Storie di parassiti e cortigiane di Carlo Carena

Storie di parassiti e cortigiane AMORI SVELATL.SORPRESE DI UN MAESTRO ANTICO Storie di parassiti e cortigiane «Ombre di Callimaco, spiriti di Filcta di Cos, / è nel vostro bosco che vorrei passeggiare», ripeteva Round sulle orme del suo Properzio. La poesia st direbbe più lontana da quell'uomo muscoloso e irruente, da quella mente visionaria e imperiosa, lo incantava come poche altre, come Villon e lo Stil Nuovo. Erano la tecnica.l'eleganza calcolata e sonora dell'egiziano Callimaco e dell'egeo Fìleta, e insomma tutto quel lavorio espressivo che caratterizza la poesia ellenistica, e poi passato nell'elegia romana; era proprio il loro costruire del blbelots e non più dei monumenti, distillare la letteratura in musica, ad attrarre questo altro creatore di poemi in frammenti, di suoni in versi. Ed è un vero miracolo che tanta letteratura non nasconda la realtà. Proprio perché rassegnata all'effimero, a un soffio di voce e a una carezza di mano, l'arte ellenistica si volge alla vita e riscatta finalmente il quotidiano, nei soprammobili di Tanagra come nei mimi di Eroda. Quest'estetica crea la commedia moderna, questa sensibilità la psicologia dell'uomo. Passa attraverso i secoli dall'Asia a Roma, dimentica Cesare come ha dimenticato Alessandro, si ripropone con caratteri ancora più letterari e intellettualistici nel secolo di Luciano e della cosiddetta seconda sofistica quale uno degli ultimi bagliori dell'antichità pagana. E all'epoca dì Luciano, il II secolo dopo Cristo, e molto vicina ai suoi modi, è da ascrivere una raccoltina di lettere immaginarie composta da un retore Alclfrone, nulla sappiamo sicuramente di lui. che ancora oggi costituisce una deliziosa, sorprendente lettu-' ra (ce la ripropone l'editore Marsilio, a cura di Elisa Avezzù e Oddone Longo). Che un retore potesse cavare dal bagaglio polveroso della sua scuola e da un tempe¬ ramento di solito ridondante queste diciannove letterine di cortigiane (l'opera completa di Alclfrone è costituita da Lettere di pescatori, contadini, parassiti, cortigiane, ma l'edizione attuale st limita alle ultime due sezioni); che anche un maestro e un oratore potesse avere tanta delicatezza e tante attenzioni per i poveracci, per i disperati o abietti portaborse del tempo, per il terziario inutile dei viendlcanll giornalieri di un posto a tavola o di un invito nei salottt alla moda; e per quelle donnine che, entrate per tempo nella storia, si sono conquistate proprio nell'Ellenismo un posto sicuro anche nella letteratura: tutto questo è, appunto, sorprendente e delizioso. Le cortigiane di Alclfrone non sono molto diverse, in irrita, da quelle del teatro di Menandro e di Terenzio. Ma nel biglietttni che con la penna di Alclfrone esse si scambiano, la loro psicologia e la loro vita hanno modo di espandersi più fluidamente, di comporre più pungentemente il loro mondo: un mondo ancora una volta, o per la prima volta, più malinconico che debosciato, più generoso die aspro. La donna malandata è qui vezzosa e materna, Innamorata e generosa. E'costretta si al mercanteggio e alla riscossione; ma nel suo segreto cova l'amore e sente il bisogno del dono, gode dell'attaccamento del giovane die di lei, e solo di lei, s'Innamora perdutamente. Bacchide, una delle corrispondenti dell'epistolario di Alclfrone, ha più grande il cuore che il petto: bella e pudica, scrive di lei il suo amante quando essa muore, godeva più dt dormire sotto la sua mantellina dimessa di plebeo e del suoi esigui regalucci, che non delle profferte e delle regalie dei sultani orientali: e con quale luce negli orchi, con quale garbo gli infliggeva, di notte, le «dol¬ cissime torture» del piacere! Altrove è una Megara a descrivere briosamente In un suo, biglietto alla stessa Bacchide una festa in casa d'un'amtea comune con danze e competizioni dt bel fianchi «e del loro digradare»; mentre nel successivo racconto dt una gtta In comitiva fuori porta, contenuto nella più estesa delle lettere di questa raccoltina, troviamo tutto, ma proprio tutto, di un colorito déjeuner sur l'herbe: «Noi dunque strappavamo ramoscelli di plracanto, raccoglievamo ranuncoli e anemoni, e tutt'a un tratto eccoci arrivate: senza che ce ne accorgessimo, fra uno scherzo e l'altro, il viaggio era stato più breve di quel che si pensava... Alcune di noi allora cominciarono a spszzarc ramoscelli di tasso, altre di mirto, vi stendemmo sopra le nostre mantelline e Improvvisammo un letto. Il suolo era soffice di loto e di trifoglio... C'era in abbondanza un vino dolce, non del luogo, e c'erano uova sode Cominciano a girare i bicchieri, una accenna su un flauto, un'altra intona canzoni d'amore; l giovanotti si alzano allegri, c'è chi balla e chi si apparta: il tono sale, poi scende, poi risale... Finclté il canto di un gallo dal cascinale vicino richiama tutti all'ora estenuata del ritorno. Come scrive Menandro In un'altra dt queste lettere inventate e pur vere, neppure il richiamo delle grandi corti, gli inviti allcttanti di ricchezze del Faraoni avrebbero mal saputo strapparlo alla dolcezza di questi affetti, all'obito di questo mondo dove regnava Venere, ma Insieme alle Grazie: «Cosa potrebbe esaltarmi più del tuo amore, quando anche la nostra ultima vecchiaia mi sembrerà un'eterna giovinezza?». Se anche il potente Demetrio «s'innamorò della sola Lamia, mentre tutte le altre donne erano innamorate di lui», come attesta Plutarco, fu perché colei praticava l'arte musica non meno di quella dell'amore; perché piangeva dt gioia incredula, come Alclfrone le fa scrivere qui in un'ultima di queste Lettere di cortigiane, allorché stringeva fra le braccia quel distruttore dt città; perché «io non sono di pietra: lasciassi anche perdere ogni cosa, persino la mia vita, per soddisfarti, penserei che è poco 11 prezzo che ho pagato». Questo oscuro Alclfrone è proprio una miniatura di Dumas e di Balzac. Ci sembra trarre da una tradizione di scartoffie letterarie a! loro tramonto l'alba lontana di Margherita Gautier e della Ester degli Splendori e miserie delle cortigiane. Carlo Carena

Persone citate: Antico Storie, Balzac, Dumas, Elisa Avezzù, Ester, Margherita Gautier, Megara, Oddone Longo, Villon

Luoghi citati: Asia, Roma