Roma, le notti dei poeti

Roma, le notti dei poeti QUARANTA AUTORI ITALIANI RECITANO GLI STRANIERI Roma, le notti dei poeti ROMA — Anche la poesia segue le mode. Sei anni fa, sulla spiaggia di Castel Porzlano, la prima edizione del «Festival dei poeti» si svolse all'insegna della creatività diffusa, del versificare di massa, della caduta di barriere tra chi, con la sua opera, era stato consacrato poeta dalla critica e dai lettori, e chi si era autoconsacrato poeta da se stesso per rispondere al proprio bisogno di espressività. Quest'anno, sul piazzale del Plnclo In villa Borghese, il sesto festival del poeti si svolge Invece all'insegna della professionalità documentata, dello sforzo serio e meditato, della fatica quotidiana e oscura che costa l'arrivare a fabbricare versi. E proprio per sottolineare tutto questo 11 festival di quest'anno, che andrà avanti per quattro nottate fino a domani, dalle dieci di sera a mezzanotte nell'attesa di un filo di ponentino che in questa caldissima estate romana pare non arrivare mai, ha invitato quella quarantina di poeti italiani ospiti della rassegna a non recitare, come hanno fatto fino a oggi, I loro versi, ma a recitare versi di poeti stranieri adattati da loro nella nostra lingua. La trovata è venuta in mente a Franco Cordelli del Beat 74, convinto che, per rilanciare un'iniziativa che comunque ha il finanziamento dell'Assessorato al Comune e In quanto tale è destinata a Incontrare il gusto del pubblico, bisognasse cambiare la formula: .Non perché i poeti italiani abbiano smesso di comporre e si siano isteriliti, quanto perché la gente, perfino in un festival di poesia, ha il diritto di sentire voci diverse da quelle abituali, e cosa è meglio della tradizione, una formula sulla quale, proprio in queste stagioni, si è a lungo dibattuto?». Il pubblico, l'altra sera, nella manifestazione d'apertura, è sembrato dare ragione a Franco Cordelli: educato, silenzioso, attento, non solo ha riempito tutti e quattrocento 1 posti a sedere, ma si è perfino disposto in piedi in rassegnato silenzio, intorno al palcoscenico, sotto gli alberi e i busti illuminati da luci rossastre, ad ascoltare per oltre due ore le traduzioni realizzate dai poeti italiani. I poeti, invece, sembravano meno d'accordo: tradurre e soprattutto leggere in pubblico 1 versi d'altri è sicuramente meno eccitante, meno gratificante di quanto non sia leggere 1 versi propri. Sono cosi rare per un poeta le occasioni di disporre di qualche ascoltatore che trovarsene alcune centinaia davanti e non approfittarne è sembrato ai più uno spreco. Unici fortunati 1 poeti stranieri ai quali è stato concesso di trasgredire il ferreo regolamento imposto da Cordelli: loro hanno potuto dire le proprie poesie accompagnate dalla traduzione In lingua italiana letta dall'attrice Elisabetta Pozzi. Gli stranieri però quest'anno sono pochi: Invitare gli stranieri, anche se 1 poeti, si sa, vivono d'arte, oggi costa' troppo per potersi permettere d'averne tanti. Tra questi però, c'è un americano molto bravo, Robert Creely, che pur essendo considerato molto concettuale, ha avuto l'onore di vedere tradotto un suo li¬ bro di versi addirittura dall'editore Mondadori. C'è uno spagnolo, José Maria Alvarez, che, tra i suoi titoli, ha quello al aver pubblicato 11 più grande volume di poesie della nostra epoca: Il museo delle cere, cinquecento pagine tutte di versi. C'è il tedesco orientale Wolf Biermann, cantautore esule da Berlino Est, che vive e lavora ad Amburgo dove è diventato uno del leader del movimento dei verdi. C'è, infine, l'iraniano Nemat Mirzazadeh che dopo aver combattuto il regime dello Scià si è ritrovato a combattere quello dell'ayatollah Khomeini: abita a Parigi senza una lira e senza una speranza, rimpiangendo la sua terra dove la poesia è arte nazionale e dove, nonostante l'analfabetismo, si riescono a vendere cinquanta¬ mila copie di un libro di versi. Ma quali parentele culturali hanno voluto sottolineare con le loro scelte l poeti italiani presenti l'altra sera al Pinclo? Dacia Maraini, timida e emozionata, ha scelto Gertude Stein; Darlo Bellezza, polemico e ironico, Rimbaud; Mario Baudlno Ezra Pound, Amelia Rosselli Sylvia Plath; Edoardo Sangulneti la straordinaria e fascinosa Fedra di Seneca. Una sorpresa dovrebbe essere la traduzione che Nlco Orengo ha fatto del poeta provenzale Rlmbaud d'Aurenga. Tutti hanno applaudito tutti, segno che perfino il festival dei poeti è entrato a far parte della ritualità collettiva: un evento normale da consumare leccando un gelato o fumando una sigaretta. Simonetta Roblony

Luoghi citati: Amburgo, Berlino Est, Parigi, Roma