rissoso e in un Paese tuttora molto tiepido, se non riluttante, verso là costruzione europea. onWmiiir Paolo Patruno e colpe - Altri commenti ddisfatto delle conclusioni porrebbe fine allo sviluppo organico dell'attività della Commissione della Cee e ridurrebbe 1 poteri del Parlamento europeo. n vicecapo del gruppo Spd al Bundestag Volker Hauff ha dal canto suo sostenuto che la presentazione a sorpresa del progetto franco-tedesco sull'accordo per l'unione europea è stato un errore psicologico In quanto ha messo sulla difensiva gli europeisti più tiepidi. Hauff ha comunque espresso la speranza che, dopo il vertice di Milano, si cominci a fare sul serio con il progetto francese di ricerca tecnologica «Eureka».' Commenti positivi all'ànda* mento del vertice milanese si sono Invece avuti dal vicepresidente tedesco del Parlamento europeo, Siegbert Alber, e dal presidente del gruppo tedesco del partito popolare europeo al Parlamento di Strasburgo, Rudolf Luster. Entrambi hanno visto nella convocazione della conferenza sull'unione un passo avanti verso l'integrazione politica della comunità. ATENE — H primo ministro greco Andreas Papandreu ha definito 11 Consiglio europeo conclusosi a Milano «uno dei più difficili» vertici di questi ultimi anni. Parlando con 1 giornalisti sull'aereo che lo riconduceva ad Atene Papandreu ha detto che durante il Consiglio europeo la Orecia ha confermato le sue posizioni fondamentali e anche se si è ritrovata «sola» è «totalmente soddisfatta della formulazione delle conclusioni». Papandreu ha aggiunto che la Grecia «può accettare miglioramenti» per quanto riguarda la convocazione di una conferenza intergovernativa ma che in nessun caso «rinuncerà al suo diritto di veto» su questioni che considera «vitali per il Paese». che un attentato»