In Spagna il governo socialista (tra le proteste dei sindacati) taglia le spese per le pensioni di Thierry Maliniak

In Spagna il governo socialista {tra le proteste dei sindacati) taglia le spese per le pensioni pensioni In Spagna il governo socialista {tra le proteste dei sindacati) taglia le spese per le pensioni pensioni NOSTRO RFRVI7IO NOSTRO SERVIZIO MADRID — Dopo 5 mesi di polemiche e di manifestazioni di piazza, 11 progetto di legge che «taglia» le pensioni di vecchiaia è stato definitivamente approvato dal Parlamento il 23 luglio. Tra i più controversi della legislatura, ha provocato il primo sciopero generale della Spagna democratica. Il ministro del Lavoro, Almunla, ha definito la legge indispensabile per arrestare la crescita della spesa sociale che, tra il '77 e l'84, è aumentata in media del 24% l'anno, mentre 1 contributi sono cresciuti soltanto del 15%. Essa inasprisce le norme per la concessione della pensione, facendo salire da 10 a 15 il numero minimo di anni di contribuzione. Il livello iniziale delle pensioni sarà cosi sensibilmente abbassato e lo Stato farà riferimento per il calcolo agli ultimi 8 anni di versamenti. In precedenza la pensione si calcolava sulla base del contributi di due anni di salarlo scelti negli ultimi sette. In ^ar-nViin la IPCCTP nrPVPfÌP la cambio, la legge prevede la rivalutazione automatica delle pensioni di vecchiaia secondo il tasso di inflazione' programmato. Le organizzazioni sindacali chiedevano invece che la rivalutazione fos-1 se calcolata in funzione della crescita reale dei prezzi. I sindacati non hanno mal cessato di dare battaglia contro questa legge. Dopo lo sciopero generale del 20 giugno, indetto dalle Commissione Operale (comuniste), tutti 1 ponti si sono rotti tra queste ultime e il governo socialista. Il quale ha dovuto fare fronte, inoltre, a un attacco in piena regola del •sindacato fratello», l'Ugt (Unione generale del lavoratori) socialista, che 1119 luglio ha annunciato la denuncia della legge davanti all'Oli (Organizzazione intemazionale del lavoro) a Ginevra. Per domare il malcontento sindacale che cresce pericolosamente a meno di un anno dalle elezioni legislative, il governo ha lanciato ora un'offensiva diplomatica In direzione dell'Ugt: il ministro #1aI T min,.*. V\« rfatn uno rttnft del Lavoro ha dato una risposta positiva a tre sue richieste. Negoziati saranno avviati per assicurare la partecipazione del sindacati alla gestione delle imprese pubbliche. In secondo luogo il governo non si spingerà oltre per quanto riguarda la mobilità del mercato del lavoro, malgrado le pressioni del padronato, che chiede che i licenziamenti collettivi non siano più sottomessi alla preventiva autorizzazione amministrativa. Infine sarà inviata nel prossimi giorni al Parlamento una legge che regolamenterà la restituzione del «patrimonio sindacale» alle centrali. Questo patrimonio è costitutto dal beni delle organizzazioni operaie confiscati da Franco alla fine della guerra civile e dal versamenti obbligatori fatti per 40 anni da operai e impiegati al sindacato verticale franchista: il tutto per un valore di circa 500 miliardi di lire. Thierry Maliniak Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa*

Luoghi citati: Ginevra, Italia, Madrid, Spagna