Giochi d'arte per il Duemila di Francesco Vincitorio

Giochi d'arte per il Duemila RIEPILOGO DEGLI ANNI 80: UNA RASSEGNA IN QUATTRO CITTA RIEPILOGO DEGLI ANNI 80: UNA RASSEGNA IN QUATTRO CITTA' Giochi d'arte per il Duemila RIEPILOGO DEGLI ANNI 80: UNA RASSEGNA IN QUATTRO CITTA Un'ambiziosa mostra internazionale abbraccia il nostro decennio Imola espressionisti e spiriti selvaggi; Rimini quelli della pittura magico» • Si notano gli «isolati» e anche gli assenti - Ma è un - Bologna espone 60 maestri della citazione e postastrazione veloce e dello spirito ludico; Ravenna gli scultori del «luogo bel bilancio dell'arte contemporanea che si prepara al futuro BOLOGNA — Giunti a metà percorso, alcuni critici d'arte, con Renato Barllll prlmus Inter pares, ottenuto l'appoggio della Regione. Emilia Romagna, hanno organizzato Annlottanta, «no( mostra-consuntivo dell'arte di questo nostro decennio. St è Inaugurata pochi giorni fa ma già al preannuncio qualcuno aveva detto che un bilancio è prematuro, perché chissà quante altre cose verranno fuori prima degli Anni 90. C'è tnvece chi afferma che, come spesso è successo (specie allo scadere di un secolo), a questo punto i giochi sono fatti e perciò è legittimo tentarne un riepilogo a livello internazionale. Al cronista non resta che prendere .armi e bagagli» e andare a vedere e riferire. Infatti la rassegna è ospitata in ben quattro città e precisamente: Bologna, Imola, Ravenna, Rtmtni. E quanto alle armi, occorrono davvero, quanto meno per far saltare l reticolati. Costituiti dalle sezioni in cui la mostra è stata suddivisa. Vale la pena elencarle: citazione, postastrazione, espressione, luogo del magico, decorazione e spirito ludico. Ripartizioni, com'è ovvio, semplicemente, dichiaratamente orientative. Ma che ti visitatore farà bene a dimenticare, per evitare delusioni e dubbi. A suo conforto sappia che quattro artisti, assegnati alla postastrazione, hanno preteso di andare tra gli espressionisti e tre ludici si sono uniti, di forza, al postastrattt. Ennesima conferma della fluidità, per non dire arbitrarietà, dì qualsiasi schematizzazione. Tanto più in tempi come i nostri in cui l'immagine dominante è quella di una nebulosa dove convivono Innumerevoli anime. Come in qualsiasi viaggio occorre anche badare aglt .avvertimenti: In questo caso almeno a due. Il primo viene da Claudio Spadoni (che è uno dei curatori), nel bel catalogo edito da Mazzotta: certi schemi non tengono mal conto di ciò che avviene nelle «pieghe meno sondate e meno ufficiali dell'attività artistica». Che, frequentemente, è la più importante. C'è chi lo chiama ti «gruppo degli isolati», senza, alle spalle, mercanti potenti. In questa rassegna, In realtà, ci. sono pure loro ma sono in netta minoranza. E' il problema costante di queste esposizioni. Il secondo .avvertimento» è di Concetto Pozzati, altro ■curatore, sempre nel catalogo. Quel titolo Annlottanta lascerebbe supporre die comprenda una campionatura di ciò che, validamente, si sta producendo in questo de- cennio. Cioè l protagonisti dell'arte attuale, sema distinzioni di età, purché vitali. Invece qui il principio è: .largo ai giovani». Per cui, per esempio, succede che nella sede ravennate ci sia pure una mostra di Giulio Paolinl, a giudizio unanime uno dei maggiori protagonisti della ricerca odierna. Ma è al di fuori di questa rassegna. Ha già 45 atmi, è sulla breccia da ventanni, quindi via, in pensione! A ogni modo, fatto tesoro della premessa e degli .avvertimenti» è ora di mettersi in cammino. E, naturalmente, incominciamo da Bologna la Dotta. Dritti alla Galleria Comunale dove troviamo, appunto, quelli della .citazione» e della .postastrazione», nonché relative sottosezioni. Circa 60 artisti che, come ha scritto Barilll nel catalogo, ribellatisi al rarefatto élim'a concettuale che aveva dominato gli Anni 70 (come d'altronde tutti gli altri di questa rassegna) si sono messi «sulla strada della riconquista del colore». Anzi, come abbiamo visto, due strade e divaricanti, in fondo alle quali troviamo i figurativi .anacronistl» e le varie fioriture della «immaginazione compositiva». In un vademecum che st rispetti a