Annullato il trattato Valle Aosta - Somalia dalla Suprema Corte

Annullato il trattato Valle Aosta - Somalia dalla Suprema Corte Annullato il trattato Valle Aosta - Somalia dalla Suprema Corte Prevedeva collabora AOSTA — Sorpresa e stupore in Valle per la sentenza della Corte Costituzionale che annuita un protocollo di collaborazione nei settori metallurgico, zootecnico, turistico, artigianale e sanitario, stipulato il 9 luglio del 1976 a Mogadiscio tra la Valle d'Aosta e la regione somala del Basso Scebeli. Il protocollo è stato annullato perché in esso erano previsti interventi che non rientrano nelle competenze regionali, tanto più — come si legge nella sentenza — che «non solo'è stato stipulato al di fuori di qualunque coordinamento con le scelte statali di politica internazionale, ma era anche diretto ad assicurare una vera assistenza da parte della Valle d'Aosta ad un Paese in via di sviluppo*, materia questa di esclusiva competenza dello Stato, assolutamente estranea quindi a ingerenze regionali. Sorpresa e stupore nascono dal fatto che solo oggi dopo ben nove anni si giunge all'annullamento di un protocollo chiesto dall'allora presidente del governo provvisorio rivoluzionario, e perché l'accordo aveva finalità esclusivamente umanitarie. Al «pemellagglo*, cosi si può definire tale protocollo, si era infatti giunti per una esplicita richiesta del presidente del governo regionale del Basso Scebeli, che aveva avuto modo di conoscere i politici valdostani alla Regione autonoma in occasione del suo soggiorno in Italia quando studiava all'Accademia militare del carabinieri. In sostanza in quell'accordo che è rimasto sulla carta, non avendo mal avuto concreta attuazione perché da subito non era stato vistato dalla Commissione di coordinamento, contrariamente ad altri analoghi protocolli firmati con altre regioni italiane quali la Lombardia, che aveva potuto trasferire in Somalia alcune aziende, si razione in vari settori prevedevano iniziative di varia natura tutte tendenti a contribuire allo sviluppo della regione somala. Nel Basso Scebeli si recò allora una nutrita delegazione composta da uomini politici, da imprenditori e da funzionari della Regione valdostana. A spiegare i termini dell'accordo è proprio Eraldo Manganone che, allora assessore ai Lavori Pubblici, era il capo della delegazione valdostana. -In sostanza la Valle d'Aosta metteva a disposizione della regione somala, appena uscita da una lunga guerriglia • rivoluzionaria; con un'economia a pezzi, -tutta la sua esperienza e per quanto possibile i mezzi necessari alla ripresa socio-economica del Paese. Avevamo previsto — prosegue Manganone — la possibilità di impiantare nello Scebeli un'azienda per la produzione di pentolame con t macchinari e le attrezzature dell'Uva di Verrès che dovendo rimodernare le sue catene produttive era ben disposta a trasferire parte della sua produzione. Avevamo inoltre programmato la possibilità di preparare professionalmente del personale somalo presso la Scuola alberghiera regionale, nonché di fornire assistenza medico-sanitaria a quelle popolazioni e la preparazione di personale paramedico*. Altri interventi erano previsti nell'ambito dell'agricoltura con l'insediamento di alcune aziende agricole e per la produzione di bovini da carne e da latte con 11 potenziamento e la creazione di nuove strutture per la produzione di foraggi, integratori di mangimi, fecondazione artificiale e tutta un'attività promozionale che andava dall'allestimento di una mostramercato in Valle, dei diversi settori merceologici somali, a scambi culturali e folcloristici e addirittura alla costruzione di un villaggio turistico. riero Minuzzo

Persone citate: Eraldo Manganone, Manganone, Minuzzo

Luoghi citati: Aosta, Italia, Lombardia, Mogadiscio, Somalia, Valle D'aosta