Nel regno di Mintoff tanto amor per Roma

Note da Malta, risola tra Europa e Islam Note da Malta, risola tra Europa e Islam Nel regno di Mintoff tanto amor per Roma Quasi idolatria per il melodramma, molti tengono ancora a parlare italiano, antico idioma forense anche con il dominio inglese - Accantonato r«affaire» delle scuole cattoliche - L'editoria musulmana MALTA — La 'Croce» di Malta (un arcipelago di 316 chilometri quadrati sul quale vivono 330 mila abitanti) è uno degli elementi della sua forza e del suo fascino: una sovrapposizione di culture e di lingue che ne fanno forse il crocevia più pittoresco del Mediterraneo. I maltesi salutano in francese ('bònju», 'bànsua»), ringraziano e scusano in italiano (»grazzi», 'Scuzi»), ma contano in arabo e per dire di sì dicono 'iva». A meno che non parlino inglese (lo studiano a scuola come seconda lingua fin dalla prima elementare) o anche un italiano un po' imparaticcio (residuo d'untnfluema assai forte fino al 1936). Tra qualche anno i loro intellettuali si esprimeranno probabilmente in arabo, il cui studio obbligatorio è stato introdotto dal governo laborista di Dovi Mintoff nel 1977 ed è indispensabile per l'accesso all'università. L'italiano era la lingua 'forense» anche sotto il dominio britannico, per evidenti ragioni geografiche; oggi, sopravvive soprattutto come lingua d'uso turistico e la sua diffusione è f/arantlta — oltre che dalla tassiane di molti maltesi per l'opera italiana — dai programmi televisivi pubblici e privati che inondano le isole provenendo dai nostri trasmettitori. A La Valletta, capitale dell'isola maggiore dell'arcipelago, c'è unr banda musicale, fondata nei 1874, che conserva con amore orgoglioso le proprie tradizioni italiane: diretta, tra gii altri, da alcuni dei nostri maggiori musicisti del Novecento, come Zandonai, Respighi e monsignor Licinio Refice, vinse nel lontano 1927 il primo premio nel Concorso musicale internazionale indetto a Como per il primo centenario della morte di Alessandro Volta. La sede di questa Filarmonica La Valette è piena di cimeli preziosi: foto del primi concerti, dell'udienza concessa da Pio k,rcoppe e medaglie a profusione; in una vetrina c'è anche lo zucchetto bianco di Papa Pacelli, con tanto di attestato del suo segretario. Domandiamo all'onorevole Leo Brincat, »international secretary» del Malta Labour Party, se l'introduzione dell'arabo nelle scuole statali sia dovuta a qualche pressione discreta di ambienti islamici coi quali l'isola ha intensi rapporti, come la Libia o il Kuwait: 'No, affatto — risponde deciso — si tratta piuttosto di una ricerca delle nostre multiformi radici etniche e storiche, alle quali naturalmente non intendiamo rinunciare. Del resto anche l'italiano e l'inglese continueranno a essere materie primarie». La questione scolastica è la seconda, non lieve 'Croce» di Malta, che forse deriva dalla prima. Ne parla nella sede della Curia arcivescovile, l'antico seminario di Floriana, sobborgo della Valletta, padre Joseph Borg, addetto stampa dell'arcivescovo: »Il governo ha cercato, negli ultimi tempi, di creare difficoltà alle scuole cattoliche, ma il colpo non è riuscito: insegnanti e famiglie hanno fatto fronte comune e costretto i laboristi a soprassedere. Ora l'anno scolastico è garantito sostiene di averlo a c.bo~—ker c.bon: : pantelleria _c3 ~ linosa : <r-«- ~——- lampioni— "M^J-amp kerxenna: da una tregua che si confida duratura, ma certo la questione non appare ancora perfettamente risolta». — Esiste, a Malta, una università cattolica, oltre a quella di Stato? 'Non ancora; c'è però una facoltà teologica, molto frequentata anche da studenti laici, alla quale presto si aggregheranno delle facoltà umanistiche, che formeranno il nucleo di una futura istituzione universitaria alternativa». La stampa cattolica è abbondante e vivace; si pubblicano periodici e libri, c'è un'assidua presenza salesiana, con una grande libreria a Sliema. Del resto, i cattolici sono la grande maggioranza della popolazione, come testimoniano le moltissime chiese, anche monumentali, sempre piene durante le funzioni. Le feste popolari dedica te ai I sei finalisti del premio Acqui storia ACQUI TERME — Sono Mi I volumi llnalltU della diciottesimi, edizione del «Premio Acqui Storia», otto milioni di Uro, che verrà consognalo nella prima quindicina di ottobre. Queste la decisione della giuria presieduta da Geo Ristorino e che el riunirà re settembre per la proclamazione del vincitore che uscirà, appunto, dalla «rosa» formata Ieri dopo una riunione abbastanza contrastata tutte le votazioni sono state a maggioranza, nessuna all'unanimità - e protrattasi per alcune ore. Questi I finalisti: «NIKI, di Romano Bracallnl (Longanelli); «Monte Cassino» di Hapgood e Rlchardson (Rizzoli); «Dalla parte dell'Etiopia» di Giuliano Procacci (Feltrinelli); «L'Ideologia del fascismo» di Pier Giorgio Zunlno (Il Mulino); «Il cavaliere del Rossomorl» di Giuseppe Fiori (Einaudi) • «Giovanni Gentile» di Sergio Romano (Bompiani). Altra decisione della giuria: non verrà assegnato, per questa edizione, Il premio (due milioni) per l'opera prima, tempre di genere storico: le poche concorrenti non sono alate prese In considerazione. All'opera prima sarebbe andata anche la targa «Umberto Terracini». E' alato deciso che verrà assegnata, coincidendo l'edizione '8s dell'Acqui Storia con II quarantennale della Liberazione, ad uno del volumi concorrenti che trattano della Resistenza (la decisione sarà presa l'S settembre). f f. m. avuto in cura sotto 2E — MALTA edusa;