questo punto troveremmo le tradizionali stelle. Per stare al gioco, nel primo raggruppamento ne metterei accanto ai nomi di Benati, Foggiano, Mainolfi, Jori, Levini e, per ragioni storiche, Ontani e Salvo; Mariani, partito bene, mi sembra si sia arenato. Nel secondo, su: Bartolini, Landt, Maraniello, Messina e Nunzio. Per onestà va però detto che quasi tutta la sezione (esclusi i francesi) è di buon livello e che ci sono punte qualitative assat alte, a conferma di una momentanea, felicissima stagione artistica Italiana. Seconda tappa Imola, chiostri e celle di S. Domenico. Qui regnano gli .espressionisti», lo .spirito selvaggio» e i .neoprimitivl». Vale a dire quelli che Bonito Oliva ha chiamato «Transavanguardla», i «Nuovi selvaggi» tedeschi, la «Piguration libre» francese e altri «Neoespressionisti». Una sezione un po' troppo affollata e ripetitiva. Qualcuno ha scritto che essi cercano più la forza dell'immagine che il suo significato. Perciò tanto gigantismo. Fatte salve le consuete eccezioni (penso, per esempio, alla gioiosa pittura di De Maria o alle .Icone» di Palatino) in parte è vero. A me la mostra imolese ha fatto venire in mente il pugilato: poi ho visto che anche Flavio Caroli (altro curatore), nel suo .extravagante» testo nel catalogo, nomina Marvin Hagler. A causa — pare — dell'avvento della tv, da noble-art è diventata il regno degli scazzottatoli. Un po' malinconicamente ho pure pensato che, in genere, la carriera di questi ultimi è piuttosto breve. Per le stelle,' vorrei essere dispensato. Ad appioppargliene, a torto o a ragione, ci pensano già, abbondantemente, i rispettivi mercanti. Proseguiamo per Ravenna. Due le sedi: Loggetta Lombardesca e Biblioteca Classense. Etichetta: «Luogo del magico». Forse perché il termine magia è tanto vago, più che altrove prevale .l'ognun per sé». Cosi nel raggruppamento della scultura inglese, come in quelli francesi e americani e nelle altre presenze. Ho osservato con interesse il lavoro del veterano Cragg, dell'indiano Kapoor e degli .isolati» italiani Violetta e Goti. Mentre di fronte alle statue in piombo di Gormley e a quelle in finto leopardo di Brainbldge, ho cercato, segretamente, con gli occhi i gessi del Canova e del Thorwaldsen, che per l'occasione erano stati rintanati in un angolo. E alla Biblioteca Classense continuava à venirmi in mente il motto che avevo letto in un cartiglio, sopra la porta: Studium et non spectaculum. Una premonizione delle mostre di Rimini. Con il titolo «Decorazione, pittura veloce, spirito ludico», nelle tre sedi, forme in perfetta sintonia con l'attuale spettacolarità, cara ai giovani. Cioè alle folle dei concerti rock, delle discoteche, della moda casual. Oltre al capitolo del .personal design» o .neomerce», che qui occupa una chiesa sconsacrata del 700, in Italia abbiamo già avuto delle anticipazioni, specie con le mostre dei .graffitisti» statunitensi. Ma a Rimini, forse per il contrasto con i vetusti ruderi della Rocca Malatestiana che li ospita, queste tendenze fanno davvero colpo. Nel catalogo c'è un buon saggio di Roberto Daolio che spiega questa .arte di frontiera», come la chiamava Francesca Alinovi. Un'arte che, nei modi più anarcoidi, esprime divertimento, disimpegno, gusto popolare fino al kitsch. Specie gli americani portati dalla gallerista di New York, Holly Solomon e quelli delle ultime leve dell'East Village. Negli italiani — per esempio, nel gruppo .Nuovo Futurismo» — si avverte uno spessore culturale diverso. Ma anche in loro c'è questa adesione alla contemporaneità, questo legame profondo con il mondo dei giovani d'oggi. In definitiva una rassegna molto ambiziosa ma — bisogna riconoscerlo — ben riuscita. Organizzata con cura (e gli artisti hanno risposto inviando, in genere, opere sigificative) e, per quanto possibile, esaustiva. Per qualche nostalgico, forse quattro .stazioni» di una via crucis. Afa per tutti, effettivamente, la possibilità di farsi un'idea di ciò che bolle nel pentolone dell'arte contemporanea. Probabilmente, come dice Caroli, il .gran brodo» da cui sta nascendo l'arte del Duemila. Francesco Vincitorio avvertimenti In questo cennio Cioè l protagonisti