Tatti vegetariani dopo il caso Reagan

Tatti vegetariani dopo il caso Reagan Negli Usa l'operazione del Presidente rilancia l'allarme per i tumori all'intestino: sotto accusa l'alimentazione errata Tatti vegetariani dopo il caso Reagan DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — A pochi giorni dall'operazione di cancro del presidente Reagan, un numero crescente di americani cambia la propria alimentazione. Divengono «ncovegetariani», passano cioè a un vitto a base di verdura, cereali, frutta, latticini — ma non tutti — pesce e pollo. Il motivo: i tumori all'intestino, hanno spiegato i medici, possono essere causati da un eccesso di carne, soprattutto alla griglia, c insieme di alcolici e di grassi. Per prevenirli, occorre mangiare e bere meno e megb'o. Mentre nessuno accusa il Presidente di aver condotto una vita sregolata (semmai Reagan si distingue per la sua morigeratezza) tutti capiscono che dai trent'anni in poi si debba seguire una dieta sana. Moniti del genere i medici li hanno rivolti spesso agli americani, noti per divorare junk food, ossia cibo nocivo, por- cherie, e ingurgitare bevande piene di caffeina oltre che birra c whisky. Ma c occorsa la malattia del Presidente, un uomo di vigoria straordinaria, per attirare la loro attenzione su taluni fatti. «Il più importante, ci ha detto la biologa Christine Anderson, è che nei popoli che si tengono più lontani dalla carne e dai grassi, i giapponesi e i cinesi per esempio, l'incidenza del cancro all'intestino è un terzo della nostra. Questa malattia è tipica della cultura Usa». La biologa porta a esempio di pessima alimentazione ì'hamburger e la Cola che la maggioranza dei bambini vorrebbero tutti i giorni. I medici non sono riusciti a spiegare esattamente perché la carne e i grassi nuocciano all'intestino: sospettano che gli acidi necessari a digerirli ne irritino le pareti, esponendolo di più agli agenti cancerogeni contenuti, per citare un caso, nella tradizionale steak. Ma raccomandano all'unanimità di sostituirli con il riso o con la pasta, o meglio ancora coi legumi, ricorrendo a pillole per evitare eventuali deficienze di calcio o ferro o vitamine. «Tra l'altro, ha sottolineato Christine Anderson, serve anche a perdere peso: la percentuale degli obesi tra gli americani è angosciante». Sia pure confusamente, gli americani avevano intuito che la loro alimentazione era sbagliata. Le statistiche dimostrano che nell'ultimo decennio il loro consumo prò capite di carne è secso dai 40 ai 36 chili circa all'anno: «11 24 per cento dei cittadini, ha scritto il ministero dell'Agricoltura, ne mangia sempre meno». La pubblicità ricevuta dalla «dieta Reagan», come quella consigliata dai medici è chiamata, è destinata ad accelerare tale evoluzione. Lisa Tracy, l'autrice di II vegetariano graduale, un libro da, 18 dollari, 36 mila lire, che sta andando a ruba, anticipa una rivoluzione nel costume: «Tra un altro decennio, saremo irriconoscibili». Un tempo, il vegetariano americano era un eccentrico, che si nutriva in maniera spartana, isolato dai suoi simili. Adesso è un «gourmet discriminante», come sostiene Paul Obis, il direttore della rivista Vegeterìan Times. «In realtà è un semivegetariano, asserisce Obis, conoscitore dei formaggi, delle carni bianche, del buon pesce. Il suo vitto è equilibrato. Egli vi arriva a poco a poco, modificando una alla volta le proprie abitudini». Non è vero che rinunci completamente alla bistecca o al whisky: le prende con'moderazione. Di norma, fa anciie ginnastica, o jogging, o bicicletta, o svolge qualche - attività agonistica sportiva, comedi golf o il tennis: se è pigro, cammina almeno un'ora al giorno.' La vegetqriqn revolution è già una realtà nei supermercati, nei ristoranti c nelle'librerie. Nei supermercati si vendono noi dog di semi di soia — il nome è una parodìa àcWhot dog, la salciccia americana — e torte di cercali. I ristoranti presentano memi a base di in¬ salate e acqua minerale. Nelle librerie sono esposti titoli come La nuova portata principale, La migliore cucina vegetariana, Cibo sano. «Rispetto alle vecchie diete, precisa Paul Obis, c'è una differenza sostanziale. Il primo obiettivo è rafforzare la propria salute, non acquistare una bella linea, essere forti anziché magri». Il pericolo è che si tratti soltanto di una moda, e che passato il trauma per l'operazione del Presidente la «dieta Reagan» faccia la fine delle altre: sia sepolta dai cocktails, dalle mangiate epiche c dai dolci. Christine Anderson ritiene che l'attenziqne al vitto sia anche un fatto culturale («liei ceti bassi, lamenta, quasi non esiste»), i l-ti gente va educata e non è facile, aggiunge Lisa Tracy. Bisogna incominciare in famiglia». La scrittrice vorrebbe che le madri non ripiegassero sulla pizza, «anche se è meglio di molti altri piatti», ma cucinassero verdure, Nell'ambito dei «neovegetariani» v'è inoltre troppo spazio per la ciarlataneria. Tra decine di erboristerie oneste, ad esempio, ne è emersa una truffaldina che, con un sistema a dire poco inortodosso, si è creata un fatturato annuo di 500 milioni di dollari, mille miliardi di lire. La guida un giovanotto trentenne, a nome Mark Hughes, che è divenuto miliardario. Di ogni cliente, Hughes fa un venditore: gli dà la percentuale sui prodotti che smercia c sui nuovi clienti-venditori che arruola. La sua dieta' consiste in due bicchieri di latte leggero, cosparso di «polvere di proteine», di alcune pillole e di erbe varie, e di un pasto al giorno con non più di 1000 calorie, in California, dove la ditta, la «Herbalifc», è nata, ha oltre 1 milione di seguaci. La «Food and Drug Administration», l'ente statale che controlla l'alimentazione, ha querelato «Herbalife» parecchie volte. Ha scoperto che una delle sue erbe è velenosa (i pellirosse la usavano per uccidersi); che un'altra è un potente lassativo; che una terza causa crampi allo stomaco c mal di testa; che un'ultima è semiallucinogcha. Ma Mark Hughes si difende dichiarando che «il malessere è soltanto veleno che esce dal corpo». Egli si presenta ai suoi fedeli come una sorta di messia, predicando l'astinenza e la snellezza, e intascando — di solo stipendio — per le sue fatiche un milione di dollari ogni mese. Ennio Carette

Luoghi citati: California, New York, Usa